Stasera su Canale 5

Umberto Tozzi ospite a “Michelle Impossible & Friends”.

Al Bano, super festa in Arena: i successi di una carriera e tanti ospiti

«QUATTRO VOLTE 20»

Lo show del 18 maggio per festeggiare i suoi 80 anni: sul palco con lui i figli e tanti artisti, tra cui Gianni Morandi, I Ricchi e Poveri, Umberto Tozzi, Iva Zanicchi, Renato Zero e Romina Power

08 maggio 2023

Al Bano torna live all’Arena di Verona il 18 maggio con lo show “4 volte 20” per festeggiare i suoi 80 anni. Una grande festa popolare che attraverso la musica e i grandi ospiti ripercorre la vita dell’artista e insieme la storia del Paese.

Un percorso musicale che parte da Cellino San Marco e attraversa il mondo e le generazioni, diventando patrimonio condiviso. Sarà anche una festa della memoria collettiva, di quell’Italia che si rialza dal dopoguerra e ritrova slancio anche con la melodia, dei treni diretti al nord con un carico di nostalgia e l’aspirazione al successo e alla Felicità.

Dopo la partecipazione come superospite al Festival di Sanremo in trio con Gianni Morandi e Massimo Ranieri, Al Bano torna così live. Sul palco dell’Arena di Verona arriveranno grandi ospiti della musica italiana che hanno condiviso questa storia sin dagli esordi e con i quali Al Bano duetterà sui loro successi mitici: Gianni Morandi, I Ricchi e Poveri, Umberto Tozzi, Iva Zanicchi e Renato Zero che, per l’occasione, farà anche un regalo speciale ad Al Bano. Immancabile la presenza di Romina Power per celebrare l’unicità del sodalizio artistico che appartiene al vissuto e all’immaginario collettivo.

Per festeggiare un traguardo così importante, ancora sul palco con Al Bano, Yari, Cristél, Romina Jr., Jasmine e Albano Jr. Uno spettacolo che vivrà di suggestioni ed echi del sud, suoni di tamorre che rinviano all’essenza della musica popolare e soprattutto alle radici di Al Bano.

«Questa sarà davvero una festa importante, con le persone a me vicine, amici e colleghi», ha detto Al Bano. «L’Arena per me è emozione, trovarsi nell’antico anfiteatro che ha una storia di Duemila anni ti fa sentire davvero piccolo di fronte alla storia, e insieme grandissimo perché entri in quella storia. È davvero una sensazione straordinaria, unica al mondo».

Quanto alla scaletta del concerto, anticipa che «sarà inevitabile fare i miei grandi successi, il pubblico, i fan desiderano ascoltarli e li chiedono. Ma non mancheranno le sorprese». Accompagnato dall’orchestra diretta dal Maestro Alterisio Paoletti, Al Bano ripercorrerà gli oltre 50 anni di carriera, spaziando con naturalezza dal repertorio pop alla romanza, dall’atmosfera gioiosa a quella più intima: una sequenza di grandi successi come “Felicità”, “Nel sole”, “Sharazan”, “Mattino”, “Ci sarà”, “E’ la mia vita” e “Nostalgia Canaglia” da cantare con tutto il pubblico dell’Arena. Lo show è prodotto da Arcobaleno Tre e AC Production con la collaborazione di DM Produzioni e sarà trasmesso prossimamente su Canale 5Info e Prevendite su Tickeone.

https://www.larena.it/argomenti/spettacoli/al-bano-festa-in-arena-i-successi-di-una-carriera-1.10052758

Il 1977, la musica italiana e la ‘Zerofobia’

Il 1977 è l’anno in cui si afferma Renato Zero con canzoni come “Mi vendo” e “Il cielo”.

