La storia di Riccardo Ancillotti, cantautore, compositore e musicista di Montecatini che nel 2005 scrisse “Le Parole” cantata sul palco dell’Ariston. “Una grande emozione. Ero spaventato e confuso”.
MONTECATINI TERME
Era il 2005 quando l’allora conduttore del Festival di Sanremo, Paolo Bonolis, con la solita liturgia presentava il brano in gara intrerpretato sul palco da Umberto Tozzi. “Le Parole, di Ancillotti e Tozzi, canta Umberto Tozzi”. Ancillotti è Riccardo, aveva 24 anni e come ora faceva il cantautore e compositore. A Montecatini tutti lo conosciamo per il suo lavoro, conosciamo le sue note e la sua voce. E’ un artista che vive di musica da sempre. Nel 2009 ci ha riprovato, stavolta voleva salirci lui sul palco dell’Ariston. Si presentò con un altro bellissimo brano del suo repertorio: “Fai così”. Arrivò a un passo da quella famosa scalinata. Superò la selezione online per entrare in gara tra i cantanti emergenti, ma alle selezioni quel sogno sfumò. All’epoca dichiarava lo stesso di essere molto soddisfatto: “Essere riuscito a superare quella prima selezione ed avere l’opportunità di entrare nella vetrina del sito internet della Rai è stato lo stesso un traguardo meraviglioso”.
Questa di febbraio, ogni anno, è una settimana frenetica. Giorni febbrili in cui, in Italia, volente o nolente (ne testimoniamo i super ascolti del programma), si parla del Festival di Sanremo. Per questo abbiamo contattato Riccardo Ancillotti, perché tra noi che abitiamo in questo territorio, in questa provincia e per i concittadini di Montecatni, è stato bello che un ragazzo sia riuscito in uno di quelli che sono i suoi sogni.
Ancillotti, questa mattina di giovedì 11 febbraio è proprio lì, a Sanremo, nel grande meccanismo del Festival: “Sono seduto su una panchina e guardo il mare. Il cielo è sereno il sole mi scalda e si sta bene . Undici anni , forse 12 , forse è una vita o forse è appena ieri . La prima volta ache sono venuto al Festival di Sanremo avevo 24 anni. Sono abbastanza per un sacco di cose, ma troppo pochi per ritrovarsi un big internazionale come Umberto Tozzi che canta la tua canzone sul palco del Teatro Ariston. Non mi rendevo conto di quello che stave succedendo e soprattutto, forse, non ne comprendevo la reale grandezza. Il valore di queste cose – prosegue Riccardo Ancillotti – si assapora solo a lunga distanza quando, anno dopo anno ti ritrovi sempre qui, tra speranze, fallimenti, successi, attese. Giorni inutili che si alternano a giorni importanti. Il Festival di Sanremo è tutto questo e il contrario di questo. Questo concorso può darti e toglierti in un minuto. Eppure siamo tutti qui: quelli che vedete in televisione, ma anche quelli che non vedrete mai. Siamo tutti qui: autori, cantanti, produttori, attori, parrucchieri, mimi. Poveri e ricchi, tutto mischiato insieme. Tutto inutile e tutto fondamentale. Sappiamo soltanto che dobbiamo esserci per ciò che abbiamo fatto o per quello che stiamo per fare”.
FEBBRARIO 2005, LA TELEFONATA DI TOZZI
“Ero spaventato, confuso, giovane e inesperto. Umberto mi telefonò e mi disse: “Sai Riccardo il tuo brano, quello che ho provinato, mi piace molto. Non ci crederai è piaciuto moltissimo anche alla direzione della Warner . Dentro di me un fuoco: “Ce l’ho fatta! Una mia canzone potrebbe essere cantata da Umberto Tozzi in un suo disco!”. Una magia, un sogno. Non era così. Era di più: il brano piacque talmente tanto da far decidere alla Warner di presentare Umberto Tozzi al Festival di Sanremo con quel mio pezzo, che avrebbe poi dato il titolo all’intero album. Pazzesco. Scrivere un brano per un big internazionale, portarlo al Festival di Sanremo e darne il titolo all’album è il massimo al quale un autore possa aspirare. C’e’ un momento che mi porterò per sempre nel cuore: prova generale, siamo in pochi in sala , Bonolis , i miei , la famiglia di Umberto Tozzi e altre 10/12 persone . L’orchestra si accorda, vedo sollevare gli spartiti da tutti i maestri, in cima c’e’scritto chiaramente: LE PAROLE (TOZZI/ANCILLOTTI). La musica parte in tutto l’Ariston. E’ lei. E’ mia. Sono io a casa al pianoforte in un pomeriggio qualunque di un giorno qualunque di qualche anno prima. Non c’e’ un tempo non c’e’una regola continuate a sognare e a far bene e con amore ciò in cui credete. Sono emozioni troppo belle”.
L’ EDIZIONE 2016 SARA’ UN GRANDE SUCCESSO?
“Non so come andrà a finire quest’anno e non so ancora se, sicuramente il Festival ci lascerà, come sempre, qualcosa di cui parlare, che sia uno scoop, uno scandalo o una buona canzone, non mancheranno le sorprese. Molti meriti sono anche di Carlo Conti, impeccabile e molto molto preparato. Sul palcoscenico ho apprezzato molto gli Stadio che, per me, sono una preziosa scuola. Molto bene Dolcenera e Michelin poi forse è ancora troppo presto per dare giudizi definitivi. Posso solo dire che per ora gli ospiti sono stati fantastici. Eros Ramazzotti, magnifico”.
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