Umberto Tozzi live ROYAL ALBERT HALL

L’intero concerto al
Royal Albert Hall di Londra del 1988 è fuori ora su tutte le piattaforme e ordinabile in
formato vinile.
L’album è già disponibile anche in doppio vinile in nuova versione numerata, colorata e rimasterizzata.
Lo trovate in esclusiva sul sito e nei negozi di @feltrinelli_librerie e @ibs.it.

Umberto Tozzi ROYAL ALBERT HALL

Nel 1988 mi esibivo per la prima volta in una delle sale da concerto più iconiche al mondo: il Royal Albert Hall. Il concerto fu meraviglioso, un live davvero riuscito. Essere stato il primo italiano a esibirsi lì è stato un onore immenso. 💘

Da ora è disponibile in edizione numerata e rimasterizzata il doppio vinile del concerto in una speciale versione colorata. Sono molto felice che oggi venga ristampato e che torni a brillare sotto una luce nuova, nonostante l’epoca musicale sia ormai diversa.
Lo puoi ordinare in esclusiva sul sito e nei negozi di Feltrinelli Librerie e IBS.it

ORDINA ORA “Live at Royal Albert Hall”: https://sugarmusic.lnk.to/RoyalAlbertHall

Sugar Music

by Umberto Tozzi Official

Royal Albert Hall, luogo magico che profuma di musica

Royal Albert Hall, luogo magico che profuma di musica


C’è un luogo magico nel prestigioso quartiere londinese di South Kensington costruito e concepito per la musica: la Royal Albert Hall.https://tpc.googlesyndication.com/safeframe/1-0-37/html/container.html

Costruita in epoca vittoriana, la Royal Albert Hall nel corso degli anni ha ospitato una miriade di concerti di tutti i generi musicali, anche se il pop e il rock l’hanno sempre fatta da padroni.

La lista di stelle di prima grandezza che si sono esibite qui è lunghissima. Ve ne diciamo solo alcuni: Led Zeppelin, Queen, Dire Straits, Jimi Hendrix, Bob Dylan, BB King, Cream, Deep Purple, David Gilmour, Elton John solo per citarne alcuni. Inoltre la Royal Albert Hall di Londra può vantare di essere l’unico luogo in cui Beatles e Rolling Stones hanno suonato allo stesso concerto, nel 1963.

Eric Clapton ci ha suonato più di 200 volte, tanto da paragonare l’esperienza a “suonare in salotto”. La sua prima esibizione risale al dicembre del 1964, con gli Yardbirds, seguita poi da diversi concerti con i Cream e da solista. Il live numero 200 risale al 2015.

Nutrita anche la schiera di artisti italiani che hanno avuto l’opportunità di suonare alla Royal Albert Hall: Luciano Pavarotti, Tiziano Ferro, Umberto Tozzi, Il Volo, Ligabue, Laura Pausini, Claudio Baglioni e Zucchero Fornaciari, che vi ha suonato per ben sei volte dal 2004 ad oggi.

Il fascino di questa sala da concerti trae origine dalla sua storia e tradizione: nel 1851 il consorte della regina Vittoria, il principe Alberto, concepì la sua costruzione, ma non ebbe modo di vederla realizzata. Morì infatti nel 1861, dieci anni prima della sua inaugurazione. In principio il nome dell’edificio sarebbe stato Central Hall of Arts and Sciences, ma la Regina Vittoria optò per il nome attuale, in memoria del marito scomparso.

L’opera venne portata caparbiamente a compimento dagli ingegneri di corte, che presero spunto dall’architettura degli anfiteatri romani. La posa della prima pietra avvenne nel 1867, l’inaugurazione nel 1871, alla presenza della regina Vittoria.

Il progetto originale prevedeva una capienza di 30.000 posti, che vennero ridotti a 7000 per ragioni economiche. Oggi la capienza risulta ulteriormente ridotta (5500 posti) per motivi di sicurezza.

L’edificio è a pianta ovale e misura 82 metri per 71 e 41 in altezza ed è costruito con sei milioni di mattoni rossi, sormontati da una cupola inizialmente in ferro e vetro, poi in alluminio.

Il giorno dell’inaugurazione si scoprì che la copertura provocava una fastidiosa eco: fino al 1969 la musica, in pratica, si sentiva due volte. A questo problema si pose rimedio installando del materiale isolante che ne migliorò l’acustica, per l’imponente cifra di due milioni di sterline.

Il centro della scena è tutto dedicato al grande organo, che all’epoca della sua costruzione era il più grande d’Europa, con i suoi centoundici registri e le canne di 32 piedi reali.