APPROFONDISCI:   Scheda artista Tour&Concerti Testi

Il 1977, la musica italiana e la 'Zerofobia'
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Articolo di Paolo Panzeri

Nella giornata di oggi Renato Fiacchini, meglio conosciuto con il nome d’arte di Renato Zero, festeggia i settanta anni e li festeggia come meglio non potrebbe. Proprio oggi, infatti, pubblica il primo capitolo di una trilogia intitolata ‘Zerosettanta’ (leggi qui la nostra recensione) che avrà le sue prossime appendici il 30 ottobre e il 30 novembre. Renato ha un ruolino di marcia artistico-lavorativo del tutto invidiabile, ha infatti, per cinque decenni, conquistato la posizione numero uno nella classifica di vendita. Tra i traguardi che lo attendono nel nuovo decennio, seppur, forse, di un’importanza relativa, anche quello di essere numero in sei decenni.Cd RENATO ZERO – Zerosettanta Vol.3 (Masterbook Box Con Alloggio per 3 Cd)19.99 EURAcquistalo suhttps://www.youtube.com/embed/orC7ZcWulXY?enablejsapi=1&origin=https%3A%2F%2Fwww.rockol.it&widgetid=1

La carriera discografica del cantautore romano ha inizio – intendendo con gli album – nel 1973 con “No! Mamma no!” seguito, l’anno successivo, da “Invenzioni”. La terza prova, “Trapezio” (leggi qui la recensione), è quella che, dopo anni di gavetta, gli spalanca le porte della notorietà. Nel 1977, con il suo quarto disco, “Zerofobia”, i tempi sono finalmente maturi per conoscere da vicino un successo che, da lì in poi, non lo ha più abbandonato. Canzoni quali “Il cielo”, “Mi vendo”, “Morire qui”, “Sgualdrina” che è la cover italiana di “Dreamer” della band inglese dei Supertramp, formano lo scheletro del disco e sono ancora oggi tra le canzoni più amate dai fan.https://www.youtube.com/embed/IKCIu7rb5eQ?enablejsapi=1&origin=https%3A%2F%2Fwww.rockol.it&widgetid=2https://www.youtube.com/embed/JnjnVvOB7X4?enablejsapi=1&origin=https%3A%2F%2Fwww.rockol.it&widgetid=4

Il 1977, l’anno in cui esplode – nel senso positivo del termine – Renato Zero è associato nel campo musicale alla affermazione del movimento punk in Gran Bretagna, mentre in casa nostra purtroppo si era nel pieno degli anni di piombo. E se oggi negli Stati Uniti si è in attesa di conoscere quale sarà, tra poco più di un mese, il prossimo presidente, nel 1977 si insediò alla Casa Bianca Jimmy Carter. A New York viene aperto il tempio della ‘disco music’, lo Studio 54, ed è indubbio che echi delle sonorità ‘disco’ si ritrovano anche in “Zerofobia”.https://www.youtube.com/embed/Ehss84QOGu0?enablejsapi=1&origin=https%3A%2F%2Fwww.rockol.it&widgetid=6

In Italia quell’anno Lucio Battisti pubblica l’album “Io tu noi tutti” con il singolo “Amarsi un po’/Sì viaggiare” che si distingue come il più venduto di tutti. Il cantautore napoletano Pino Daniele debutta con “Terra mia”, esce inoltre il settimo album di Lucio Dalla “Com’è profondo il mare”, Claudio Baglioni con “Solo”, ed è anche l’anno di “E’ nell’aria…ti amo” di Umberto Tozzi. C’erano anche i Pooh di “Rotolando respirando” e del singolo “Dammi solo un minuto” e “La pulce d’acqua” di Angelo Branduardi. Il disco più venduto nel nostro paese nel 1977 fu “Burattino senza fili”, concept ispirato al Pinocchio di Carlo Collodi, di Edoardo Bennato. Tra tutte queste uscite si fece onore “Zerofobia” che raggiunse, al suo massimo, il quinto posto della classifica di vendita. La via era tracciata, nel 1978 Renato Zero pubblicò “Zerolandia” ed allargò ulteriormente il numero dei suoi tifosi.https://www.youtube.com/embed/Wb5pqNIDcaM?enablejsapi=1&origin=https%3A%2F%2Fwww.rockol.it&widgetid=8

