Il personaggio: Lele Sarallo e la notte romana di Vasco Rossi al Circo Massimo

Spazia tra radio, serate live e video comici sul web. Lo abbiamo avvicinato in una bella serata nella capitale e lui volentieri ci ha concesso l’intervista

Lele Sarallo

Raffaele Pongelli

16/08/2022 17:10

Il suo habitat naturale è lo spettacolo. È uno show man a tutto tondo. Spazia tra radio, serate live e video comici sul web. Insomma è una forza della natura. In una calda serata romana incontriamo Lele Sarallo.

Nelle scorse settimane ha aperto il concerto di Vasco Rossi al Circo Massimo di Roma.
«Mi devo ancora riprendere da un’emozione grande. Veramente indescrivibile. Non ce l’aspettavamo che ci scegliessero e non ci aspettavamo che il pubblico di Vasco rispondesse così alla grande al nostro show».

In cosa è consistito il suo spettacolo?
«Con Lory Voice e DJ Kubik abbiamo fatto un set di 20-25 minuti. Lory Voice, Lorena, è una tra le più grandi artiste che abbia conosciuto in questi anni. Lei è di Roma e abbiamo fatto un po’ coppia artistica anche in radio, a Radio Roma, e spesso facciamo le serate insieme. DJ Kubik è un dj bravissimo sulla dance e ha la particolarità di suonare col Cubo di Rubik in testa, proprio in omaggio agli anni ’90, sulla scia artistica di quel genere che si vede in tivù da parte di alcuni cantanti».

Come siete arrivati su quel palco?
«La settimana prima, noi tre abbiamo realizzato un evento di piazza a Turi, vicino Bari, e siamo piaciuti al manager di Kubik, che è Willy Marano e che è l’assistente personale di Vasco Rossi. Lui ci ha proposto di aprire il concerto di Vasco. Abbiamo detto subito sì!».

Ci racconta la giornata?
«È stato un giorno magico, da quando siamo arrivati fino alla fine. Tra i tanti, ti dico che abbiamo conosciuto la band di Vasco e in particolare il bassista Claudio Golinelli, uno dei suoi migliori amici. Poi abbiamo conosciuto Gaetano Curreri degli Stadio. Alle 19 è arrivato il nostro momento. Siamo entrati sul palco, dopo la stupenda presentazione di Diego Spagnoli, lo storico assistente di palco di Vasco. Eravamo i primi a esibirci. Si percepiva che pubblico aveva bisogno di una scossa, di una scarica. Appena entrati io ho urlato semplicemente ‘Ciao Roma!’. A quel punto le migliaia di persone presenti sono esplose in un boato! E lì il primo brivido. A quel punto finisce l’agitazione e parte l’adrenalina. Abbiamo fatto un percorso anni ’90-2000 con punte anni ’80, fatto di canzoni sia italiane che straniere, però rifatte da noi. Pensa abbiamo iniziato con Tu di Umberto Tozzi. Noi cantavamo insieme alla base e al pubblico. Lory è la vera cantante, io mi occupo più dell’intrattenimento. La performance è durata circa 25 minuti ma sembrava un’eternità, perché su quel palco è un’emozione troppo forte. Eravamo talmente carichi di adrenalina che avremmo potuto fare altre tre ore sul palco!».

Impegni per la prossima stagione?
«Sarò sempre in radio con Sarallo Famosi su Radio Roma con una grande novità, nella prossima stagione saremo anche visibili in televisione al canale 14 del digitale terrestre in tutto il Lazio, e poi ci saranno i vari eventi a cui parteciperò e i miei nuovi video comici sul web»

Un suo luogo del cuore?
«Forse sono due. Il primo la casa dove viveva mia nonna a Pontinia. Lì chiacchieravo con lei, venivano i parenti e gli amichetti. L’altro a Roma. Più che un luogo direi un quartiere, l’Eur, perché è stato il primo quartiere dove ho avuto successo nelle serate».

