Music Awards 2019: divisione cantanti nelle due serate?

Music Awards 2019: divisione cantanti nelle due serate? La kermesse è prevista per il 4 e il 5 giugno 2019, tuttavia ancora non è stata svelata la suddivisione degli artisti che si esibiranno nel corso delle due serate nella splendida cornice dell’Arena di Verona. Alcuni dettagli arrivano attraverso delle indiscrezioni che circolano sul web.

Music Awards 2019 infiammeranno l’Arena di Verona i prossimi 4 e 5 giugno: due serate in compagnia delle grandi star del panorama musicale italiano e internazionale che, come di consueto, verranno premiate per i loro recenti successi discografici (certificati da FIMI/Gfk Italia) e dal vivo (i biglietti per i Music Awards 2019 sono già in vendita).

Ma come sarà la divisione dei cantanti nelle due serate? L’annuncio sarebbe dovuto arrivare lunedì 27 maggio, tuttavia ancora non ci sono aggiornamenti in merito. Sui social network sono davvero tanti a fare domande su chi ci sarà nelle rispettive puntate.

L’unica cosa certa è il cast: Laura Pausini e Biagio Antonacci, Francesco Renga, i Modà, Fabrizio Moro, Raf e Umberto Tozzi, Gigi D’Alessio, Enrico Nigiotti, Mika, Ron, Giusy Ferreri, Antonello Venditti, Paola Turci, i Negrita, il Volo, Baby K, Ermal Meta, Loredana Bertè, Elisa, Cristina D’Avena, Ligabue, Fiorella Mannoia, J-Ax, i Maneskin, Guè Pequeno, Luchè, Mahmood, Biondo, Levante, Anna Tatangelo, i The Giornalisti, i Boomdabash, la Dark Polo Gang, Salmo, Achille Lauro, Takagi e Ketra, Marco Mengoni, Gazzelle, Sfera Ebbasta e Irama. A loro si sono aggiunti anche Giordana Angi e Alberto Urso.

Achille Lauro ha confermato la sua presenza attraverso i social per lunedì 4 giugno, mentre per gli altri non ci sono certezze. A detta di TvBlog però la Pausini il 4 giugno sarà a Roma per la registrazione del programma speciale Buon Compleanno Pippo, in occasione dell’83esimo compleanno di Pippo Baudo insieme a Fiorello, Giorgia, Eros Ramazzotti, Lorella Cuccarini, Massimo Lopez, Tullio Solenghi e Giancarlo Magalli. Lei e Biagio quindi saranno ospiti dei Music Awards il 5 giugno?

Quali sono i premi dei Music Awards? La manifestazione premia le stelle del panorama musicale italiano che hanno raggiunto (nel periodo maggio 2018/maggio 2019) con i loro dischi i traguardi oro (oltre le 25mila copie), platino (oltre le 50mila copie), e multi platino (in particolare “doppio platino” oltre le 100mila copie. E ancora triplo platinooltre le 150mila, quadruplo platino oltre le 200mila, 5 volte platino oltre le 250mila e diamante oltre le 500mila copie) e con i loro singoli la certificazione platino (certificazioni FIMI/GfK Retail and Technology Italia).

(per restare sempre aggiornati sulle novità su Laura Pausini, seguite la pagina Facebook Laura Pausini Fanclub).

“Sanremo 2018, Pippo Baudo al timone”: così i critici Scandurra e Boccardo

I due giornalisti musicali sostengono il rientro all’Ariston del conduttore siciliano

20 Giugno Giu 2017 1129 51 minuti fa fonte ilVelino/AGV NEWS Roma

PIPPO BAUDO OK

  •  I due giornalisti musicali sostengono il rientro all’Ariston del conduttore siciliano
  • Roma, 11:29 – 51 minuti fa (AGV NEWS)