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by: https://www.rockol.it/news-717192/renato-zero-70-anni-perche-merita-rispetto-polemica-achille-lauro?refresh_ce

NOTE MAGICHE, IL 1980 DEI TOSCANI MARCO TARDELLI E PUPO

Radio Italia prosegue il suo viaggio tra emozioni azzurre e musica

17-06-2020

40 anni fa, l’Italia faceva a suo modo la storia. Con Euro ’80, è stato il primo Paese in assoluto a organizzare il Campionato Europeo per la seconda volta. Una delle partite indimenticabili di quell’edizione resta quella giocata al Comunale di Torino tra Italia e Inghilterra: il match viene deciso da un gol di Marco Tardelli che esulta con il suo urlo “meno famoso”.

Tardelli è nato a Careggine, un comune di 500 anime in provincia di Lucca. Se ci spostiamo di quasi 200 chilometri attraversando la Toscana, arriviamo a Laterina (Arezzo), la terra in cui è cresciuto un grande protagonista del 1980 in musica. Parliamo di Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, che al Sanremo di quell’anno ha presentato “Su di noi”. Con questa canzone, ha conquistato il podio al Festival, ha centrato il disco d’oro con migliaia di copie vendute e ha firmato uno di quei successi che conoscono anche i sassi.

Il 1980 è stato un anno pieno di successi per la musica italiana. Pensiamo a “Luna” di Gianni Togni o a “Una giornata uggiosa” dell’indimenticabile Lucio Battisti. Fra le hit, c’è anche “Stella stai”, che Umberto Tozzi ha eseguito dal vivo nella decima edizione di RADIO ITALIA LIVE.

Nello stesso anno, ritroviamo il colore della nostra Nazionale in un altro grande classico italiano. “Che fai, se stai lì da solo, in due più azzurro è il tuo volo”, cantava nel 1980 Renato Zero in uno dei suoi brani più iconici, “Amico”.

Autore:
Andrea Daz

Superclassifica show, chi era la voce del Telegattone

Superclassifica show Telegattone

Superclassifica show è uno dei programmi musicali italiani più amati di sempre, era condotto da Maurizio Seymandi e tutte le settimane riportava le classifiche delle vendite dei dischi.

La storia di Superclassifica show

Il contenitore musicale, abbinato a Tv Sorrisi e Canzoni, andava in onda sulle televisioni locali, negli anni ’80 venne trasmesso su Canale 5, rimanendo nella memoria di tutti grazie alla sigla cantata dal Telegattone, il simbolo dello show. La voce del Telegattone era di Franco Rosi, che si è spento all’età di 75 anni a Milano oggi, domenica 17 febbraio 2019.

La classifica dei dischi invece veniva presentata da Dj Super X che aveva un volto che ricordava la palla stroboscopica della discoteca. Un effetto visivo unico per l’epoca e ottenuto in maniera molto semplice: Sandra Brianza, organizzatrice della produzione, indossava un cappuccio verde, per usare il Chroma Key. Anche questo personaggio aveva la voce di Franco Rosi.

franco rosi voce telegattone

Interviste di Superclassifica show

Nel corso degli anni il programma ha subito diverse modifiche. Nel 1995 è diventato Super e dopo ben 17 anni Maurizio Seymandi decise di abbandonare la conduzione che è stata affidata tra gli altri a Gerry Scotti, Laura Freddi, Peppe Quintale ed Elenoire Casalegno. Super era seguito soprattutto da giovani per questo nel 1997 è traslocato su Italia 1.

Il 13 gennaio 2013 il programma è tornato su Italia 2 con il nome di Superclassifica 2oltre alle classifiche musicali c’erano interventi video che riguardavano le vecchie puntate. Uniche le interviste di Superclassifica show con Seymandi, tra i primi cantanti ad accettare il suo invito ci sono stati Renato Zero con “Mi Vendo” e Umberto Tozzi con “Ti amo”.