E una persona del cuore?
«Anche in questo caso sono due. Sicuramente mia madre, che ha sempre creduto in me, anche quando le cose andavano male. È stata lei che mi ha insegnato a ridere sempre e a rimboccarmi le maniche. Poi Gianluca Lucas Guidi, che è il regista del mio programma radiofonico, ma è soprattutto un fratello per me. Pure lui è cresciuto a Pontinia. Considera che senza di lui il programma non si potrebbe fare, perché, oltre a essere bravissimo, è l’unico con cui ho una sintonia al cento per cento».

by: https://www.ciociariaoggi.it/cultura-e-spettacoli/tempo-libero/219366/lele-sarallo-e-la-notte-romana-di-vasco-rossi-al-circo-massimo

VASCO ROSSI, IL TITOLO “NON L’HAI MICA CAPITO”? COLPA DI UMBERTO TOZZI

In origine si chiamava “Ti voglio bene” ma doveva distinguersi da “Ti amo”26-11-2020

 Scheda artista

Vasco Rossi svela su Instagram che Non l’hai mica capito in origine si chiamava Ti voglio bene: il titolo è cambiato per distinguere il brano da Ti amo di Umberto Tozzi. La canzone compie 40 anni con l’album Colpa d’Alfredo.

Il rocker di Zocca affida una curiosità storica ai social, parlando del suo famoso pezzo del 1980 Non l’hai mica capito, il cui ritornello inizia con il verso “Ti voglio bene…”: “Non potevo chiamarla Ti voglio bene: dovevo differenziarmi da titoli simili già esistenti, come Ti amo di Umberto Tozzi, e allora l’ho intitolata Non l’hai mica capito, anche se in origine era proprio Ti voglio bene”.

https://www.instagram.com/vascorossi/?utm_source=ig_embed

Quel brano, uscito come singolo nel gennaio del 1980 insieme ad Asilo Republic, è nato con una certa intenzione: “È un esperimento di canzone più orecchiabile, per vedere se riuscivo a conquistare il pubblico femminile (scherzo). Le ragazze sono sempre state la mia ispirazione più profonda, a volte personaggi generici, una categoria di persone, a volte vere”.

Non l’hai mica capito fa parte dell’album Colpa d’Alfredoin uscita in una nuova speciale versione per celebrare i suoi 40 anni.

Intanto cresce l’attesa per la nuova canzone di Vasco Rossi, che verrà presentata “ballando” con Roberto Bolle e sarà accompagnata da un video girato a Bologna in una Piazza Maggiore deserta.

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 Autore: Francesco Carrubba

26-11-2020 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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I love my radio: è “Albachiara” la canzone più amata dagli italiani

Si è concluso il sondaggio lanciato dalle radio italiane che ha omaggiato i 45 anni della radio indipendente italiana.

APPROFONDISCI:   Scheda artistaTour&ConcertiTesti

I love my radio: è "Albachiara" la canzone più amata dagli italiani
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Lo scorso 18 maggio un pool di 17 emittenti italiane – per festeggiare i 45 anni dalla nascita della prima radio libera nel nostro Paese – lanciò il format ‘I love my radio’ invitando gli ascoltatori a scegliere quale fosse, a parer loro, la canzone italiana più rappresentativa dal 1975 al 2019 compreso, indicando la canzone da un elenco di brani preselezionato, una per ogni anno a partire, per l’appunto, dal 1975.

Ieri sera è stato svelato il nome della canzone vincitrice, questa è “Albachiara” di Vasco Rossi. Il brano venne pubblicato dal cantautore emiliano sul lato B dell’album “Non siamo mica gli Americani” il 30 aprile 1979. Praticamente da sempre “Albachiara” è il brano che chiude i concerti di Vasco. Il Kom prese spunto per la sua composizione da una melodia composta dallo scomparso Massimo Riva, mentre il testo gli è stato ispirato da una ragazzina che vedeva passare dalla finestra di casa.

