Sanremo 2015, Antonio Conte: «Il segreto del successo? Mia moglie e mia figlia» Il ct della Nazionale ospite della quarta serata del Festival. «Contale a Conti», lo invita il conduttore. E lui, allora, le conta

 3 giorni fa | di Lavinia Farnese

Sanremo 2015, Antonio Conte: «Il segreto del successo? Mia moglie e mia figlia»
conte

A Vanity Fair prima di partire aveva detto che lui è uno che «non molla mai». E al Festival di Sanremo non si smentisce, scegliendo come «canzone del cuore» Si può dare di più di Gianni Morandi, Umberto Tozzi ed Enrico Ruggeri. «Quando si raggiunge la vetta di può ancora salire. Possiamo sempre migliorarci e regalare qualcosa di inaspettato e spero possa accadere questo per la mia Nazionale, che non lascerò».

Ma è alla moglie seduta nelle prime file della platea dell’Ariston, Elisabetta Muscarello, che dedica Se stiamo insieme di Riccardo Cocciante, secondo pezzo della sua playlist. E dice: «Io nel mio lavoro ci metto voglia e entusiasmo e cerco di non trascurare la moglie e la bimba, Vittoria. Mi sopportano ma è anche questo il segreto del mio successo».

by vanityfair.it

Sanremo: aspettando una canzone che non arriva e una memoria che non ritorna…

by artslife.comFestival-di-Sanremo-2015-Carlo-Conti[1]