Chi era Franco Rosi: biografia e carriera

Oggi si torna a parlare di Superclassifica show dopo la terribile notizia delle morte di Franco Rosi. Tanti adolescenti cresciuti a pane, nutella, Bim bum bam e Superclassifica show, sono andati su Youtube a cercare la sigla cantata dal Telegattone (la riportiamo in fondo all’articolo). Franco Rosi aveva 75 anni ed era stato allievo di Alighiero Noschese, il suo nome d’arte invece era stato inventato da Cino Tortorella.

La voce del Telegattone si è spenta per sempre all’ospedale di Magenta. Rosi, al secolo Emilio Eros De Rosam imitatore, attore e cantante, ha lasciato i 4 figli e la moglie. Con Cino Tortorella, il mitico Mago Zurlì dello Zecchino D’oro, aveva iniziato la sua carriera di imitatore. Era famoso anche per le imitazioni di Franco Franchi, Fred Buongusto e Mike Bongiorno, con cui aveva lavorato in “La fiera dei sogni”, “Flash” e “Giromike”

Superclassifica show, chi era la voce del Telegattone

ECCO I CINQUE ARTISTI COI QUALI E’ STATO PIU’ DIFFICILE COLLABORARE

by Marco Stanzani

 
Quest’anno compio 30 anni di onorata carriera (si fa per dire) al servizio della musica (per giunta senza saper suonare manco il campanello di casa, pensa te).

Due anni fa mi venne in mente di annotare in un piccolo libro (i cui proventi sono destinati all’Ageop – Associazione Genitori di Oncologia Pediatrica), intitolato “Artisti di Spalle” (per chi volesse comprarlo questo è il LINK), alcuni episodi-aneddoti accaduti con artisti coi quali ho avuto il privilegio di poter collaborare.

Crediti del FotoMontaggio Immagini: ©FareMusic – FMD Copyright

Questa mattina invece ripensavo a quali sono stati gli artisti coi quali è stato più complicato lavorare. E ne è venuta fuori una classifica abbastanza complessa, ma per farvela breve vi racconterò soltanto le prime cinque posizioni.

E dunque, al numero 5 della classifica degli artisti che mi hanno impegnato maggiormente metterei sicuramente Umberto Tozzi. Artista straordinario quanto indolente, per lavorare bene con lui è più importante conoscere la mappa dei migliori ristoranti italiani piuttosto che l’andamento degli airwaves radio. Per cui ai colleghi che avranno il privilegio di poter lavorare con Umberto suggerirei di ingoiarsi direttamente la Guida Michelin. (continua…)

artisti

leggi l’intero articolo cliccando sul link qui sotto:

ECCO I CINQUE ARTISTI COI QUALI E’ STATO PIU’ DIFFICILE COLLABORARE

In diretta su Rai 1 le due serate Wind Music Awards

mercoledì, 24 maggio 2017

24.05.2017

La scorsa edizione in Arena (foto Archivio)

La scorsa edizione in Arena (foto Archivio)

tutto schermo

Il 5 e 6 giugno la prima serata di Rai 1 sarà illuminata dalle grandi stelle della musica italiana che verranno premiate per i loro recenti successi discografici e si esibiranno sul prestigioso palco dell’Arena di Verona per i Wind Music Awards. A presentare le due serate, in diretta su Rai 1 a partire dalle 20.35, saranno Carlo Conti e Vanessa Incontrada.