“In economia, quando la domanda incontra l’offerta, si fa mercato. Non capiamo davvero perché invece, a proposito di Sanremo 2018, la Rai si ostini ripetutamente, con una testardaggine senza precedenti, a proporre improbabili conduzioni del Festival a gente come Fiorello, Mika e altri che, puntualmente, rispondono ‘no, grazie’ o smentiscono persino. Quando Pippo Baudo, invece, attende dichiaratamente dal 2008 a oggi, chiedendo giustamente la sua ultima, grande occasione sul palco ligure. E dà ancora lungo a tanti, professionalmente. È un mito, un maestro, un gigante rispetto a tanti suoi colleghi. A 81 anni ha ancora la stoffa indiscussa del fuoriclasse”. Se lo domandano in coro da tempo Maurizio Scandurra e Lele Boccardo, i due noti critici musicali italiani che dal 2013, sul web e sui giornali di tutta Italia (come gli appelli pubblici apparsi nei giorni scorsi sulle pagine dei quotidiani nazionali ‘La Stampa’ e ‘La Sicilia’ e su moltissimi siti), sostengono a gran voce – persino con tanto di acclamate petizioni popolari – il ritorno del padre nobile di tutti i presentatori televisivi al Teatro ‘Ariston’. “Per una volta ancora. L’ultima, forse. Per un gran finale di carriera, felicissimo, dovuto e meritatissimo”, esordisce Maurizio Scandurra. “La Rai punta solo agli ascolti, è chiaro. È da mo’ che di veri cantanti e dintorni non gliene importa un bel fico secco, a quelli di Viale Mazzini. Tant’è che le canzoni, invece, da troppi Festival a oggi restano ahimé un puro palliativo di contorno. Con Baudo rischieremmo di rivedere a Sanremo 2018 un bel numero di artisti – con altrettanti bei brani – da troppo tempo fuori dai giochi e dalla discografia che conta. Come, ad esempio, Fausto Leali, Mietta, Antonella Ruggiero, Anna Oxa, Silvia Mezzanotte, Peppino Di Capri, Marina Rei, Mariella Nava, Silvia Salemi, Umberto Tozzi, Andrea Mingardi, i New Trolls, i Dirotta su Cuba, Fausto Concato e molti altri”, prosegue Scandurra. “Tutti beniamini del grande pubblico. Tutta gente che però riempie piazze e teatri, oggi snobbata vergognosamente dalle cosiddette ‘major’ del disco quali Sony, Universal e Warner: tutte prese come sono a correre dietro a questo o a quell’altro ragazzetto fighetto o youtuber di grido venuto dal web, rap o talent show che dir si voglia. Ma quegli stessi discografici, pur di accaparrarsi un posto al Festival e non perdere il treno, sarebbero tutti pronti, invece, a presentarsi con contratti e acconti allettanti in denaro contante da quegli artisti bravi ma emarginati, se soltanto dieci o più di questi cantanti dovessero magicamente costituire oltre il 50% di un ipotetico e altrettanto auspicato cast sanremese”, spiega il noto giornalista. Gli fa eco Lele Boccardo, affermato critico musicale e altrettanto autorevole scrittore:”Baudo è il solo e unico che, pur optando giustamente anche per cantanti più attuali e giovani che rappresentano il presente di certa discografia, per assicurare comunque ascolti e show televisivo propriamente detto, può riportare la musica con la ‘M’ maiuscola a Sanremo. Quella che latita in massa da almeno 15 anni e più”. E prosegue:”Forte della stima sincera di tanti grandi artisti che gli devono tutti moltissimo, con Pippo al comando del carrozzone canoro si precipiterebbero in massa anche nomi inaspettati che pagherebbero oro pur di partecipare al suo ultimo Festival. Baudo eviterebbe scempi degeneri come la predominanza del televoto a favore dei cantanti della generazione 3.0, per i quali è fondamentale predisporre una categoria a parte. Non si può umiliare gente con successi pazzeschi e decenni di carriera solo perchè i ragazzini hanno le dita sempre diabolicamente incollate su smartphone e social, per una mera questione generazionale, per sostenere i propri beniamini. Tanto, bollette e ricariche li pagano mamma e papà, no?”. E se non fosse Baudo, il prescelto? “Proponiamo Massimo Giletti, conduttore competente e garbato, che in prima serata ha dimostrato di saper fare grandi numeri anche lui alla Carlo Conti. Merita più rispetto da parte della Rai, che non lo valorizza a dovere in quanto preferisce puntare su altri cavalli, supponiamo, supportati da manager esterni più forti e potenti in grado eventualmente – ipotizziamo – di condizionare anche le scelte artistiche ed editoriali della Rai stessa. Insieme a lui c’è anche il caro Fabrizio Frizzi, che da anni attende una vera chance importante in prima serata, oltre a ‘Telethon’ e ai soliti telequiz”, aggiunge Boccardo. Una novità da proporre? “Una giuria di esperti in commissione per individuare le canzoni in gara, individuati e scelti tra i più noti autori e arrangiatori italiani con a capo l’ottimo Massimiliano Pani, in assoluto tra i produttori più competenti e raffinati rimasti a guardia della bella e buona musica italiana. Sono in molti a dover imparare da lui, in questo ambiente, anche in fatto di garbo e fairplay”, concludono all’unisono Maurizio Scandurra e Lele Boccardo, fra l’altro quest’ultimo anche autore per ‘Sillabe di Sale Editore’ del fortunato noir musicale ‘Il Rullante Insanguinato’, che reca la doppia prefazione di Andrea Mingardi e dello stesso Maurizio Scandurra. Un romanzo fresco di stampa, accolto bene da critica e pubblico, nonché incentrato su una serie di avvincenti e inspiegabili omicidi di batteristi delle più famose tribute band italiane.

