Una serata di “Gloria “ a Torino!

Dove vedere in compagnia Sanremo 2024: i posti a Torino, zona per zona

SANREMO 2024

I luoghi in città per vivere insieme la settimana sanremese

Trenta Big in gara, cinque co-conduttori, tantissimi ospiti. La 74esima edizione del Festival di Sanremo, da martedì 6 a sabato 10 febbraio. Amadeus, per il suo quinto e, salvo un clamoroso colpo di scena, ultimo Festival, darà spazio anche a molti artisti torinesi.

Il più atteso è sicuramente Gigi d’Agostino che, dopo la malattia, sarà superospite sulla nave da Crociera Costa Smeralda, venerdì 9 febbraio. Saranno in gara il torinese Fred De Palma con il brano “Il cielo non ci vuole” e i Santi Francesi, la band di Ivrea, vincitrice di X Factor 2022.

Nella serata delle cover salirà sul palco dell’Ariston anche Umberto Tozzi, trionfatore della kermesse nel 1987, con Morandi e Ruggeri con il brano “Si può dare di più”. Quest’anno affiancherà i The Kolors in un medley dei suoi successi dove sicuramente non mancherà “Gloria”.

Sul palco dell’Ariston, nella serata dei duetti e delle cover, venerdì 9 febbraio, salirà anche il coro di voci bianche del Teatro Regio con Clara e Ivana nel cerchio della vita. 

Sanremo 2024, da Umberto Tozzi agli Eiffel 65: le star torinesi nella serata dei duetti

Sanremo in compagnia, dove vederlo a Torino

Milioni di spettatori, come ogni anno, si preparano quindi a guardare il Festival, pronti a esprimere immediatamente giudizi sulle canzoni e sui cantanti, dai look fino alle interpretazioni. Per molti guardare Sanremo in compagnia è un rito quasi obbligatorio.

Qui trovate i posti dove seguire a Torino il Festival, zona per zona, con gli eventi dedicati.

1) All’Off Topic, in via Giorgio Pallavicino 35, martedì 6 a sabato 10 febbraio, Sanremo Week, Serata a Tema in cui si possono guardare tutte le serate di Sanremo in compagnia. Venerdì 9 i Comici In Piedi di Torino Comedy Lounge accompagneranno tutta la serata e sabato 10 febbraio, dopo la finalissima, si festeggerà in compagnia di My Generation.  L’evento si svolge al Bistrò. Si può prenotare il proprio tavolo a questo indirizzo.

2) Al Polo del ‘900, Palazzo San Daniele, si potrà vedere la serata finale nsieme al cabaret queer di The Nerve Cabaret, un gioco a premi a cura di Baroneostu e ci sarà poi una spaghettata di mezzanotte. Si può prenotare gratuitamente il proprio posto a questo indirizzo

3) A Cascina  Roccafranca, in Via Rubino, 45, sabato 10 febbraio sarà trasmessa la  finale di Sanremo con spritz e snack a offerta libera, drinking game e Fantasanremo. 

4) Alle OGR, Corso Castelfidardo 22, Sanremo serata cover, Serata Club Silencio a tema Sanremo con megagiga maxischermo per guardare Sanremo tutti insieme, ospiti, karaoke. Trovate maggiori informazioni e potete accreditarvi a questo indirizzo Megagiga maxischermo per guardare Sanremo tutti insieme nel salotto più grande d’Italia. 3 coppie di biglietti omaggio saranno messe in palio in un contest da martedì 6 a mercoledì 7 febbraio alle ore 17 al post Instagram di TorinoGiovani.

5) Alle Gallerie d’Italia, fino al 12 maggio, si può visitare la mostra “Non ha l’età. Il Festival di Sanremo in bianco e nero” che ripercorre con 85 fotografie tutti gli anni del Festival di Sanremo. Sono tanti i “fuori scena” e i contributi video-sonori in collaborazione con Rai Teche. I biglietti si possono acquistare sul sito al prezzo di 10 euro.

https://www.torinotoday.it/social/posti-Torino-dove-vedere-festival-sanremo-2024.html

Questa sera Umberto Tozzi sarà a Torino.