Il podio del maxi sondaggio è stato completato da “A te” di Jovanotti, che ha occupato la seconda posizione mentre al terzo posto si è posta “La donna cannone” di Francesco De Gregori.

A seguire l’elenco dei brani:

1975 Claudio Baglioni – Sabato Pomeriggio

1976 Riccardo Cocciante – Margherita

1977 Umberto Tozzi – Ti Amo

1978 Lucio Battisti – Una Donna Per Amico

1979 Vasco Rossi – Albachiara

1980 Gianni Togni – Luna

1981 Franco Battiato – Centro Di Gravità Permanente

1982 Loredana Bertè – Non Sono Una Signora

1983 Francesco De Gregori – La Donna Cannone

1984 Antonello Venditti – Notte Prima Degli Esami

1985 Eros Ramazzotti – Una Storia Importante

1986 Lucio Dalla – Caruso

1987 Zucchero – Senza Una Donna

1988 Massimo Ranieri – Perdere L’amore

1989 Raf – Ti Pretendo

1990 Pooh – Uomini Soli

1991 Pino Daniele – Quando

1992 Luca Carboni – Mare Mare

1993 Laura Pausini – La Solitudine

1994 883 – Come Mai

1995 Ligabue – Certe Notti

1996 Articolo 31 – Domani

1997 Nek – Laura Non C’è

1998 Biagio Antonacci – Quanto Tempo E Ancora

1999 Luna Pop – 50 Special

2000 Tiromancino – Due Destini

2001 Elisa – Luce (Tramonti A Nord Est)

2002 Daniele Silvestri – Salirò

2003 Giorgia – Gocce Di Memoria

2004 Tiziano Ferro – Sere Nere

2005 Negramaro – Estate

2006 Gianna Nannini – Sei Nell’anima

2007 Fabrizio Moro – Pensa

2008 Jovanotti – A Te

2009 Malika Ayane – Come Foglie

2010 Cremonini E Jovanotti – Mondo

2011 Fabri Fibra – Tranne Te

2012 Arisa – La Notte

2013 Marco Mengoni – L’essenziale

2014 Fedez Ft Francesca Michielin – Magnifico

2015 Baby K & Giusy Ferreri – Roma Bangkok

2016 Max Gazzè – Ti Sembra Normale

2017 Francesco Gabbani – Occidentali’s Karma

2018 Thegiornalisti – Questa Nostra Stupida Canzone D’amore

2019 Mahmood – Soldi

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by: https://www.rockol.it/news-717382/i-love-my-radio-vince-albachiara-di-vasco-rossi-poi-a-te-di-jovanotti

Musikanten – I The Giornalisti hanno stancato

thegiornalisti

 23 Set.

di Enzo Bollani – Continua inesorabile l’ascesa dei The Giornalisti, stavolta un po’ tanto Umberto Tozzi, solitamente Vasco Rossi e talvolta Luca Carboni. Un pot pourri, per dirla alla Mike mentre intervista Vasco, di cose che esistevano già. Solo che, quelle che esistono già, suonano molto meglio.
So di non essere l’unico e nemmeno il primo, a parte quelli che, di costoro, devono parlarne bene per forza, ma vorrei capire perché debba subire così tanto cotanta saccenza, presunzione e sicumera, quando vado al bar nemmeno più a prendere un caffè, perché il timbro vocale mi irrita e finirei per prendere il dolcificante al posto dello zucchero.
Trovo la stessa utilità del dolcificante, in certi passaggi banali, cioè tutti. Avevo già scritto che dare della puttana alla felicità non fosse proprio il massimo, e che non fosse per nulla moderno.
Lo avevo detto all’inizio dell’estate, e lo confermo nel primo giorno d’autunno. E ancora mi domando, a voce alta: “Ma di chi sono amici, questi?” No perché la bella canzone d’altri tempi la imparavi in una volta, e mi sta bene che uno sia ruffiano e voglia continuare persino a dirsi Indie.
Ma c’è un limite a tutto. Allora, già che ci sei, chiama il singolo “New York New York”, e specifica che l’inciso è un mix di “Perdendo Anna”, di Umberto Tozzi e Giancarlo Bigazzi, e sticazzi. Visto che sono persino romani. Avrei un titolo per il disco: “Un plagio dopo l’altro”. Basta, mi sembra di essere la brutta copia di Michele Monina, con la differenza che però sono molto più bello. Quasi quasi, mi faccio uno shampoo.