by: http://www.ilvelino.it/it/article/2017/06/20/sanremo-2018-pippo-baudo-al-timone-cosi-i-critici-scandurra-e-boccardo/3e31c5af-f7cd-4c5d-a0c1-e7e3120fe4b9/

Il Festival di Baudo era davvero più bello?

Due visioni e aspettative dal Festival diverse. I tempi cambiano ma polemiche e azzardi sono uguali

Carlo Conti –

In 4 Festival di fila, record imbattuto di continuità sul palco dell’Ariston che lo stesso Carlo Conti ha più volte elegantemente ammesso con deferenza di voler rispettare, Pippo Baudo dal 1992 al 1996 ha cambiato la storia della musica italiana: con lui sono nati artisti come Andrea Bocelli, Nek, Irene Grandi, Giorgia, Laura Pausini, Gianluca Grignani, Gerardina Trovato, che hanno assicurato (e molti di loro assicurano ancora) lauti fatturati all’industria discografica.
Dei 3 Festival di Conti, invece, difficile ricordarsi un fenomeno che resterà nel tempo, capace di vendite altrettanto memorabili. Certo, sono cambiati i tempi, ma la qualità e il talento artistico si sono abbassati tragicamente. E questo non è certo imputabile al buon Carlo Conti.
Ma Pippo Baudo è un musicista, ottimo pianista, ha fiuto per le canzoni, tant’è che molti dei successi della musica italiana degli ultimi 40 anni sono transitati dai Suoi Sanremo.
Conti viene invece dalla radio, come Baudo è un ottimo conduttore televisivo, ma non dotato dello stesso intuito nel discernere le potenzialità dei brani che potrebbero rivelarsi un successo discografico intramontabile.
Il direttore artistico di un festival musicale dev’essere dunque un musicista (come nel caso di Pippo Baudo), così come il primario di un reparto ospedaliero dev’essere un medico: e credo che il paragone renda bene l’idea, pur con rispetto di tutti.
A tal proposito, veniamo al dunque. Il Festival di Sanremo fa sempre notizia, questo è fuor di dubbio. Ma, alla luce di ben 67 edizioni, è arrivato il momento di fare qualche doverosa riflessione. Ecco allora pronto un decalogo di spunti oggettivi su cui riflettere.
In ordine crescente, lasciando al finale le chicche migliori. In tre edizioni consecutive di Sanremo a firma Carlo Conti, ben 11 artisti – il 50% del cast attuale, dunque – appaiono più volte, e con ruoli diversi. Chi sono? Eccoli: Marco Masini (due volte in gara, e una come autore del brano La borsa di una donna di Noemi); Nesli (due volte in gara); Alessio Bernabei (tre volte in gara, di cui due da solista e una con i Dear Jack); Dear Jack (due volte in gara: una con Alessio Bernabei, e una con il nuovo vocalist Leitner Riflessi, proveniente da X Factor); Fabrizio Moro (due volte in gara: una come autore del brano Finalmente piove di Valerio Scanu, una come Big); Clementino (due volte in gara); Annalisa (due volte in gara); Lorenzo Fragola (due volte in gara); Albano (due volte al Festival: una come superospite, una come Big); Albano (una volta come super ospite, una in gara). Si salva solo Amara, una volta in gara e una come autrice del brano della Mannoia, in quanto è una giovane autrice e cantautrice  capace fuori dai meccanismi propri della discography-system.
Possibile che per Carlo Conti la musica italiana sia sempre tutta qui, e ruoti sempre attorno agli stessi nomi? Oltretutto, alcuni di questi non vendono un disco neanche a piangere, e spesso si tratta di ragazzotti e ragazzotte comuni, privi di vero talento.
Carlo Conti ha pubblicamente spesso lamentato a Sanremo 2017 la scarsità di rapper, pur avendone ben tre in gara: di cui uno, Raige, ignoto alle grandi platee televisive (non che l’altro, il partenopeo Clementino, lo sia di più, intendiamoci). Forse, il più famoso del trio sanremese è Nesly, già fratello di Fabri Fibra, il ‘padre’ dei rapper made in Italy.
