“Perché Sanremo è Sanremo?”, un documentario racconta il Festival

Settantaquattro anni di storia del nostro Paese tra canzoni, gaffe e polemiche. Spazio anche al Piemonte con il dramma di Tenco, il trionfo di Tozzi e il Signor Tenente di Faletti. In onda mercoledì 21 febbraio in prima serata su Rai1

 10:08

di Gabriele Russo, montaggio Paola Galassi

“Quelle canzoni che abbiamo raccontato sono state specchio dei tempi. Una per tutte è Signor Tenente di Faletti. Erano i primi Anni ’90, c’erano state le stragi, c’erano state le stragi di Capaci e Via D’Amelio. E lui racconta la realtà con grande impatto”.

“Perché Sanremo è Sanremo”? Lo storico claim si fa domanda. E diventa il titolo di un documentario di Giovanni Filippetto e Michele Truglio (coproduzione Rai Documentari e Eliseo Entertainment). Sedici canzoni per raccontare 74 anni di musica, fiori, gaffe e polemiche. 74 anni della nostra Storia. 

All’interno anche tanto Piemonte. Il clamoroso successo dell’astigiano Faletti nel 1994 con Signor Tenente. E ancora la drammatica edizione del 1967, con la morte dell’alessandrino Luigi Tenco ricordata dal giornalista di Alba (Cn) Aldo Cazzullo e dalla cantante Iva Zanicchi

Vent’anni dopo, nel 1987, il trionfo del torinese Umberto Tozzi

“Si può dare di più è una canzone-inno, una canzone che ha segnato quegli anni – racconta ancora Filippetto -. Si veniva dal Live Aid, dal ‘riuniamoci tutti e cantiamo per una causa’. E’ una canzone che in questo caso italiano viene fuori dalla nazionale cantanti, dove giocavano Tozzi Morandi e Ruggeri. E la scrive Tozzi, un torinese doc”.

Il documentario “Perché Sanremo è Sanremo?” andrà in onda in prima serata mercoledì 21 febbraio su Rai1.

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Umberto Tozzi festeggia all’Arena di Verona i 40 anni di “Ti Amo”

Umberto Tozzi in concerto nel 2014 (Getty Images)

Il cantautore celebra il compleanno di una delle sue hit più famose. Sul palco con lui il 18 settembre ci saranno numerosi ospiti, tra cui Enrico Ruggeri e Gianni Morandi

Uno show per celebrare il compleanno a cifra tonda di uno dei classici della canzone italiana: questa l’occasione per “40 anni che Ti Amo”, concerto evento organizzato da Umberto Tozzi all’ Arena di Verona. Il prossimo 18 settembre, il cantautore torinese salirà sul palco del celebre anfiteatro romano per festeggiare la sua carriera e l’anniversario del brano “Ti Amo”, facendosi accompagnare da colleghi e ospiti.

Lo show

Nel 1977, “Ti Amo” di Umberto Tozzi veniva incoronato brano dell’estate al Festivalbar: 40 anni dopo, il musicista ha deciso di rendere omaggio alla hit con un evento speciale all’Arena di Verona il prossimo 18 settembre. Lo show “40 anni che Ti Amo” si inserisce all’interno dell’omonimo tour che nel 2017 ha visto il cantautore esibirsi in Spagna, Germania, Svizzera, Belgio e Canada. A Verona saliranno sul palco artisti del calibro di Anastacia, con cui Tozzi ha recentemente reinterpretato la canzone in una versione inedita, Marco Masini, Al Bano, Fausto Leali e Raf. Ci saranno anche Enrico Ruggeri e Gianni Morandi, con cui il musicista torinese vinse il Festival di Sanremo nel 1987 grazie a “Si può dare di più”. In scaletta, oltre al brano che dà il titolo all’evento, ci sono tutti i grandi successi di Tozzi, come “Gloria”, “Notte rosa”, “Stella stai” e “Gli altri siamo noi”. I biglietti  sono disponibili in prevendita sul sito TicketOne e nei punti vendita della compagnia.