I PREMIATI

Ecco i primi nomi degli artisti premiati: Alessandra Amoroso, Baigio Antonacci, Benji&Fede, Loredana Bertè, Boomdabash, MicheIe Bravi, Briga, Decibel, Francesco De Gregori, Elisa, Elodie, Emma, Fabri Fibra, Francesco Gabbani, Ghali, Giorgia, Raphale Gualazzi, Rocco Hunt, Il pagante, Il Volo, J-Ax & Fedez, Ligabue, Litfiba, Lowlow, Fiorella Mannoia, Marracash e Gué Pequeno, Ermal Meta, Modà, Fabrizio Moro, Gianna Nannini, Nek, Max Pezzali, Gabri Ponte, I Pooh, Eros Ramazzotti, Massimo Ranieri, Francesco Renga, Fabio Rovazzi, Sfera Ebbasta, Sergio Sylvestre, Thegiornalisti, Umberto Tozzi, Renato Zero, Zucchero.

Come di consueto, verranno premiate le stelle del panorama musicale italiano che hanno raggiunto (nel periodo maggio 2016/maggio 2017) con i loro album i traguardi ’orò, ’platinò e ’multi platinò e con i loro singoli la certificazione ’platinò e ’multiplatinò (certificazioni FIMI/GfK Retail and Technology Italia). Il ’Premio Livè, basato su certificazioni SIAE, in collaborazione con Assomusica, verrà introdotto per la prima volta quest’anno e verrà consegnato a tutti gli artisti che si sono contraddistinti per i risultati rilevanti ottenuti in termini di numero di spettatori presenti ai loro concerti (nel periodo maggio 2016/maggio 2017). Tra i ’Premi livè un riconoscimento sarà riservato anche allo spettacolo dal vivo non musicale che nel periodo di riferimento ha ottenuto il maggior numero di ingressi.

LE CATEGORIE

Le categorie individuate per la premiazione degli artisti durante la ’serata dei successi livè sono: oro oltre i 40.000 spettatori, platino oltre i 100.000, doppio platino oltre i 200.000, triplo platino oltre i 300.000, diamante oltre i 400.000. Nel corso delle serate, che vedranno la partecipazione anche di Clean Bandit, Imagine Dragons, Lenny, Luis Fonsi e Ofenbach in qualità di ospiti internazionali, verranno consegnati altri riconoscimenti e premi speciali agli artisti che si sono contraddistinti per risultati d’eccezione. Wind Music Awards é realizzato con la collaborazione delle Associazioni del Settore Discografico FIMI, AFI, e PMI e con la collaborazione di SIAE e Assomusica, prodotto da F&P Group con la Ballandi Multimedia per la cura e la gestione di tutti gli aspetti televisivi dell’evento.

LAPRESSE
 http://www.larena.it/in-diretta-su-rai-1-le-due-serate-wind-music-awards-1.5722760

 

«Artisti di spalle», 50 storie di artisti famosi: si presenta libro

Sabato 16 gennaio alle ore 17,30 – PISTOIA – «Artisti di spalle», 50 storie di artisti famosi raccontate dal loro promoter, Marco Stanzani. Sabato 16 gennaio, con inizio alle ore 17.30  la presentazione del libro alla Book Caffè Libreria del Globo a Pistoia, con la partecipazione di Elisabetta Branchetti, talent scout / organizzatrice d’eventi pistoiese nonché amica dell’autore. Nel volume vizi e virtù, sui nostri idoli, da Lucio Dalla a Umberto Tozzi, passando per Renato Zero,  Mogol, Pino Daniele, Vasco Rossi, Lucio Battisti, Celentano per arrivare a Ramazzotti, Gino Paoli e tanti altri ancora. L’appuntamento sarà reso ancora più intrigante dalla partecipazione degli Street Clerks, i musicisti fiorentini del team di Simona Ventura finalisti a «X-Factor 2013», che eseguiranno dal vivo alcuni brani portati al successo dai protagonisti del libro.

by tuttopistoia.com

Musica, l’ombra di tangenti e ricatti per andare in radio

leggi l’articolo su lettera43.it

Massimo Del Papa

CORRUZIONE

Musica, l’ombra di tangenti e ricatti per andare in radio

Non paghi? Non ti trasmettono. E resti muto. L’ultima denuncia è di Caputo. Come lui tanti boicottati: Finardi, Conte, Bennato. Riecco il fantasma mazzette.

di

13 Aprile 2015

Sergio Caputo.