Un chiarimento: il rap con la tradizione e la storia della musica italiana non ha nulla a che vedere. È un genere che non ci appartiene per nulla. E allora, perché non dare spazio a rotazione su ben tre Festival consecutivi anche al blues, al soul, al gospel, jazz e country? Purtroppo stili tutti assenti.
A Sanremo 2017 mancano i gruppi: possibile – anche solo sul versante propriamente statistico – che i New Trolls (più correttamente detti ‘Notte New Trolls’ per via di ragioni legali), i Dirotta su Cuba, i Tazenda, i Jalisse e molti altri gruppi che si sono presentati su un totale di ben 144 domande di ammissione pervenute alla Commissione del Festival avessero tutti brutte canzoni? Non lo credo per nulla. Evidentemente devono esserci ragioni che esulano dalla musica e che a noi poveretti del pubblico e della critica non è dato conoscere.
A Sanremo mancano le etichette indipendenti: circa il 50% degli artisti in gara sono legati alla Sony Music. Seguono, con quote ben inferiori, Universal Music e Warner Music. A Sanremo fra i Big assenti gli artisti della Sugar di Caterina Caselli: l’unica, vera major del disco made in Italy. È la prima volta che succede in vent’anni. Eppure di cantanti veri ne ha diversi in scuderia.
Ma c’è di più. Su 22 big in gara, ben sette provengono da talent show come X Factor, The Voice, Amici: il Big, per poter essere reputato tale, non è colui che ha successo in tv, bensì chi possiede un repertorio di successi discografici veri e duraturi negli anni. E questo non è certo il caso dei vari giovincelli, per lo più senz’arte né parte, che Conti da tre anni a oggi si ostina a portare al Festival.
A Sanremo manca la vera musica nazionalpopolare: quella che ha scritto pagine di evergreeen senza tempo e che domina piazze e teatri. Carlo Conti, evidentemente, ignora i vari Fausto Leali, Umberto Tozzi, Eugenio Finardi, Andrea Mingardi, Peppino di Capri, Mario Venuti, Luca Barbarossa, Aleandro Baldi tra i cantautori italiani.
Ma anche Gigi Finizio, Sal Da Vinci (la cui esclusione dal Festival ha scatenato le ire di Renato Zero, che ha collaborato suo nuovo album appena uscito) e Nino D’Angelo, per quanto concerne i cantautori propriamente partenopei.
O le grandi voci femminili come Antonella Ruggiero, Fiordaliso, Marina Rei, Spagna, Mariella Nava, Gerardina Trovato, Marcella Bella, Anna Oxa, Silvia Mezzanotte e Loredana Bertè, tanto per citarne alcune.
Chi sceglie, invece Conti? Di nuovo Bianca Atzei, che come una sorta di prezzemolo musicale impazza dappertutto pur non piacendo, e risultando persino invisa alle platee del web e della tv, stanche e stufe di tanta mediatica e ingiustificata imposizione.
Approfondiamo. E qui viene il bello: negli ultimi tre Festival di Conti, è facile rilevare alcune (chiamiamole così, per delicatezza) ‘coincidenze’, che esporrò quali dati di fatto oggettivi e da tutti autonomamente rilevabili, senza dare giudizi.
A Sanremo, con Conti, sono spesso presenti Big i cui concerti sono organizzati per lo più da un fortissimo player di mercato: Fepgroup (acronimo di Friends & Partners), nota agenzia milanese guidata da Ferdinando Salzano, la stessa che organizza il SuperTour Pieraccioni-Conti-Panariello.
E il media partner dei tour di questi artisti, indovinate un po’ chi è? Rtl 102.5 il cui presidente, Lorenzo Suraci, è anche titolare di un’etichetta indipendente di Bergamo, strapresente nei Sanremo ‘contiani’ che si chiama Baraonda Edizioni Musicali: etichetta per la quale incidono Bianca Atzei, The Kolors e Dear Jack (provenienti entrambi da Amici di Maria De Filippi).
Alla luce di quanto esposto, è possibile evincere come vi sia il forte rischio che il Festival possa diventare per alcuni cantanti ‘fortunati’ soltanto una tappa del piano marketing di quella che, di fatto, è un’evidente un intrigo di interessi più che una sana promozione della Musica Italiana.
Ecco spiegato, infine, perché qualcuno potrebbe oggettivamente pensare che i ‘Conti’ non tornano o tornano benissimo.