Il successo di “Ti Amo”

Il brano “Ti Amo” fu composto nel 1977 da Umberto Tozzi e Giancarlo Bigazzi, e fa parte dell’album “È nell’aria… ti amo”. Oltre a raggiungere la prima posizione nelle classifiche di vendita italiane, la canzone riscosse notevole successo anche in Francia, Svizzera, Svezia e Germania. Nel corso degli anni, “Ti Amo” è stata al centro di numerose cover: oltre ad essere stata incisa dai Ricchi e Poveri nel 1992, è stata interpretata in una versione francese dalla cantante Dalida, e nel 1984 è stata tradotta in inglese da Diane Warren e incisa da Laura Branigan. In tedesco, invece, ne hanno realizzato una versione Guildo Horn e una Howard Carpendale. L’ultima celebre reinterpretazione in ordine di tempo è quella riproposta in duetto dallo stesso Tozzi con Anastacia.

http://tg24.sky.it/spettacolo/2017/09/11/umberto-tozzi-verona.html

Tozzi, sono una Ferrari parcheggiata in garage

Il 18 settembre all’Arena di Verona festa per 40 anni del brano

“Avrei potuto lavorare di più nella mia carriera, ma sono pigro. Mi ricordo che Giancarlo Bigazzi diceva che ero come una Ferrari con il pieno fatto, parcheggiata in garage… aveva ragione. Ma io ho sempre visto la musica come un hobby. E’ diventata una professione solo perché gli altri mi hanno obbligato a farlo”. Un hobby che più di un risultato lo ha portato, considerando che Umberto Tozzi durante la sua carriera ha venduto oltre 80 milioni di dischi, inanellando dalla fine degli anni Settanta una serie di successi che hanno anche varcato i confini nazionali. Come l’intramontabile Gloria, ad esempio, o l’altrettanto immarcescibile Ti Amo, che quest’anno festeggia i suoi primi 40 anni. Occasione ghiotta per far festa: il 18 settembre – lo stesso giorno in cui la canzone fu incoronata regina dell’estate 1977 – all’Arena di Verona va in scena il concerto evento “40 anni che Ti Amo” (in onda il giorno successivo in prima serata su Canale 5).

“Stesso luogo, stessa canzone di 40 anni fa: un cerchio che si chiude. Una sorta di Back to the future. Si torna dove tutto è iniziato”, racconta all’ANSA il 65enne cantautore torinese. “E’ emozionante. E sorprendente. All’epoca ovviamente non immaginavo quello che sarebbe venuto dopo, non avevo capito subito la potenza di Ti Amo. Il segreto della sua resistenza nel tempo? Sicuramente c’è stato talento nello scrivere una canzone che ha resistito alle bufere musicali di questi anni, ma c’è stata anche una buona dose di fortuna. Ti amo è il brano più originale del mio repertorio e ancora oggi per chi l’ascolta è un colpo di fulmine”.

Tozzi non fa parte di quella schiera di artisti che si sono sentiti prigionieri di un successo e di un momento. “Ognuno di noi ha un singolo che ha segnato il suo percorso. Per me è stato Ti Amo, e poi Gloria, brani che durante i concerti non rifaccio ma con noia, grazie alle emozioni che sento da parte del pubblico”. Il 18 settembre sul palco del teatro scaligero insieme a lui ci saranno anche Anastacia (con cui Tozzi ha recentemente reinterpretato “Ti Amo” in una versione inedita), Enrico Ruggeri, Gianni Morandi, Marco Masini, Al Bano, Fausto Leali e Raf. “Amici, prima che colleghi, con cui ho lavorato nella mia carriera e con i quali mi diverto”. Con Ruggeri e Morandi, Tozzi vinse il Festival di Sanremo nel 1987. “Sarà l’occasione per festeggiare anche i 30 anni di Si può dare di più”. “Senza falsa modestia – aggiunge poi -, se fossi nato in Inghilterra, la mia storia sarebbe stata diversa. Quello che ho fatto da italiano, era impensabile prima di me, era impossibile vendere un disco oltre Chiasso. Ne sono fiero”.