Canzoni italiane dedicate alle donne: Iris, Sally, Francesca e le altre

Tanti cantanti italiani hanno dedicato una canzone ad una donna. Riascoltiamo le 15 canzoni in cui la protagonista è una lei.

Foto: Lucio Battisti  – Credit: © Mondadori

07 Agosto 2017 | 10:45 di Eleonora Gasparella

Quante volte l’amore e l’affetto nei confronti di una donna sono stati oggetto di una canzone? Non si contano nemmeno! I nomi femminili che hanno dato il titolo a canzoni italiane sono tantissimi: dai più utilizzati, Anna e Giulia, fino a nomi più particolari come Iris, la protagonista del famoso brano di Biagio Antonacci.

I nomi più usati nelle canzoni italiane: Marco e Laura in vetta

Il maggior numero di canzoni dedicate a un nome femminile si trovano nella discografia di Lucio Battisti, di Antonello Venditti e di Vasco Rossi. Non sempre però il rapporto con queste donne è semplice, spesso a rivolgersi a loro sono uomini tormentati e quasi ossessionati da quel nome che rimane in testa e non se ne va.
Capita anche che legato a queste donne ci sia un sospetto tradimento, come nel caso di Non è Francesca oppure una storia difficile, come quella della determinata Mary, protagonista del pezzo dei Gemelli Diversi.
Vediamo alcune delle più belle canzoni italiane il cui titolo è un nome di donna, ognuna di esse racconta una storia e una protagonista diversa.

Umberto Tozzi: “Mi piace il Napoli. Balo il Vasco Rossi del calcio”

 

«Artisti di spalle», 50 storie di artisti famosi: si presenta libro

Sabato 16 gennaio alle ore 17,30 – PISTOIA – «Artisti di spalle», 50 storie di artisti famosi raccontate dal loro promoter, Marco Stanzani. Sabato 16 gennaio, con inizio alle ore 17.30  la presentazione del libro alla Book Caffè Libreria del Globo a Pistoia, con la partecipazione di Elisabetta Branchetti, talent scout / organizzatrice d’eventi pistoiese nonché amica dell’autore. Nel volume vizi e virtù, sui nostri idoli, da Lucio Dalla a Umberto Tozzi, passando per Renato Zero,  Mogol, Pino Daniele, Vasco Rossi, Lucio Battisti, Celentano per arrivare a Ramazzotti, Gino Paoli e tanti altri ancora. L’appuntamento sarà reso ancora più intrigante dalla partecipazione degli Street Clerks, i musicisti fiorentini del team di Simona Ventura finalisti a «X-Factor 2013», che eseguiranno dal vivo alcuni brani portati al successo dai protagonisti del libro.

by tuttopistoia.com

Sanremo ad Olivola – Festival della Canzone Italiana

by ilmonferrato.it

Olivola — Giovedì 17 settembre la Pro Loco di Olivola, in collaborazione con il Comune, organizza in piazza Europa “Sanremo ad Olivola – Festival della Canzone Italiana”. Il concerto inizierà alle or 21 e durante la serata suoneranno “I Banditi di Rocchetta Tanaro”, complesso ritmico sinfonico a fiati, formato da 50 elementi e 5 cantanti. Dirige il maestro Corrado Schialva. Saranno eseguite le canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana degli ultimi 20 anni con canzoni di: Mina, Patty Pravo, Anna Oxa, Fausto Leali, Vasco Rossi, Ricchi e Poveri, Enrico Ruggeri, Umberto Tozzi, Gianni Morandi. Durante la serata sarà attivo servizio bar.

amb

 

 

 

Musica, l’ombra di tangenti e ricatti per andare in radio

leggi l’articolo su lettera43.it

Massimo Del Papa

CORRUZIONE

Musica, l’ombra di tangenti e ricatti per andare in radio

Non paghi? Non ti trasmettono. E resti muto. L’ultima denuncia è di Caputo. Come lui tanti boicottati: Finardi, Conte, Bennato. Riecco il fantasma mazzette.

di

13 Aprile 2015

Sergio Caputo.