Umberto Tozzi: «E dopo il male ricomincio da Gloria»

L’INTERVISTA

laR

23.11.2022 – 06:04

Il primo dicembre a Lugano, Palacongressi, dopo un tumore sconfitto: ‘Ho avuto paura. Il Gloria Forever Tour è quello che ci vuole per ricominciare’

di Beppe Donadio

L’artista torinese è atteso al Colosseo per la prima tappa italiana del tour dedicato al brano storico: «Ho avuto il tumore, torno sul palco con un altro spirito»

  • 23 Novembre 2022
  • Simona Totino

Alzi la mano chi non ha mai cantato “Gloria”. Chi non conosce il testo a memoria o non sappia che persino un regista maniacale come Martin Scorsese l’ha scelta per uno dei suoi capolavori, “The wolf of Wall Street”. E alzi la mano chi guardando “La casa di carta” non ne abbia riconosciuto le note. Un successo plateale quello del brano scritto quarant’anni fa da Umberto Tozzi al quale, oggi, è dedicato il tour che partirà il 1 dicembre da Lugano, e inizierà per l’Italia proprio da Torino. Accadrà il 5 dicembre prossimo, al Colosseo, dove le prevendite stanno andando a ruba e dove la star, nata sotto la Mole il 4 marzo del 1952, tornerà con il suo “Gloria Forever” in una data che sa di rinascita, sì, proprio qui, nella città in cui tutto ebbe inizio quando il giovane Umberto sognava di diventare un calciatore, e mai avrebbe immaginato che, invece del pallone tra i piedi, il suo futuro sarebbe stato con la chitarra in mano. Quella chitarra gli è valsa 80 milioni di dischi venduti nel mondo e successi sparsi ovunque.

Un atto dovuto il tour dedicato al brano che ha conquistato il mondo anche grazie alla cover di Laura Branigan.
«Esatto, “Gloria” mi ha dato tutto ciò che era possibile».

Già, sognava di fare il calciatore. Tifa sempre per il suo Torino?

«Non sono mai stato un grande tifoso ma la seguo come squadra, seguo le sue fatiche. In questo periodo sto guardando i Mondiali anche se mi spiace molto che non ci sia l’Italia».

A breve partirà per il tour, lo vivrà in modo diverso dopo la malattia che l’ha colpita ad aprile?
«Da quella esperienza vivo tutto in modo diverso. Ho avuto il cancro ma, per fortuna, sono guarito. Oggi vivo tutto con molta più leggerezza e mi godo le piccole cose quotidiane, anche bere un bicchiere d’acqua diventa un piacere».

Come sarà il concerto?
«Voglio fare cantare la gente con il mio repertorio. Sono felice di ritrovare il pubblico del Colosseo, il teatro è la dimensione più emozionante per un cantante. Sì, anche i palazzetti e le arene sono importanti, ma il calore del pubblico che si sente nei teatri non è paragonabile».

E “Gloria”?
«Vuole sapere quando la canterò?».

Certo.
«Per ora è una sorpresa ma, ovviamente, la canterò».

Cosa c’è nel futuro di Umberto Tozzi?
«Magari un nuovo cd. Ho avuto tutto ciò che potevo desiderare dalla musica, voglio solo continuare a stare sul palco».

Umberto Tozzi: “Il mio sogno era fare il calciatore ma la chitarra mi ha cambiato il futuro”

Umberto Tozzi: “Il mio sogno era fare il calciatore ma la chitarra mi ha cambiato il futuro”

ROBERTO PAVANELLO

PUBBLICATO IL 27 Giugno 2021 ULTIMA MODIFICA 27 Giugno 202114:06

TORINO. Il tour acustico di Umberto Tozzi, «Songs», farà tappa allo Stupinigi Sonic Park il 5 luglio. Un concerto che, in fase di presentazione, è stato annunciato come un atto liberatorio: «Mi auguro che, sia per me, sia per i miei colleghi possa essere l’inizio di un ritorno al più presto alla normalità e la fine di un lunghissimo incubo».