Maurizio Scandurra

giornalista e esperto di comunicazione musicale

7 febbraio 2017

A stasera….su RAI 1

Umberto e Pippo Baudo

‘Albano & Romina Power ‘ ecco tutti gli ospiti del grande concerto all’arena di Verona

Sul palco dell’arena di Verona insieme alla coppia Albano e Romina si esibiranno anche loro..

Albano e Romina con la locandina dell'evento

Signore e signori si avvicina il tanto atteso ritorno insieme diAlbano Carrisi e Romina Power: i due canteranno uno accanto all’altra dopo 19 anni in un concerto live trasmesso in diretta su Rai 1 venerdì 29 maggio alle ore 21:15. All’arena di Verona è tutto pronto, con una magnifica scenografia e la solita magica atmosfera della location. Si tratta dell’unica data italiana del concerto-spettacolo. Dopo, il tour proseguirà all’estero, in Australia.

Non saranno da soli

Insieme ai big Albano e Romina, protagonisti indiscussi della scena, canteranno e interverranno durante il concerto in più momenti alcuni loro amici di vecchia data, colleghi e musicisti. Ci saranno i Ricchi e Poveri, cioè Franco Gatti, Angela Brambati e Angelo Sotgiu, il gruppo più longevo della musica italiana. Interverranno con sketch ironici Tullio Solenghi e Massimo Lopez. Grande attesa anche perUmberto Tozzi che si esibirà in un duetto con Romina. Il commento ad alcuni brani di successo spetterà a Pippo Baudo, il signore della Rai che è un grande esperto ed appassionato di musica nostrana. Celebra sul palco il suo amico Albano ancheMichele Placido. Grande ritorno in TV per Kabir Bedi, lui e Romina Power si ritroveranno davanti alle telecamere dopo aver girato insieme ‘Il ritorno di Sandokan’.

Ultime novità

Albano ha festeggiato con la sua ex moglie Romina una data importante: il suo compleanno. Ha soffiato ben 72 candeline ora che tra lui e la Power è tornato il sereno. Con l’attuale compagna Loredana Lecciso, invece, sembra essere tutto finito, come lascia trapelare la stessa Romina in un intervista al settimanale Dipiù TV: “Albano conserva il suo fascino, poi, ora che è libero, è ritornato il latin lover di cui mi ero innamorata!” Adesso tra i due sembra essere ritornata l’armonia di un tempo, come speravano i numerosi fan della coppia.

Nei giorni precedenti al concerto sono apparsi ai giornalisti e al pubblico molto distesi e sorridenti: “Grazie alla musica abbiamo ritrovato una sintonia”. Probabili progetti per il futuro: un nuovo disco insieme ed altri concerti.

by: it.blastingnews.com

Al Bano & Romina Matrimonio a vita

21/05/2015 11:03

ARENA DI VERONA

Al Bano & Romina Matrimonio a vita

Lui: “Mi facevi cantare in tribunale”. Lei: “Ora ti sopporto grazie a Budda”

albano e romina

<!– –>Insomma, la Grande Riunione l’ha organizzata Budda. Sentite Romina: «La nostra separazione artistica? Dopo tanti anni tra noi era diventata routine, era subentrata la saturazione. Poi sono cambiata, ora ho il Dharma che mi permette di accettare Al Bano, così come accetto tutto il resto in modo molto diverso da prima. È molto bello vedere per esempio della gente che anche in Russia si commuove di fronte a una nostra canzone magari molto semplice. Sentire che abbiamo dato felicità. Prima questo non riuscivo a capirlo e a valorizzarlo». Dunque eccoli qui, una colla con due ingredienti: lo spiritaccio del Sor Carrisi, che lo mantiene in gran forma nel giorno in cui compie 72 anni davanti ai giornalisti (a una cronista che gli chiede come si arriva così gagliardi a quell’età, risponde finto-ambiguo «Vieni in campagna con me e te lo faccio vedere»); e la ritrovata pace interiore della Sora Power (ci tiene a rimarcare il suo cognome anche stavolta).