Non ho mai capito perché guardiamo Sanremo. Ci restiamo attaccati persino quando appare il diversamente comico Alessandro Siani, l’imitatore fasullo di Massimo Troisi, «la quintessenza della banalità», come l’ha definito sul Fatto il più gentile dei suoi critici, Andrea Scanzi, una sorta di guitto triste adattissimo solo per i duetti con Elisabetta Canalis, che non staresti ad ascoltare neanche senza un cacchio da fare al bar. Non abbiamo cambiato canale neppure allora. Abbiamo aspettato una canzone che non arrivava, una battuta che non esisteva, una memoria che non ritornava. Siamo rimasti tutti lì. Ed è strano come nella sua finzione orrorifica Sanremo appartenga interamente alla nostra identità e non solo al nostro immaginario. Lo dicono i numeri. Nella prima serata lo share medio ha raggiunto il 49,34 per cento di televisioni accese su Raiuno, cioé praticamente una su due, 11 milioni e 767mila spettatori, con un’età media pure bassa per il pubblico di pensionati che è solito frequentare la rete Ammiraglia, 53 anni appena. Leggera flessione nella seconda serata, 41,67 di share e 10 milioni e 91mila spettatori, ma addirittura 8 punti e due milioni in più dell’anno scorso. Il segreto del successo? Non esiste. Basta rivedere le immagini di Al Bano e Romina, icone stanche di un’Italia dimenticata, gonfi e invecchiati, così patetici nell’inseguire la loro canzone della felicità mentre evitano, fra curve improvvise e smorfie malcelate, di incrociare gli sguardi. Non sono più marito e moglie, ma lo spettacolo può andare oltre la famiglia. Non conta quello che cantano, perché tutto è già dimenticato nel momento in cui si spegne la musica. Restano il volto rotondo di Al Bano, ispessito e immalinconito dal doppio mento, e il sorriso quasi sforzato di Romina. La verità è che è inutile cercare il segreto del successo. L’edizione del festival più vista della storia di Sanremo è quella del 1987, con picchi di ascolto davvero bulgari, del 68,71 per cento, tipo a Livorno quando andavano a votare comunista (il motivo per cui Allegri stava antipatico a Berlusconi: se è livornese, vuol dire che è di estrema sinistra). Quell’anno vinsero Gianni Morandi, Umberto Tozzi ed Enrico Ruggeri: cantavano «Si può dare di più». La seconda più vista è quella del 1995, 66,42 di share. Il meno visto è del 2008, 36,56, Giò Di Tonno e Lola Ponce che trionfano, ma la terza messa peggio è proprio l’edizione dell’anno scorso, con la Litizzetto e Fabio Fazio, 39,26 per cento, che detiene pure il triste primato di annoverare la serata finale con il più basso indice di ascolto di sempre: 43,51. C’è un motivo per tutto questo? Hanno detto che quell’ultimo festival era troppo radical chic, fatto su misura per il pubblico intellettualoide e sinistrorso che sulla terza rete non abbandona mai «Che tempo che fa», una nicchia di pubblico non allargabile. Vero, falso? Forse sì, forse no. La verità è che questo festival è molto più brutto, non solo di quello, ma probabilmente anche di tutti quelli prima, con le sue canzoni senza appeal e i suoi comici (comici?) del livello di Siani. Piace di più perchè Sanremo appartiene alla nostra famiglia, è dentro di noi, e non deve rompere equilibri o creare problemi, risse, polemiche troppo accese. Il suo presentatore quest’anno è perfetto, un modello di aziendalista senza mai uno scandalo, mai una lite, una minaccia di trasferimento, un’intervista velenosa. Sanremo racconta l’Italia. E hanno rimesso a posto il narratore. Ma se è vero che il festival di Sanremo racconta l’Italia, come ripetono tutti gli osservatori e gli storici della canzonetta, c’è ancora qualcos’altro che non riusciamo a capire. Dal punto di vista musicale, la manifestazione sembra tornata indietro ai primi anni Sessanta, cioé al periodo che precedeva l’avvento dei cantautori e della musica impegnata. Con una differenza essenziale, però, che alcuni di quei brani sono rimasti nella memoria collettiva, e persino nel nostro linguaggio, da «Non ho l’età» a «Una lacrima sul viso», fino a «Nessuno mi può giudicare». Quelli di adesso, faremo in fretta a dimenticarli. Dal punto di vista, come dire?, sociopolitico, invece, il festival confezionato dal normalizzatore di professione Carlo Conti sembra rimandarci agli scenografici anni Ottanta della Milano da bere, quando bisognava lasciar lavorare in pace il manovratore e pensare soltanto alla ricerca del tuo benessere. Erano anche i tempi di Berlusconi e della sua nuova televisione commerciale, nei giorni in cui l’Italia cominciava a riempire anche le camere da letto e le cucine di quegli schermi bombati nelle scatole nere che fino a poco prima se ne stavano quasi come iconoclastici trofei soltanto sui loro piedistalli in salotto. Ebbene, la verità è che non ci sono decenni più distanti dal nostro di questi due. Siamo nel mezzo della più grande crisi del dopoguerra, figli e fidanzati spaventati della decrescita, con una paura fottuta del nostro futuro, più poveri e più meschini, ahinoi, immagini spente e dolenti di tutto quello che eravamo riusciti a vedere prima di finire dentro a questo girone. E allora? Non so se sono luoghi comuni. Però stasera lo vedrò di nuovo, e non riesco a spiegare perché. Starò lì, sulla poltrona, aspettando una canzone che non arriva, una battuta che non esiste, e una memoria che non ritorna… –

DAL CONCERTO DI UMBERTO TOZZI A RAVENNA

Ultima data estiva prima del tour invernale.

by Adele Giusti
by Adele Giusti
by Pablo Fabbricatore
by Pablo Fabbricatore

Assisi, spettacolo con Venditti, Emma e Tozzi per missioni e terremotati

ASSISI – Cresce l’attesa per lo spettacolo ma anche per la solidarietà. Quelli promessi per oggi dai frati del sacro convento di Assisi che hanno organizzato il concerto «Con il cuore» a favore delle missioni francescane in Africa e per i terremotati dell’Emilia.«Con il cuore – spiegano i frati – è un evento benefico che noi consideriamo di grande importanza e di enorme valore, per tutta la comunità francescana conventuale di Assisi».
La manifestazione sarà condotta per il quinto anno da Carlo Conti e andrà in onda dalla piazza Inferiore della Basilica di San Francesco.