Ma poi Umberto Tozzi ti spiazza e ti dice che in realtà, qualcosa avrebbe cambiato nella sua vita. “Avrei voluto fare il calciatore. Essere Roberto Baggio – racconta serio -. Avevo anche talento, è un mestiere che mi sarebbe piaciuto, ma poi la vita mi ha portato a imbracciare la chitarra a 14 anni”. Certo è che da calciatore una carriera lunga oltre 40 anni non avrebbe potuto averla, né tantomeno festeggiarla. “Eh sì, mi è stato fatto notare in effetti”, ammette ridendo. Però il calcio in qualche modo ha fatto parte della sua vita: grazie alla musica è stato per 20 anni nella Nazionale Cantanti, “abbiamo fatto cose bellissime, in un clima rilassante e divertente, sono stato anche capocannoniere”, dice con orgoglio, lui che si definisce un sognatore, con ancora sogni, e progetti, da realizzare. “Mi piace sorprendere il mio pubblico, sto pensando a cosa fare dopo l’Arena. I 40 anni di Gloria, c’è ancora tempo”.

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 http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/musica/2017/09/06/tozzi-ti-amo-mia-canzone-piu-originale_c50cd58b-3a6c-4880-b681-9026d6062bc8.html

Riecco il trio di “Si può dare di più”

VeneziaRadioTV

Una coincidenza di avvenimenti, rimette insieme, nelle notizie di attualità, il trio Morandi-Tozzi-Ruggeri, vincitore del Festival di Sanremo 1987.

“Si può dare di più” è la canzone che vinse Sanremo ’87 grazie all’interpretazione del trio formato da Umberto Tozzi, Gianni Morandi ed Enrico Ruggeri, tre stili musicali diversi ma con in comune la passione per il calcio, e ora ovviamente riuniti, da avvenimenti di diverso registro, nelle notizie del giorno (…)
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Si può dare di più da Emozioni andato in onda su Rai2

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Grazie a Marinella Ladisa per la registrazione

Sanremo 2015, Antonio Conte: «Il segreto del successo? Mia moglie e mia figlia» Il ct della Nazionale ospite della quarta serata del Festival. «Contale a Conti», lo invita il conduttore. E lui, allora, le conta

 3 giorni fa | di Lavinia Farnese

Sanremo 2015, Antonio Conte: «Il segreto del successo? Mia moglie e mia figlia»
conte

A Vanity Fair prima di partire aveva detto che lui è uno che «non molla mai». E al Festival di Sanremo non si smentisce, scegliendo come «canzone del cuore» Si può dare di più di Gianni Morandi, Umberto Tozzi ed Enrico Ruggeri. «Quando si raggiunge la vetta di può ancora salire. Possiamo sempre migliorarci e regalare qualcosa di inaspettato e spero possa accadere questo per la mia Nazionale, che non lascerò».

Ma è alla moglie seduta nelle prime file della platea dell’Ariston, Elisabetta Muscarello, che dedica Se stiamo insieme di Riccardo Cocciante, secondo pezzo della sua playlist. E dice: «Io nel mio lavoro ci metto voglia e entusiasmo e cerco di non trascurare la moglie e la bimba, Vittoria. Mi sopportano ma è anche questo il segreto del mio successo».

by vanityfair.it

Sanremo: aspettando una canzone che non arriva e una memoria che non ritorna…

by artslife.comFestival-di-Sanremo-2015-Carlo-Conti[1]