Il pubblico che verrà a Stupinigi a che tipo di spettacolo assisterà?
«Sicuramente sarà un concerto diverso da quelli che faccio solitamente. Immagino sarà una piacevole sorpresa perché ho la fortuna di avere un repertorio che può essere suonato in acustico. Quando il 10 aprile ho fatto il live in streaming dallo Sporting di Montecarlo per aiutare i miei musicisti e i tecnici mi sono sorpreso anche io per come è riuscito bene. Ho riscoperto brani che non avevo mai fatto e che chitarra, piano e poco altro funzionano alla grande».Esiste un momento in cui si è accorto che non era più solo un cantautore ma un pezzo di storia della musica?
«Non mi ci sono mai soffermato, me lo fanno notare di più mio figlio o mia moglie. Mi rendo conto che durante la mia vita su questo Pianeta qualcosa ho lasciato però non l’ho mai vissuta come qualcosa di speciale. C’è talento, ma più che altro c’è fortuna. Chi si aspettava che qualcuno traducesse una mia canzone in inglese, che restasse due mesi al primo posto in America e finisse in un film come Flashdance?» .

Successi internazionali, colonna sonora in film e serie tv, campagne pubblicitarie e anche cori da stadio… In mezzo a tutto ciò ce l’ha un rimpianto?
«Sì, avrei voluto fare il calciatore. Da ragazzo era quello il mio sogno, poi ho trovato una chitarra a casa e ho iniziato a suonare… Alla fine, meglio così, non ho mai avuto la disciplina per fare il calciatore professionista. Per fortuna ho giocato vent’anni con la Nazionale Cantanti, sono sceso in campo in stadi meravigliosi e mi sono divertito».

Il calcio lo segue ancora?
«Certo! Ora sto guardando gli Europei. Un’Italia così bella non me l’aspettavo, anche se conosco la preparazione di Roberto Mancini. Ha saputo ricostruire sulle macerie, scegliere giovani talenti e far capire loro che non ci sono titolari. Chissà che, incrociando le dita, non si possa arrivare in finale».

C’è un Umberto Tozzi in questa Nazionale?
«Io non potrei mai giocarci, questi sono troppo forti. Io ero un centrocampista e il centrocampo azzurro è davvero forte. Mi piace molto Jorginho, giocatore fondamentale».

Tifa anche per una squadra di club?
«Non più. Sono stato tifoso del Toro, quello di Pulici, Graziani e Claudio Sala. In famiglia eravamo tutti granata. Ho amato i grandi campioni del passato come Rivera, Antognoni e Baggio. Oggi mi piace chi gioca bene, le sorprese come l’Atalanta».

A Torino ha ancora qualcuno?
«Ci vive mia sorella, mentre mio fratello sta a Cuneo. Da quando i miei genitori sono morti in città non ci torno più se non per lavoro. Ormai ho perso le tracce dei ragazzi con cui suonavo».

Negli ultimi anni la critica l’ha rivalutata: ne è soddisfatto?
«Io non ho mai fatto parte della cricca dei cantautori politicizzati e per questo ho preso tante bastonate dalla critica. Non solo io, allora era così. Avevo troppo successo, dovevano distruggermi. Io ero quello della canzoncina per l’estate. Col tempo qualcuno mi ha chiesto anche scusa e tutto è rientrato come è giusto che sia».

“Gli altri siamo noi” è una canzone ancora molto attuale, eppure è del 1991…
«Il contesto sociale però è molto cambiato. L’immigrazione veniva percepita diversamente ed era più facile immedesimarsi con chi emigrava in cerca di un lavoro, di un futuro migliore. Era più facile dire che gli altri siamo noi. Oggi credo che mi massacrerebbero se incidessi una canzone così». —

https://www.lastampa.it/topnews/edizioni-locali/torino/2021/06/27/news/umberto-tozzi-il-mio-sogno-era-fare-il-calciatore-ma-la-chitarra-mi-ha-cambiato-il-futuro-1.40435915

RAF TOZZI BIS AL TEATRO COLOSSEO

6 e 20 aprile 2020 ⋅ h 21.00

RAF TOZZI

AL TOUR NEI TEATRI ITALIANI

6 e 20 APRILE – TEATRO COLOSSEO DI TORINO 

È disponibile DUE, LA NOSTRA STORIA

l’album dal vivo con le registrazioni del tour nei palasport

 

Dopo l’annuncio del tour nei principali teatri italiani, in cui RAF e UMBERTO TOZZI porteranno dal vivo i loro due repertori indimenticabili rivisitati a due voci, si aggiungono ora 3 nuove date: una seconda data a Milano (15 aprile – Teatro degli Arcimboldi), Torino (20 aprile – Teatro Colosseo) e Bergamo (21 aprile – Teatro Creberg).