Dal punto di vista economico, la Royal Albert Hall è mantenuta da una fondazione che si autofinanzia, senza alcun aiuto di Stato. Fino al 1985 chi lavorava alla Royal Albert Hall a Kensington era volontario e non veniva pagato, ricevendo in cambio biglietti gratuiti per gli eventi.

La sospensione degli eventi live a causa della pandemia di Covid-19 ha messo in serie difficoltà l’equilibrio finanziario della Hall.

Oltre ai concerti la Royal Albert Hall ha ospitato eventi di beneficenza, premiazioni, e perfino balli reali per incoronazione di monarchi. Ogni anno il Cirque du Soleil propone i suoi spettacoli a partire dal 2003. C’è spazio anche per lo sport: la Royal Albert Hall ospita un suggestivo torneo di tennis riservato a vecchie glorie della racchetta, l’ ATP Champions Tour Masters.

  Salvatore Leo – Onda Musicale

by: https://www.ondamusicale.it/index.php/musica/21949-royal-albert-hall-luogo-magico-che-profuma-di-musica

Masini a VN: “Berna è ‘L’uomo volante’, deluso da Pizarro”

by violanews.com

Il cantante Masini e la sua passione per la Fiorentina: “Innamorato della prima Viola di Montella, Gomez ha fallito perché…”

 
Milan Charity Football Match

A Firenze sono tutti pronti per la ripresa del campionato e per la nuova avventura della Fiorentina in Europa League. Che stagione sarà? Lo abbiamo chiesto a Marco Masini, di professione cantante ma con il colore viola nel cuore.

Ottimista o pessimista per quest’anno?

“Spero che faremo una buona stagione. Naturalmente per costruire un altro ciclo che possa dar soddisfazioni servono 1-2 anni, quest’annata può avere delle difficoltà. La Fiorentina sul mercato ha cercato di ottenere il meglio, ma senza spendere troppo”.

Come mai?

“La società ha fatto diversi investimenti negli ultimi anni. Penso a Gomez e Cuadrado. Quando si investe, ovviamente, si spera di avere un ritorno dal punto di vista dei risultati e invece i risultati hanno un po’ deluso le aspettative. Non dico che sia stato fatto un passo indietro, ma era giusto riequilibrare i conti. Chi ha speso troppo alla fine pagherà”.

Perché Gomez ha fallito a Firenze?

“Perché ha rallentato il gioco di Montella, non era il profilo giusto per quella Fiorentina. Era un tenore in gioco spagnolo. Quello era un momento delicato, è stato sbagliato investimento: avrei puntato più su Yilmaz”.

Facciamo un gioco, associamo ad una tua canzone, un personaggio o un evento viola. Partiamo con L’uomo volante. Chi ti viene in mente?

“Per quest’anno spero sia Bernardeschi. Ha le caratteristiche di un leader, è un vero combattente. Anche Ilicic mi piace: quest’anno lo vedo più presente, più concentrato. L’incognita è Verdù: chi lo conosce? È una delle scommesse da vincere!”.

Ti innamorerai… Ti fa pensare?

“La prima Fiorentina di Montella, con Jovetic-Ljajic e un adorabile gioco spagnolo. Ci siamo divertiti, quello è veramente un bel ricordo. Per quello critico la scelta Gomez, dovevamo rimanere così”.

Bella stronza?

“La stronza è la Juve (ride ndr). Però posso pensare ad un giocatore che mi ha un po’ deluso. Dico Pizarro, ha avuto un atteggiamento che mi ha un po’ disturbato…”.

E Joaquin?

“Non sappiamo quali erano davvero gli accordi con la Fiorentina. Se la Fiorentina, tempo fa, gli aveva fatto capire che poteva prendere in considerazione una cessione, allora Joaquin ha fatto bene. E poi tornare a casa è sempre bello. Penso al mio caso: sono sempre fuori, ma Firenze è Firenze!”:

Un giorno da… Che giorno é?

“Mi piacerebbe pensare un giorno in cui la Fiorentina gioca nel nuovo stadio. A Firenze non si viene solo per gli Uffizi ma anche per ammirare la Fiorentina!”.

Secondo il nostro “statistico” Roberto Vinciguerra (nonché ex tastierista), una delle tue migliori prestazioni è contenuta in “Royal Albert Hall” un doppio album live di Umberto Tozzi, in cui gli arrangiamenti dal vivo, oltre a tastiere e cori, vennero curati da te in maniera “perfetta” secondo Vinciguerra. Quell’album nell’ottobre del 1988, a poche settimane dall’uscita, si aggiudicò il disco di platino e vendette oltre 200.000 copie, a dimostrazione di una qualità decisamente elevata.
Confermi o dobbiamo consigliare a Vinciguerra di pensare solo ai “numeri”?