Uno spettacolo che unisce «momenti di riflessione e solidarietà in favore delle popolazioni più disagiate» più esibizioni di grande musica: con le voci di Pino Daniele, Antonello Venditti, Emma, Umberto Tozzi e Antonino.

Sarà il coro dei Piccoli Cantori
di San Francesco ad aprire la serata. Il coro, della Basilica di San Francesco di Ferrara, è composto da ragazzi che hanno vissuto il dramma del terremoto in Emilia e sono venuti per portare la loro voce, che possa sensibilizzare alla solidarietà. Fondato e diretto da Padre Orazio Bruno, il coro dei Piccoli Cantori «è nato dall’esigenza – ricordano i frati di Assisi – di creare un’attività di comunione e di svago per i bambini che frequentano il convento di San Francesco a Ferrara».

…clicca per leggere l’intero articolo su il messaggero…

Albano a Verissimo

Su una sua eventuale partecipazione alla kermesse canora di Sanremo, commenta “Gianni Morandi mi ha chiesto di partecipare dopo aver letto la notizia che avrei fatto un tour con Umberto Tozzi e Toto Cutugno. Confesso che ci ho pensato un po’, ma non sono preparato e ho declinato l’invito”.

da tgcom.24.mediaset.it

vendita di beneficenza

Per gentile concessione di Umberto Tozzi e della Momy Records è stato offerto del materiale promozionale (t-shirts e cappellini del Tour Non solo live 2009) il cui ricavato della vendita verrà devoluto all’Arca di zio Benny Onlus per il seguente progetto:

DIOCESI DI KINDU (REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO)
Con il contributo di Caritas Congo, Associazione Rita Levi Montalcini e ACS (Ass. di Cooperazione e Solidarietà) per la realizzazione del “Programma di reinserimento Sociale di 1.500 ex-bambini soldato del MANIEMA”

Per ulteriori informazioni visitate il sito: http://www.larcadiziobenny.org.

Ogni pacco conterrà a scelta:

• 1 t-shirt (misura M o L) + gadget a sorpresa offerta minima di euro 15,00 + 5,00 di spese di spedizione.

• 1 cappellino + gadget a sorpresa offerta minima di euro 10,00 + 5,00 di spese di spedizione .

Per prenotare il pacco inviare una mail a:
carla.bernabini@gmail.com
gnaro71@libero.it

Modalità di pagamento:
• Postepay
• Bonifico bancario

Vi aspettiamo numerosi e soprattutto generosi.!!!

da: http://www3.lastampa.it/fumetti-e-cartoons/sezioni/news/articolo/lstp/372822/

27/10/2010 – “TIAMOTTI!”

Le più belle canzoni d’amore
diventano storie a fumetti

  BRUNO RUFFILLI

È un libro dalle molte suggestioni, Tiamotti!, appena pubblicato da Arcana (a cura di Andrea Provinciali, pp. 157, euro 16.50). Ha, per iniziare, un lato A e un lato B ed è pensato come le cassette di una volta, che si registravano per far nascere un’amicizia o un amore. Si concede pure il vezzo di una traccia fantasma, alla fine, ed è quella che dà il titolo al volume. Tiamotti! è l’immortale hit di Umberto Tozzi, anno 1977, appena storpiata nella grafia: ma è anche la più vecchia tra le dodici trasposizioni in fumetti di canzoni che compongono il libro. Pubblicata originariamente sulla rivista Cannibale nel 1978, nelle mani di Stefano Tamburini e Tanino Liberatore la canzone si trasforma in un surreale esercizio di satira politica, con il micidiale ritornello che diventa un modo per ingannare le forze dell’ordine e portare a termine un attentato.