Queste le date ad oggi confermate del tour (prodotto da Friends & Partners):

02 marzo – Europauditorium – BOLOGNA

07 marzo – Nuovo teatro Carisport – CESENA

08 marzo – Teatro Verdi – FIRENZE

25 marzo – Teatro Creberg – BERGAMO

31 marzo – Teatro Augusteo – NAPOLI

02 aprile – Teatro Team – BARI

04 aprile – Teatro Verdi – MONTECATINI

06 aprile – Teatro Colosseo – TORINO

09 aprile – Teatro degli Arcimboldi – MILANO

10 aprile – Teatro Rossetti – TRIESTE

14 aprile – Teatro Carlo Felice – GENOVA

15 aprile – Teatro degli Arcimboldi – MILANO (NUOVA DATA)

17 aprile – Pala Invent (configurazione teatrale) – JESOLO

18 aprile – Teatro pala Bruel – BASSANO

20 aprile – Teatro Colosseo – TORINO (NUOVA DATA)

21 aprile – Teatro Creberg – BERGAMO (NUOVA DATA)

29 aprile – Auditorium Parco della Musica – ROMA

 

I biglietti per la nuova data di Milano e per quella di Bergamo saranno disponibili in prevendita dalle ore 16.00 di oggi, venerdì 24 gennaio. Dalle ore 11.00 di lunedì 27 gennaio saranno invece disponibili in prevendita i biglietti per la data di Torino (per info www.friendsandpartners.it).

 

Radio Italia è radio ufficiale del tour.

 

Durante il tour, i due artisti scalderanno il pubblico grazie a una scaletta straordinaria, in cui non potranno mancare i loro grandi successi, da “Gloria” a “Self Control”, da “Si può dare di più” a “Cosa resterà degli anni 80”, da “Infinito” a “Ti amo”, ma anche “Ti pretendo”, “Gli altri siamo noi”, “Il battito animale”, “Immensamente”, il loro ultimo brano a due “Come una danza” e molti altri, tra cui la super hit, “Gente di Mare”.

 

È disponibile “DUE, LA NOSTRA STORIA (prodotto da Friends & Partners / distribuito Warner Music Italy), l’album dal vivo di RAF e UMBERTO TOZZI con le registrazioni dei brani eseguiti live durante il tour nei palasport della primavera 2019. Un doppio CD composto da 25 tracce con tutti i loro più grandi successi e i medley più emozionanti (link https://lnk.to/RafTozziDueLive)!

 

È online su YouTube il video di “Due”, con le immagini live registrate al concerto che si è tenuto lo scorso 25 maggio al Pala Alpitour di Torino. Un piccolo assaggio del tour che li ha visti protagonisti nei palasport di tutta Italia, in attesa dell’imperdibile tour nei teatri che li vedrà di nuovo insieme sul palco da marzo 2020.

Il video è visibile al seguente link: https://youtu.be/7OXZ0zR-CQM

 

La loro avventura a due è iniziata nel 2017 quando, all’Arena di Verona, Raf e Umberto Tozzi si sono ritrovati all’anfiteatro in occasione del concerto-evento di Tozzi “40 Anni Che Ti Amo”, e travolti dall’entusiasmo hanno deciso di tornare a collaborare, di cantare insieme, di condividere lo stesso palco.

A distanza di due anni, i due artisti hanno intrapreso la scorsa primavera un tour nei palasport di tutta Italia, che si è concluso il 25 settembre con uno speciale evento all’ARENA DI VERONA.

 

ACQUISTA TICKET ONLINE SU:

ticketOne

 TEATRO COLOSSEO

Via Madama Cristina 71/A – TORINO

TU e le altre – Umberto Tozzi tribute band : 21 dicembre a Torino

💥Vi state preparando per la data del 21/12 al GV Pane E Caffè di Torino?
Noi si, e visto che saremo molto vicini al Natale per farci gli auguri abbiamo deciso di farvi alcuni regalini! 🥳
Se volete scoprire come e cosa abbiamo preparato non dovete fare altro che prenotare il vostro tavolo.
Ci saranno anche tantissime novità in scaletta, quindi non avete davvero più scuse per mancare.