“Tutto vero, fu un grande successo. Ma il merito fu tutto di Tozzi, che riusciva a fare lavori eccezionali. E non lo dico per modestia…”.

 

1000 C0NCERTI CHE CI HANNO CAMBIATO LA VITA

1000 CONCERTI

Ovviamente non poteva mancare un concerto di Umberto Tozzi.
21.02.1988 LONDRA- Royal Albert Hall.
GLORIA BRITANNICA

Dall’autore di 1000 canzoni, i 1000 concerti che ci faranno rivivere i momenti più belli della storia del rock e del pop: per poter dire “io c’ero” oppure sognare di esserci stati. Un nuovo libro dove curiosare per ritrovare l’eco dei riti collettivi che hanno scandito la nostra vita e scoprirne le curiosità.

Autore:

Ezio Guaitamacchi (Milano 1957), giornalista musicale, ha collaborato e collabora con Radio Popolare, Lifegate Radio, numerose testate giornalistiche e programmi televisivi. Ha pubblicato vari libri, […]

Marchio: Rizzoli
Pagine: 944

UMBERTO TOZZI ON LINE – 11

LUNEDì 28 GIUGNO – ROYAL
ALBERT HALL
 
   
Ciao ragazzi, questa settimana
“mi tocca” parlarvi del disco live del 1988 della Royal Albert Hall. E
vi scrivo “mi tocca” non tanto perché mi senta la costrizione di
comunicare con voi, anzi. Solo che questo disco ha avuto una enorme
fortuna e quando mi capita di parlarne, le persone che mi ascoltano si
aspettano che io faccia la grande celebrazione che ne fanno tutti quegli
artisti che ci sono andati dopo di me e che celebrano un concerto in
questo pur bellissimo teatro come uno straordinario punto di arrivo per
non so quali stratosferici meriti artisti, nascondendo invece il fatto
che spesso quando fai un concerto live nato per diventare un disco, più
che la gioia dell’artista di cantare in un meraviglioso palcoscenico,
viene evidenziato il lavoro del marketing discografico che spesso
sinceramente schiaccia il senso musicale dei progetti.
Ci sono artisti completamente sconosciuti all’Estero, a cui
vengono fissati concerti fuori dalla Penisola, e poi magari in Italia si
fanno articoli di giornale o spot televisivi con i quali si decanta un
“grande successo”, quando invece la realtà è che quel concerto l’hanno
visto in pochi e continuano ad essere totalmente sconosciuti come in
precedenza.
Sono orgoglioso, sia ben chiaro, di essere stato alla Royal più di
20 anni fa, ma mentre molti amano raccontare il solito nastro del tipo
“eh io sono grandissimo e allora mi hanno scelto tra tanti” per cantare
nella terra dei Beatles, io preferisco come sempre scrivere a voi delle
cose che non siano inutilmente celebrative, ma che rispecchino il reale
svolgimento di come vanno le cose nel mondo musicale, che di certo e’ben
diverso dalle balle puramente mediatiche raccontate dalla televisione.
Quando mi dissero Umberto andiamo a cantare a Londra, io risposi
“ma che cavolo ci vado a fare? Non mi conosce nessuno!” Invece quella
sera c’era il sold out e quindi mi sorpresi piacevolmente, sentendo sul
palco un’atmosfera davvero molto bella. Non me ne frega niente di
autocelebrare i numeri di copie venduti da un disco commissionato
dall’allora mio manager Rolando D’Angeli, che aveva avuto l’intuzione
managerial-economica di incidere il live per far fare i soldini alla Cgd
Warner. Mi interessa invece ripensare all’abbraccio del pubblico, alla
voglia di suonare di quella sera, che poi però non è tanto diversa da
certi concerti anche recenti, o da quelli vissuti con voi che hanno
fatto nascere “Non solo live”. Io ho avuto la fortuna di calcare
palcoscenici internazionali prestigiosissimi, che non sono stati
decantati con i” mega spottoni” come si fa oggi, ma il mio orgoglio non è
legato all’effetto mediatico legato a queste importanti esperienze,
quanto invece alla gioia che ho provato dentro di me di suonare in posti
dove si sono esibiti i grandissimi della musica internazionale. Per
esempio io ho suonato a Sydney, all’Opera House che anche dal punto di
vista architettonico è un teatro fantastico. Non m’interessa fare i
manifesti o scrivere nelle mie biografie che ci sono stato, non è stata
una presenza che ha alimentato il business che mi circonda, ma che
piuttosto ha gratificato il mio essere artista e questo mi basta e mi
avanza pure!