Poi c’è Se ti tagliassero a pezzetti di Fabrizio De Andrè, una canzone d’amore, ma allo stesso tempo una metafora della libertà che sfugge alle regole e alle convenzioni: è illustrata da Martina Girardi con tratti essenziali e colori cupi.
Curiosa e originale la scelta dei brani: da Isy di Luigi Tenco a Ci sono molti modi degli Afterhours, ma non mancano classici come L’incontro di Piero Ciampi e Il cielo in una Stanza, illustrata con tocco moderno e un po’ sporco da Andrea Bruno. Gianna di Rino Gaetano è un tuffo negli anni Settanta, per ReeBee e Jazzfromitaly poco più di un pretesto per raccontare una storia oscura dove si mescolano ricordi familiari, un concerto jazz e le brigate rosse.

Un tocco di novità arriva con De Fonseca degli Offlaga Disco Pax, uscita nel 2005, mentre Marlene Kuntz (Nuotando nell’aria) e Diaframma (L’odore delle rose) sono chicche per appassionati della musica indie italiana. Tutti i fumetti si concludono con un ritratto dell’autore della canzone, ma per il resto non sempre il legame col brano è così immediato: La Cura di Franco Battiato, ad esempio, è la colonna sonora di una giornata qualsiasi nella vita di una ragazza che riflette su un amore finito. E, in un gioco di rimandi con l’idea stessa del libro, è regiastrata su una cassetta (e secontano parecchie nelle altre tavole).

Nel complesso, Tiamotti! è un esperimento riuscito, un viaggio nel fumetto di oggi e un omaggio lieve e ironico alla musica italiana. Fedele all’imperativo di uno dei suoi capolavori misconosciuti, quell’Annarella dei Cccp che compare a metà del lato A. Il testo di Giovanni Lindo Ferretti scorre sopra e sotto le tavole di Armin Barducci e recita: «Non dire una parola / che non sia d’amore / per me per la mia vita / che è tutto quello che io ho/ e non è ancora / finita».

UMBERTO TOZZI ON LINE – 16

24/10/2010 – 23:44
Umberto – umbertotozzi@umbertotozzi.com
NO COMMENT: UT ON LINE
Cari ragazzi, questa settimana dovrei raccontarvi la mia entrata musicale nel Nuovo Millennio, ma difronte al fatto di dover parlare di “Un’altra vita”, il mio desiderio e’ quello di entrare in una sorta di “silenzio stampa” o ancora di piu di un eloquente “No Comment”. Quel disco fu frutto di un periodo della mia vita personale decisamente da dimenticare . Credo che il NO COMMENT di cui parlavo sia l’espressione piu eloquente e rappresentativa di un disco e di un Sanremo che vorrei davvero cancellare dalla mia storia. Qualcuno dice che a volte sono decisamente “ipercritico” nel confronto delle mie avventure musicali, ma la verita’ che tutti sapete e’che la mia personale aspirazione e’quella di guardare avanti, di cercare nuove emozioni . Figuratevi se ci tengo a raccontare una cosa che invece vorrei non aver mai fatto. Sapete che nessun pezzo di questo album fa parte dei miei concerti, e allora perdonate la franchezza ma questa settimana potrei parlarvi del campionato di calcio che sta entrando nel vivo, del fatto che la Warner non si e’ancora stancata di pubblicare e ripubblicare cofanetti dei miei successi per spremere il limone sino alla fine, o di cose piu divertenti quali i video che ho visto su you tube della festa per i dieci anni della Tozzifamily, o della camicia di Massimo di cui si e’molto parlato su face book che mi ha confessato avere acquistato a Barcellona in un negozio di abbigliamento galleggiante sull’acqua con i camerini per la prova dei vestiti che danno direttamente sul mare… Insomma amici cari, il Vostro Umberto vi augura buona settimana e con un affettuoso “no comment” vi da appuntamento alla prossima puntata !!!

Sorpresa!!!

Continuate a seguire il blog…. stiamo per preparare una bella sorpresa per Natale!!!!!!

concerto 10.11.2010 a Tempodrom- Berlin (Germania)

biglietti acquistabili su:

http://www.viagogo.it/Biglietti-per-Concerti/Rock-e-Pop/Umberto-Tozzi-Biglietti/E-276886