Ci vediamo il 21, iniziate a scaldare le ugole! 👨‍🎤👩‍🎤

PS per i maschietti, no la ragazza in foto non è tra i premi! 😅😂

L'immagine può contenere: 2 persone, persone che sorridono

Umberto Tozzi: “Da giovane stavo sotto i portici, oggi salgo sul palco del Regio”

Sold out il concerto di stasera: “Solidale con i lavoratori Embraco”

Dopo il successo del «Quarant’anni che Ti Amo» tour, Tozzi fa tappa stasera al Teatro Regio

Pubblicato il 26/02/2018
Ultima modifica il 26/02/2018 alle ore 12:14
PAOLO FERRARI

Ottanta milioni di dischi venduti, tournée mondiali da tutto esaurito, canzoni come «Ti amo», «Gloria», «Si può dare di più». Umberto Tozzi potrebbe tornare a Torino con la freddezza del professionista affermato. Invece all’idea di cantare per la prima volta al Teatro Regio, stasera (tutto esaurito) si emoziona come quando debuttava nei piccoli locali della città.

Il Regio venne inaugurato il 10 aprile 1973 dal Presidente Leone: lei aveva 21 anni, ricorda?

«Ricordo la piazza precedente, quando il teatro era ancora un cantiere. L’inaugurazione fu un evento, e da lì in poi quei portici divennero un ritrovo quotidiano per noi giovani. Quando col mio manager abbiamo pianificato questo tour nei teatri ho subito espresso il desiderio di suonare lì dentro».

Quali erano i vostri locali negli Anni Settanta?

«Lo Swing Club di via Botero era il ritrovo di noi musicisti e aspiranti tali. C’era un’aria cosmopolita, anche perché spesso suonavano jazzisti americani. Alla fine si commentava il concerto durante la spaghettata delle due del mattino. Nel mio quartiere, Borgo San Paolo, c’era invece Cenisia con il Voom Voom, lì passavano le star a fare il classico concertino di tre quarti d’ora con le canzoni famose».

Cadevano anche le barriere sociali?

«Già nel 1965 il mio primo gruppetto schierava alla batteria il figlio di un medico, a noi sembrava di un altro pianeta, invece tutto era naturale, c’era un senso di aggregazione orizzontale, senza barriere».

Ha seguito Sanremo con i suoi amici Ruggeri e Morandi e la direzione di Baglioni?

«Avevo due date a Zurigo e una a Ginevra, ho visto solo la finale. Mi ha fatto molto piacere la scelta di affidare la direzione a Claudio, è stato un modo per rimettere le canzoni al centro dell’attenzione. È importante che la parte artistica sia nelle mani di una persona che vive nella musica».

Con che show affronta il prestigio del Regio?

«Il concerto è rodato, siamo una band, non un cantante circondato da musicisti, in questo avere iniziato come chitarrista da ragazzo mi aiuta. Ci sono anche due canzoni nuove, inedite che facciamo solo dal vivo».

Vivere di diritti d’autore come ai vostri tempi oggi sarebbe un’utopia?

«Per forza, i proventi dei dischi e dei diritti ora sono prossimi allo zero, in pratica regaliamo canzoni per farci pubblicità in vista delle tournée. Ma incidere è sempre emozionante».

Che effetto fa sentire i propri brani nelle colonne sonore di film come «Flashdance» o ancora nel 2013 «The Wolf Of Wall Street» di Scorsese?

«È una sensazione bellissima, Scorsese poi ha scelto la versione originale cantata da me. La mia voce mentre sullo schermo c’è Di Caprio… grandioso».

È al corrente del dramma del lavoratori Embraco?

«Sì, seguo la vicenda e rifletto. Mio padre era immigrato a Torino dal Gargano e manteneva tre figli con lo stipendio da guardiano notturno. Tornava a casa mezzo congelato, qualche volta gli rubavano pure la bicicletta, si mangiava carne una volta alla settimana. Ma il lavoro c’era, si avvertiva un’idea di futuro. Chi ha vent’anni ora come può sognare di andare a vivere col partner mantenendosi con il lavoro? Sono nato il 4 marzo, il giorno in cui si voterà, ma non vedo alcuna possibilità che dalle urne possa uscire qualcuno capace di contribuire a invertire la tendenza. Sono scettico, sì».