Il combinato disposto è il concertone dell’Arena di Verona, il 29 maggio, che sarà trasmesso in diretta su Raiuno. Prodotto dallo stesso Al Bano, che si garantisce i diritti d’antenna, l’evento sarà arricchito da una pletora di ospiti, tra cui giovanotti di belle speranze come Ricchi e Poveri, Umberto Tozzi, Kabir Bedi, Massimo Lopez, Tulllio Solenghi, Michele Placido e Pippone Baudo: tutto il meglio dello star-system nazionale, ma degli Anni Settanta o giù di lì. Chi glielo ha fatto fare agli ex coniugi, dopo il ritorno dell’ottobre scorso alla Crocus City Hall di Mosca, dopo l’ospitata supeshare dell’ultimo Sanremo e altre apparizioni nelle Terre Esotiche della Nostalgia Pop? Giura Al Bano: «Romina ci sta riprendendo gusto a esibirsi con me, lo facciamo perché ci va di lavorare di nuovo insieme. Per anni lei mi ha fatto cantare in tribunale… ti ricordi quante incazzature?», e nel dir questo, ripetendo la staffilata dell’Ariston, guarda di sottecchi l’ex moglie e si toglie quel sassolino che per decenni gli è rimasto nella scarpa.

Perché nessuno, nemmeno loro, può negare che dietro la Grande Riunione vi sia in primo luogo una motivazione economica: «Ci sono le tasse da pagare, i figli, però in 20 anni da solista non mi è andata male», sottolinea il Sor Carrisi. In pochi punterebbero grosse somme su un loro ritorno di fiamma, anche se in qualche intervista astuta gli ex coniugi hanno ingolosito gli scommettitori: a Mosca lui, abbracciandola sul palco, le aveva sussurrato: «Se rinascessi ti sceglierei un’altra volta», e lei: «Tornare con il mio ex marito? Nella vita mai dire mai». Qui all’Hilton, davanti a una torta per lui (ma Romina non lo aiuterà a tagliarla, mica è un nuovo matrimonio), si punzecchiano con gusto, autorizzati a farlo da un inestricabile legame che ha conosciuto passione, amore, tragedie, carte bollate. Al Bano respinge al mittente l’accusa di essere un padre padrone e racconta: «L’ultimo nostro concerto insieme in Italia fu il 4 luglio 1994 a San Siro. Davanti a 40mila spettatori le dissi: guarda tutta questa gente, per molto tempo ti mancherà». E così è stato, anche se adesso la Power ha trovato un suo equilibrio artistico tra libri (è appena uscito il suo romanzo “Ti prendo per mano”), film e la giusta misura per stare sul palco con quel mantice. «Siamo l’unica coppia in cui la donna ha la voce più bassa dell’uomo. Al Bano accetta i miei suggerimenti» («Quando sono giusti», la stuzzica lui), «ma alla fine stravolge tutto. In ogni caso mi stupisce che con tutti questi grandi artisti in giro ci sia ancora chi voglia ascoltare noi due». Valle a spiegare che è un Rito Epifanico per un Paese intero, dove l’idea – per quanto appiccicata con lo scotch – di una famigliona che si ritrova avvince più di mille fiction. La prova? Il blabla su quel bacio chiesto da Conti all’Ariston e negato da Al Bano all’ex moglie. Il Sor Carrisi ha una spiegazione diversa per quel momento di gelo. «Ma quale bacio! La verità è che l’abito disegnato per me da Pignatelli era bello, ma rischiavo mi cadessero i pantaloni. Appena scese le scale mi ero reso conto che erano troppo larghi, e sono stato in tensione tutto il tempo. Invece il farfallino mi andava stretto, per fortuna Romina me lo sciolse!». Sarà. Intanto, quando gli si chiede quali saranno le prime due canzoni all’Arena, lui la butta sull’ironia: «Comincerò io con “In ginocchio da te” e proseguirà lei con “Non son degno di te”». Ma Romina, come tutte le mogli, ha sempre l’ultima parola. Cosa le piace di Al Bano? «Il suo profumo!». Felicitààà…

 

 

Dall’archivio di Gnaro

Tozzi Pippo Baudo