Sergio Caputo.

Si chiamava payola.
Significa pagare per trasmettere: è una lunga storia di tangenti d’etere. La corruzione dei dee-jay per decadi si è sospettata, a volte tollerata. Scoppiò in America e adesso sembra essere tornato con modi più sfumati, più complicati.
Ma è sempre la solita vecchia storia: tu mi paghi, mi garantisci entrate e io ti sparo nell’etere oppure niente, sei fuori, sei muto e se sei muto e fai il cantante allora non esisti, non hai speranze.
LE EMITTENTI BOICOTTANO. Una decina d’anni fa ci fu uno scandalo anche qui, lambì quasi tutti i principali network, poi nessuno ne parlò più.
Sergio Caputo, quello del Sabato italiano, il continuatore dello swing all’italiana dei Carosone e dei Johnny Dorelli, è tornato ad agitare il fantasma: ha fatto un disco nuovo, ma le radio lo boicottano.
E allora lui ha detto quello che tutti mormorano, ma non confermeranno mai: la radiopoli, la solita cara vecchia payola.
«PORTE CHIUSE IN FACCIA». L’ha detto in giro, ha concesso una intervista al sito Rockol, continua a sbottare: «Quelli come me, come Finardi, come Conte, sono morti? Fanno i pizzaioli? No, facciamo sempre musica, ma ci chiudono le porte in faccia».
Caputo non salva nessuna emittente, neanche la tanto decantata Radio Italia che per missione avrebbe quella di divulgare il canto tricolore.
LE RADIO: «QUESTIONI DI GUSTI». Le radio non rispondono oppure oppongono ragioni d’etere, si appellano ai gusti dei giovani, ma si sa che sono invece i gusti di chi trasmette e ha buone ragioni per le sue scelte.
Sullo sfondo, tutto un complicato giro di cessioni di diritti di edizione, di pacchetti “musica-pubblicità”, di sinergie radiotelevisive, di business dei concerti che sono ormai l’unico grande affare rimasto alla musica.
Ma insomma si capisce che stringi stringi chi non respira etere sospetta la solita vecchia payola, agevolata da una crisi musicale ormai endemica, conclamata.

Pino Daniele, Umberto Tozzi e Renato Zero big ridimensionati

Edoardo Bennato.

(© Getty Images) Edoardo Bennato.

I grossi calibri sono scarichi.
Il povero Pino Daniele del suo ultimo e non disprezzabile La Grande Madre, autoprodotto, aveva venduto poco più di mille copie.
Umberto Tozzi, che tra fine Anni 70 e inizio 80 macinava milioni di copie, con l’ultimo Yesterday, Today si è fermato a meno di 7 mila e poi ha sospeso ulteriori pubblicazioni, perché anche lui si autoproduce.
Renato Zero – che l’ostracismo delle radio aveva denunciato in diverse canzoni – è passato dai 600 mila cd ai 70 mila risicati dell’ultimo doppio Amo, e ce l’ha fatta solo raddoppiando il numero dei concerti perché il primo capitolo aveva fatto segnare una imbarazzante quota 19 mila. Imbarazzante e preoccupante, avendo lui investito alcuni milioni di euro nella realizzazione.
BENNATO SOTTO «RICATTO». Edoardo Bennato, per diretta ammissione, ha un album pronto, un doppio con 20 brani, ma «non trova cane che gli abbai»: gli avevano proposto, racconta Edo, di andare a Sanremo, ma per lui era un ricatto inaccettabile e allora i brani restano nel cassetto. Destino che aveva già segnato Enzo Jannacci.
Non c’è niente da fare, la geografia musicale è proprio cambiata.
Per una Nannini che fa 100 mila copie con una raccolta (e non ci si crede), per un Vasco Rossi che tiene botta, anche se non più ai livelli del passato (circa 300 mila copie dell’ultimo Sono innocente), ce ne sono tanti, troppi che ammainano le vele.
E NEL 2014 MERCATO A +7%. E nel 2014, secondo dati ufficiali Fimi, il mercato è risalito del 7% rispetto al 2013 grazie anche all’espansione del digitale e dello streaming (legale). Mentre non fa testo il reparto nostalgia del vinile, cresciuto sì del 36%, ma all’interno di un irrisorio 2,6% globale.