Non ho mai capito perché guardiamo Sanremo. Ci restiamo attaccati persino quando appare il diversamente comico Alessandro Siani, l’imitatore fasullo di Massimo Troisi, «la quintessenza della banalità», come l’ha definito sul Fatto il più gentile dei suoi critici, Andrea Scanzi, una sorta di guitto triste adattissimo solo per i duetti con Elisabetta Canalis, che non staresti ad ascoltare neanche senza un cacchio da fare al bar. Non abbiamo cambiato canale neppure allora. Abbiamo aspettato una canzone che non arrivava, una battuta che non esisteva, una memoria che non ritornava. Siamo rimasti tutti lì. Ed è strano come nella sua finzione orrorifica Sanremo appartenga interamente alla nostra identità e non solo al nostro immaginario. Lo dicono i numeri. Nella prima serata lo share medio ha raggiunto il 49,34 per cento di televisioni accese su Raiuno, cioé praticamente una su due, 11 milioni e 767mila spettatori, con un’età media pure bassa per il pubblico di pensionati che è solito frequentare la rete Ammiraglia, 53 anni appena. Leggera flessione nella seconda serata, 41,67 di share e 10 milioni e 91mila spettatori, ma addirittura 8 punti e due milioni in più dell’anno scorso. Il segreto del successo? Non esiste. Basta rivedere le immagini di Al Bano e Romina, icone stanche di un’Italia dimenticata, gonfi e invecchiati, così patetici nell’inseguire la loro canzone della felicità mentre evitano, fra curve improvvise e smorfie malcelate, di incrociare gli sguardi. Non sono più marito e moglie, ma lo spettacolo può andare oltre la famiglia. Non conta quello che cantano, perché tutto è già dimenticato nel momento in cui si spegne la musica. Restano il volto rotondo di Al Bano, ispessito e immalinconito dal doppio mento, e il sorriso quasi sforzato di Romina. La verità è che è inutile cercare il segreto del successo. L’edizione del festival più vista della storia di Sanremo è quella del 1987, con picchi di ascolto davvero bulgari, del 68,71 per cento, tipo a Livorno quando andavano a votare comunista (il motivo per cui Allegri stava antipatico a Berlusconi: se è livornese, vuol dire che è di estrema sinistra). Quell’anno vinsero Gianni Morandi, Umberto Tozzi ed Enrico Ruggeri: cantavano «Si può dare di più». La seconda più vista è quella del 1995, 66,42 di share. Il meno visto è del 2008, 36,56, Giò Di Tonno e Lola Ponce che trionfano, ma la terza messa peggio è proprio l’edizione dell’anno scorso, con la Litizzetto e Fabio Fazio, 39,26 per cento, che detiene pure il triste primato di annoverare la serata finale con il più basso indice di ascolto di sempre: 43,51. C’è un motivo per tutto questo? Hanno detto che quell’ultimo festival era troppo radical chic, fatto su misura per il pubblico intellettualoide e sinistrorso che sulla terza rete non abbandona mai «Che tempo che fa», una nicchia di pubblico non allargabile. Vero, falso? Forse sì, forse no. La verità è che questo festival è molto più brutto, non solo di quello, ma probabilmente anche di tutti quelli prima, con le sue canzoni senza appeal e i suoi comici (comici?) del livello di Siani. Piace di più perchè Sanremo appartiene alla nostra famiglia, è dentro di noi, e non deve rompere equilibri o creare problemi, risse, polemiche troppo accese. Il suo presentatore quest’anno è perfetto, un modello di aziendalista senza mai uno scandalo, mai una lite, una minaccia di trasferimento, un’intervista velenosa. Sanremo racconta l’Italia. E hanno rimesso a posto il narratore. Ma se è vero che il festival di Sanremo racconta l’Italia, come ripetono tutti gli osservatori e gli storici della canzonetta, c’è ancora qualcos’altro che non riusciamo a capire. Dal punto di vista musicale, la manifestazione sembra tornata indietro ai primi anni Sessanta, cioé al periodo che precedeva l’avvento dei cantautori e della musica impegnata. Con una differenza essenziale, però, che alcuni di quei brani sono rimasti nella memoria collettiva, e persino nel nostro linguaggio, da «Non ho l’età» a «Una lacrima sul viso», fino a «Nessuno mi può giudicare». Quelli di adesso, faremo in fretta a dimenticarli. Dal punto di vista, come dire?, sociopolitico, invece, il festival confezionato dal normalizzatore di professione Carlo Conti sembra rimandarci agli scenografici anni Ottanta della Milano da bere, quando bisognava lasciar lavorare in pace il manovratore e pensare soltanto alla ricerca del tuo benessere. Erano anche i tempi di Berlusconi e della sua nuova televisione commerciale, nei giorni in cui l’Italia cominciava a riempire anche le camere da letto e le cucine di quegli schermi bombati nelle scatole nere che fino a poco prima se ne stavano quasi come iconoclastici trofei soltanto sui loro piedistalli in salotto. Ebbene, la verità è che non ci sono decenni più distanti dal nostro di questi due. Siamo nel mezzo della più grande crisi del dopoguerra, figli e fidanzati spaventati della decrescita, con una paura fottuta del nostro futuro, più poveri e più meschini, ahinoi, immagini spente e dolenti di tutto quello che eravamo riusciti a vedere prima di finire dentro a questo girone. E allora? Non so se sono luoghi comuni. Però stasera lo vedrò di nuovo, e non riesco a spiegare perché. Starò lì, sulla poltrona, aspettando una canzone che non arriva, una battuta che non esiste, e una memoria che non ritorna… –