Sergio Caputo.

Si chiamava payola.
Significa pagare per trasmettere: è una lunga storia di tangenti d’etere. La corruzione dei dee-jay per decadi si è sospettata, a volte tollerata. Scoppiò in America e adesso sembra essere tornato con modi più sfumati, più complicati.
Ma è sempre la solita vecchia storia: tu mi paghi, mi garantisci entrate e io ti sparo nell’etere oppure niente, sei fuori, sei muto e se sei muto e fai il cantante allora non esisti, non hai speranze.
LE EMITTENTI BOICOTTANO. Una decina d’anni fa ci fu uno scandalo anche qui, lambì quasi tutti i principali network, poi nessuno ne parlò più.
Sergio Caputo, quello del Sabato italiano, il continuatore dello swing all’italiana dei Carosone e dei Johnny Dorelli, è tornato ad agitare il fantasma: ha fatto un disco nuovo, ma le radio lo boicottano.
E allora lui ha detto quello che tutti mormorano, ma non confermeranno mai: la radiopoli, la solita cara vecchia payola.
«PORTE CHIUSE IN FACCIA». L’ha detto in giro, ha concesso una intervista al sito Rockol, continua a sbottare: «Quelli come me, come Finardi, come Conte, sono morti? Fanno i pizzaioli? No, facciamo sempre musica, ma ci chiudono le porte in faccia».
Caputo non salva nessuna emittente, neanche la tanto decantata Radio Italia che per missione avrebbe quella di divulgare il canto tricolore.
LE RADIO: «QUESTIONI DI GUSTI». Le radio non rispondono oppure oppongono ragioni d’etere, si appellano ai gusti dei giovani, ma si sa che sono invece i gusti di chi trasmette e ha buone ragioni per le sue scelte.
Sullo sfondo, tutto un complicato giro di cessioni di diritti di edizione, di pacchetti “musica-pubblicità”, di sinergie radiotelevisive, di business dei concerti che sono ormai l’unico grande affare rimasto alla musica.
Ma insomma si capisce che stringi stringi chi non respira etere sospetta la solita vecchia payola, agevolata da una crisi musicale ormai endemica, conclamata.

Pino Daniele, Umberto Tozzi e Renato Zero big ridimensionati

Edoardo Bennato.

(© Getty Images) Edoardo Bennato.

I grossi calibri sono scarichi.
Il povero Pino Daniele del suo ultimo e non disprezzabile La Grande Madre, autoprodotto, aveva venduto poco più di mille copie.
Umberto Tozzi, che tra fine Anni 70 e inizio 80 macinava milioni di copie, con l’ultimo Yesterday, Today si è fermato a meno di 7 mila e poi ha sospeso ulteriori pubblicazioni, perché anche lui si autoproduce.
Renato Zero – che l’ostracismo delle radio aveva denunciato in diverse canzoni – è passato dai 600 mila cd ai 70 mila risicati dell’ultimo doppio Amo, e ce l’ha fatta solo raddoppiando il numero dei concerti perché il primo capitolo aveva fatto segnare una imbarazzante quota 19 mila. Imbarazzante e preoccupante, avendo lui investito alcuni milioni di euro nella realizzazione.
BENNATO SOTTO «RICATTO». Edoardo Bennato, per diretta ammissione, ha un album pronto, un doppio con 20 brani, ma «non trova cane che gli abbai»: gli avevano proposto, racconta Edo, di andare a Sanremo, ma per lui era un ricatto inaccettabile e allora i brani restano nel cassetto. Destino che aveva già segnato Enzo Jannacci.
Non c’è niente da fare, la geografia musicale è proprio cambiata.
Per una Nannini che fa 100 mila copie con una raccolta (e non ci si crede), per un Vasco Rossi che tiene botta, anche se non più ai livelli del passato (circa 300 mila copie dell’ultimo Sono innocente), ce ne sono tanti, troppi che ammainano le vele.
E NEL 2014 MERCATO A +7%. E nel 2014, secondo dati ufficiali Fimi, il mercato è risalito del 7% rispetto al 2013 grazie anche all’espansione del digitale e dello streaming (legale). Mentre non fa testo il reparto nostalgia del vinile, cresciuto sì del 36%, ma all’interno di un irrisorio 2,6% globale.