5 artisti torinesi della musica dance internazionale

Tra fine anni ’90 e 2000 dalle discoteche di Torino sono arrivati al successo internazionale diversi nomi della musica dance. Eccone cinque: una è tornata in tv

Torino può vantare da sempre una scena musicale molto ricca: da Fred Buscaglione a Rita Pavone, da Umberto Tozzi ai Righeira, fino ai più moderni Subsonica, Statuto, Persiana Jones, Motel Connection, Linea 77 e moltissimi altri.

Una gran varietà di epoche e stili musicali, in cui non manca un genere che per le sue caratteristiche può portare a una ribalta persino maggiore dei grandi nomi del panorama italiano: la musica dance.

Tra gli anni ’90 e l’inizio del Duemila, le discoteche di tutto il mondo hanno fatto ballare milioni di ragazze e ragazzi al ritmo di pezzi realizzati da cantanti, producer e dj nati e vissuti in provincia di Torino. Canzoni che furono tormentoni indimenticabili, e che ancora oggi fanno venire un brivido a chi le ballava qualche anno fa.

Ecco i 5 artisti torinesi più noti a livello internazionale della musica dance anni ’90:

Agnese Cacciola – Neja

Il suo nome è tornato a circolare da quando il 9 marzo ha partecipato al talent show di Rai 2 “The Voice of Italy”, venendo scelta da Raffaella Carrà e Dolcenera ed entrando nella squadra di quest’ultima. Ma Agnese Cacciola in arte Neja, cantante di musica celtica e gospel nata a Torino il 15 agosto 1972 (e residente a Collegno), è una voce nota dal 1998, quando uscì la sua canzone “Restless”, il cui ritornello “I don’t know why we’re so restless, I know you know that it’s true” fu un autentico tormentone.

VIDEO

Mauro Picotto

Nato a Cavour (vicino a Pinerolo) nel 1966, Mauro Picotto non sarà forse un nome immediatamente familiare ai più, ma in Inghilterra se lo ricordano ancora in molti. Con “Komodo (Save a Soul)” nel 2000 arrivo alla 13esima posizione della classifica del Regno Unito. I suoi remix furono richiesti poi da gruppi britannici come York, Pet Shop Boys e anche gli U2. In quell’anno suonò dal vivo anche a Top of the Pops della BBC, il primo dj a esibirsi live in quel programma.

VIDEO

Gabry Ponte e gli Eiffel 65

In questo caso nomi che non hanno alcun bisogno di spiegazioni, solo di celebrazioni. Nel 1999 “Blue (Da Ba Dee)” raggiunse la vetta della classifica in 24 Paesi del mondo, con 10 milioni di dischi venduti. A guidare gli Eiffel 65 c’era Gabry Ponte, torinese emigrato a Lignano Sabbiadoro (dove aveva una discoteca, l’Aqua) che ha fatto grande la Bliss Corporation, casa discografica anch’essa torinese. Di Gabry Ponte come dj producer solista il pezzo più famoso è invece Geordie, remix di una canzone di de Andrè a sua volta ispirata a una ballata medievale.

VIDEO

Da Blitz

Pochi sanno che prima del successo di Blue, Gabry Ponte lavorava già per la BlissCo. come remixer dei Da Blitz, il gruppo nato nel 1994 dall’incontro tra la cantante torinese Viviana Presutti (in arte Vivian B.) e i musicisti Simone Pastore (in arte Simon, tarantino ma all’epoca come Viviana studente all’Università di Torino) e Domenico Capuano (torinese anche lui). Nell’aprile del ’94, il loro singolo “Stay with Me” arrivò al vertice della classifica dei singoli italiana.

VIDEO

Luigino Celestino D’Agostino – Gigi Dag (o Gigi D’Agostino)

Gigi D’Agostino è un altro che non necessita di presentazioni. Per il dj produttore nato a Torino nel 1967 da una famiglia originaria del salernitano, il difficile è scegliere un successo solo. Cresciuta con la gavetta tra Ultimo Impero (Airasca), Naxos (Torino) e altre discoteche di tutta Italia, la carriera di Gigi Dag è arrivata all’apice nel 1999 con “Bla Bla Bla”, “The Riddle”e “Another Way”, successi poi seguiti tra 2000 e 2001 da “L’amour toujours (I’ll Fly with You)”, “La passion” e “Super (1, 2, 3)”, in collaborazione con Albertino.

VIDEO

(Si ringrazia Enrico Lago per la consulenza)

by torinotoday.it