Oggi tirano rapper e finti artisti dei talent

Lorenzo Fragola sul palco dell'Ariston durante la terza serata del Festival di Sanremo.

(© Ansa) Lorenzo Fragola sul palco dell’Ariston durante la terza serata del Festival di Sanremo.

È proprio la morfologia a essere diversa. Oggi tirano – ma per quanto?, una stagione, due – i rapper che piacciono alle radio, balbettanti erogatori di concetti elementari, tirano le boyband che piacciono alle ragazzine e i falsi artisti dei talent.
Mentre i festivalbar istituzionali come Sanremo o l’alternativo Primo maggio non spostano più niente e l’autoproduzione, che fino a 15 anni fa era la lettera scarlatta, è diventata per tutti l’ultima thule.
MONDO ALLA ROVESCIA. Sono usciti «da soli», dopo anni di latitanza, Alberto Fortis e, da pochissimo, Gianni Togni, mentre Eugenio Finardi col nostalgico Fibrillante ha ritrovato visibilità più che altro per essere prodotto da Max Casacci dei Subsonica.
Come a dire il mondo alla rovescia, i maestri al traino degli epigoni.
Qualcuno attinge dal crowfunding, altri fanno i salti mortali, vanno a registrare in Est Europa o se la cavano con quello che hanno in casa.
MOSSE ONLINE SBAGLIATE. Ma i senatori non possono cambiarsi la testa. C’è chi, come Baglioni, sbaglia le mosse, libera in Rete un nuovo disco “spacchettato”, un brano alla volta, ma non è una gran trovata.
Altri preferiscono togliere il disturbo: Ivano Fossati si è ufficialmente ritirato così come Guccini, ma chissà se è davvero una faccenda di età, di saturazione o non la vita grama del cantautore tornato musicante con le difficoltà, le precarietà, i rischi del caso.
ORA FANNO GOLA 30 MILA COPIE. Non si sa più come fronteggiare un passaggio irreversibile e strano, le 30 mila copie dei Subsonica le invidiano tutti quelli che 30 anni fa ci avrebbero sputato sopra.
Di colpo “indie” non è fico, non è sfigato, è solo obbligato. Tutti a disputarsi le 5 mila copie che tirano su le spese e consentono un giro di concerti, tutti anche a fare meno gli schizzinosi di prima, se invece delle solite stamberghe mascherate da locali capita un teatro come Dio comanda, con camerini riscaldati e un pranzo da cristiani, è già grasso che cola.
UN’EPOCA MUSICALE È FINITA. Anche lo stagno alternativo è in prosciugamento. La livella è arrivata per tutti, un’epoca musicale, quella dei grandi dischi, dei grandi ingaggi, dei passaggi radio a raffica, dei miliardi facili (in lire), delle folle oceaniche si è davvero chiusa, almeno in Italia.
Perché anche i cari fan alla fine son sempre gli stessi, seguono il gruppo, diventano parte della strada, diventano quasi parenti. E intanto i Caputo passano, ma la payola, o almeno il suo sospetto, resta. Una lunga sporca storia che è vecchia come la radio.