Oggi tirano rapper e finti artisti dei talent

Lorenzo Fragola sul palco dell'Ariston durante la terza serata del Festival di Sanremo.

(© Ansa) Lorenzo Fragola sul palco dell’Ariston durante la terza serata del Festival di Sanremo.

È proprio la morfologia a essere diversa. Oggi tirano – ma per quanto?, una stagione, due – i rapper che piacciono alle radio, balbettanti erogatori di concetti elementari, tirano le boyband che piacciono alle ragazzine e i falsi artisti dei talent.
Mentre i festivalbar istituzionali come Sanremo o l’alternativo Primo maggio non spostano più niente e l’autoproduzione, che fino a 15 anni fa era la lettera scarlatta, è diventata per tutti l’ultima thule.
MONDO ALLA ROVESCIA. Sono usciti «da soli», dopo anni di latitanza, Alberto Fortis e, da pochissimo, Gianni Togni, mentre Eugenio Finardi col nostalgico Fibrillante ha ritrovato visibilità più che altro per essere prodotto da Max Casacci dei Subsonica.
Come a dire il mondo alla rovescia, i maestri al traino degli epigoni.
Qualcuno attinge dal crowfunding, altri fanno i salti mortali, vanno a registrare in Est Europa o se la cavano con quello che hanno in casa.
MOSSE ONLINE SBAGLIATE. Ma i senatori non possono cambiarsi la testa. C’è chi, come Baglioni, sbaglia le mosse, libera in Rete un nuovo disco “spacchettato”, un brano alla volta, ma non è una gran trovata.
Altri preferiscono togliere il disturbo: Ivano Fossati si è ufficialmente ritirato così come Guccini, ma chissà se è davvero una faccenda di età, di saturazione o non la vita grama del cantautore tornato musicante con le difficoltà, le precarietà, i rischi del caso.
ORA FANNO GOLA 30 MILA COPIE. Non si sa più come fronteggiare un passaggio irreversibile e strano, le 30 mila copie dei Subsonica le invidiano tutti quelli che 30 anni fa ci avrebbero sputato sopra.
Di colpo “indie” non è fico, non è sfigato, è solo obbligato. Tutti a disputarsi le 5 mila copie che tirano su le spese e consentono un giro di concerti, tutti anche a fare meno gli schizzinosi di prima, se invece delle solite stamberghe mascherate da locali capita un teatro come Dio comanda, con camerini riscaldati e un pranzo da cristiani, è già grasso che cola.
UN’EPOCA MUSICALE È FINITA. Anche lo stagno alternativo è in prosciugamento. La livella è arrivata per tutti, un’epoca musicale, quella dei grandi dischi, dei grandi ingaggi, dei passaggi radio a raffica, dei miliardi facili (in lire), delle folle oceaniche si è davvero chiusa, almeno in Italia.
Perché anche i cari fan alla fine son sempre gli stessi, seguono il gruppo, diventano parte della strada, diventano quasi parenti. E intanto i Caputo passano, ma la payola, o almeno il suo sospetto, resta. Una lunga sporca storia che è vecchia come la radio.

Addio Pino Daniele: un cuore aperto, fragile e troppo pieno di cose

” ‘a pucundria me scoppia ogne minuto ‘mpietto ” : Pino Daniele non c’è più. – See more at: http://www.corsoitalianews.it/pino-daniele-05012014/#sthash.zC51tP1K.dpuf

pino-daniele
Se n’è andato il nero a metà, quello che mentre l’America s’ha pigliat’ e megl’ post e chesta città, le strappava la rabbia del blues, la mescolava con l’energia del funky e dava ‘n faccia senza ce penza’. “Uagliù” come avrebbe detto con quella vocina che risaliva dal fondo di un omone col cuore di cristallo, uagliù, che brutto risveglio stamattina.

E il mare, e il mare sta semp’ llà tutt sporco e chino ‘e munnezz’… e stamattina non si può fare a meno di guardarlo il mare di Napoli e pensare che col cuore di Pino Daniele se n’è andato un pezzo fondamentale di quello di tutti i napoletani.Troppe canzoni, troppi ricordi, il ragazzone del centro storico spaccava con quella chitarra, sudava e sputava tutto il male della città madre strafottente, tanto bella da guardare, così amara da vivere.

Il suo primo gruppo si chiamava “Batracomiomachia” come la guerra tra rane e topi, parodia delle lotte tra gli eroi epici della Grecia classica; e di epica musicale italiana, non se ne abbia nessuno a male, Napoli ne ha saputo tantissimo: ne è un esempio quel miracolo degli Showmen, dal cui scioglimento presero forma la leggenda progressive degli Osanna e dall’altro lato i Napoli Centrale- guidati da quel personaggio formidabile e incazzoso che respingeva a colpi di insulti un surreale Lello Arena in “No grazie, il caffè mi rende nervoso”: James Senese. E poi ovviamente Pino Daniele, che- ormai suona come una leggenda bellissima- contattò proprio il sassofonista “ngazzate nire” : «Ciao, sono Giuseppe Daniele, mi piace la musica che fai, te vulesse incuntra’». Sodalizio generosissimo per gli appassionati di musica ai piedi della sirena addormentata, mentre nel resto d’Italia andavano per la maggiore Umberto Tozzi e Claudio Baglioni. Sul serio, eh.

Ma le incursioni musical-socio-antropologiche di Pinuccio e sodali, davano svariate piste ai canzonettieri dello stivale e qualcuno cominciava ad accorgersene.Agosto 1983, Zurigo, Esposizione Internazionale delle Telecomunicazioni e Hi-Fi. Sullo stesso palco dove tre anni prima si era esibito in diretta sulla tv svizzero-tedesca, Pino Daniele ritorna per un intero concerto, accompagnato in quasi tutti i brani da Toni Esposito alle percussioni e Tullio De Piscopo alla batteria.Quel concerto è una pietra miliare, ripreso dalla Rai e trasmesso a eterna memoria del genio e della sensibilità napoletani, con quel Pulcinella appesantito che si dà senza risparmiarsi, che si diverte a improvvisare e rivedere, sospendere e ripartire, supportato da musicisti fortissimi. E non si stancano, no, perché la rabbia è una vendetta smargiassa su quel palco, e ce n’è per tutti, co’ blues astregne e rient’ e sone mò.

Poi insomma, la discografia e le tappe della sua carriera, quelle basta andarsele a cercare su Wikipedia, ma emozionarsi, oggi, per la leggerezza dei lazzari felici, per tutto quello che hanno rappresentato Pino Daniele, i film di Massimo Troisi, Maradona e la favola napoletana degli anni ’80 divisi tra guerre di camorra e poesia- sì oggi si può dire anche poesia senza sfociare nella bieca retorica- emozionarsi oggi, raccogliersi e riempire il vuoto di musica, è non solo inevitabile, ma un tributo dovuto. Non è la vocazione del napoletano al martirio oggi, non è il dolore stupido per la morte di qualcuno che non si conosceva. E’ la storia di ognuno di noi, è la consolazione che tanti momenti hanno accompagnato la musica e la voce di Pino Daniele; le sigarette fumate lasciandosi cullare da una solitudine accogliente; i sogni di libertà; le storie; l’energia e un calore di sottofondo: tutto quanto ha saputo fare un cuore aperto, fragile e troppo pieno di cose.

Simona Ciniglio

by corsoitalianews,it

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il messaggero: video: i big della musica al funerale di Pino Daniele