Umberto Tozzi: “Vasco ha solo espresso il suo pensiero”

Incontro con il cantante italiano in occasione del concerto al Casinò di Campione d’Italiadi Sal Feo


CAMPIONE D’ITALIA – “Un periodo irripetibile dal punto di vista musicale”. Non poteva definirli diversamente Umberto Tozzi i suoi anni 80. Il cantante è stato protagonista della serata Rewind ’80 di venerdì al Casinò di Campione d’Italia. Un’occasione per presentare un repertorio che ha fatto la storia della canzone italiana, e non solo italiana se si pensa che bastano due soli titoli come “Gloria” e “Ti amo” per proiettare Tozzi nel firmamento della musica internazionale.

Cosa resterà degli anni 80?
“Un periodo in cui l’espressione musicale aveva grande considerazione. C’erano delle persone eccezionali che aiutavano noi giovani a credere nella musica e ci davano una mano se il primo tentativo non andava bene. Oggi queste possibilità purtroppo non ci sono”

Cosa bocciamo di quegli anni?
“Nulla. Sono stato un privilegiato perché ho avuto la fortuna di nascere artisticamente in anni in cui era possibile acquisire una cultura musicale internazionale. Tecnologicamente oggi siamo più avanti. In quegli anni invece poteva succedere che ti cascassero le chitarre, ma ero il bello di essere on the road. Era un periodo in cui contava la musica, oggi invece sono importanti le luci, gli effetti scenici, roba che nulla ha a che fare con la musica”.

Star in Francia, un po’ meno in Italia.  Come mai?
“Sin dall’inizio della mia carriera ho avuto le porte aperte del mercato straniero. Oggi l’80% del mio percorso musicale avviene all’estero, e mi sta bene così. In Italia chi segue la mia musica li incontro regolarmente nei miei concerti italiani. Non soffro la condizione di immigrato. Sono nato a Torino ma son sempre stato uno zingaro da quando avevo 15 anni. Non puo’ che riempirmi di gratificazione se la mia musica è apprezzata nel resto del mondo”.

Come mai i francesi ti amano così tanto?
“Si vede che sono forte. (ride). I francesi hanno buone orecchie per ascoltare la buona musica”.

A maggio esce il tuo nuovo cd “Today”. Com’è l’oggi di Umberto Tozzi?
“Il disco esce il 51 maggio. È un cd molto bello. Era da diversi anni che non facevo un album di inediti. L’album nasce da un periodo di grande ispirazione. Credo di aver scritto delle cose fantastiche e sono felice di affrontare questo  nuovo percorso artistico. E poi tutto sommato oggi canto molto meglio di prima”.

Hai sentito cosa ha detto Vasco su alcuni tuoi colleghi? Cosa ne pensi?
“Non leggo quello che Vasco Rossi scrive sul mondo. Vasco è  un grande artista e credo che abbia espresso il suo pensiero. Il pensiero va comunque in ogni caso interpretato in maniera serena. Ho visto l’intervista a Claudio  Baglioni fatta a Striscia la notizia, e devo dire che Claudio ha dimostrato di essere una persona molto intelligente, rispondendo in maniera eloquente a qualsiasi tipo di minaccia proveniente da Vasco”

Tra le nuove generazioni di cantanti nati nei talent show chi ti piace?
“Non credo che gli artisti della mia generazione avrebbero avuto fortuna nei talent show. Grazie al cielo  non esistevano altrimenti saremmo stati tutti bocciati. Sono convinto che gli artisti devono essere scoperti  nelle cantine, nelle strade. Questi  tipi di artisti esistono ancora. Non è vero quando si dice che le nuove generazioni non hanno talento. Credo piuttosto che ci sia parecchia disattenzione da parte dei produttori discografici, i quali preferiscono accomodarsi  sulla facile poltrona dei talent. Mi auguro che possa tornare un’epoca come quella che ho vissuto io , quella degli anni 70 e 80, e riavere grandi artisti capaci di scrivere canzoni che possano restare nella storia della canzone”.

…clicca per ascoltare l’intervista su tio.ch…