Una canzone per Samantha, votate il brano che la sveglierà sulla iss

Sveglia l’astronauta che è in te
Una canzone per samantha, votate il brano che la sveglierà sulla iss aperto il nuovo sondaggio per dedicare una canzone all’astronauta italiana samantha cristoforetti.

Samantha

Venerdì mattina una delle più votate la sveglierà sulla stazione spaziale internazionale. questa volta la scelta è fra dieci successi che hanno vinto il festival di sanremo samantha cristoforetti nella iss (da twitter @astrosamantha) una canzone per samantha, sulla iss risuonano le note dei pink floyd risparmio energetico, anche samantha cristoforetti aderisce a “m’illumino di meno” marte, samantha cristoforetti: “ci saranno missioni esplorative, ma non domani” chi è samantha cristoforetti, la prima italiana nello spazio luci, tenebre, aurore boreali: la magia della terra di notte nelle foto degli astronauti (foto) spazio: immagini più belle catturate da hubble nei suoi 25 anni di attività meraviglioso mondo in 50 scatti. le foto straordinarie della terra vista dallo spazio un lampo nell’occhio del ciclone e mille altre meraviglie: la terra vista dalla iss iss: la stazione spaziale in tempo reale: ecco la mappa che mostra dove si trova 07 febbraio 2015 ad annunciarlo è stato lo stesso carlo conti: samantha cristoforetti interverrà in diretta dalla stazione spaziale internazionale durante il 65° festival di sanremo, in programma dal 10 al 14 febbraio. il sondaggio per scegliere la canzone che venerdì 13 sveglierà l’astronauta italiana in orbita non può dunque che essere a tema “sanremese”. si può votare fino a mercoledì e questa volta tutti i dieci brani candidati a volare nello spazio hanno vinto la kermesse canora più famosa d’italia. sondaggio aperto la consultazione online è aperta e si trova nella homepage di rainews.it. basta un click per inviare la vostra dedica musicale a samantha cristoforetti. come da regolamento, l’astronauta italiana sceglierà come sveglia una delle tre canzoni più votate. le canzoni tra cui votare i brani che abbiamo selezionato dall’albo d’oro del festival sono tutti collegabili in qualche modo, per il titolo o per il testo, all’esperienza che samantha cristoforetti sta vivendo nello spazio. nell’elenco figurano grandi classici e successi molto recenti. tutti, dopo essere passati per il palco di sanremo, sono entrati nella storia della musica italiana. in rigoroso ordine alfabetico, si tratta di “adesso tu” di eros ramazzotti (vincitore nel 1986), “angelo” di francesco renga (2005), “controvento” di arisa (2014), “e dirsi ciao” dei matia bazar (1978), “i giorni dell’arcobaleno” di nicola di bari (1972), “luce” di elisa (2001), “l’uomo volante” di marco masini (2004), “nel blu dipinto di blu” di domenico modugno (1958), “si può dare di più” di gianni morandi, enrico ruggeri e umberto tozzi (1987) e “vola colomba” di nilla pizzi (1952). la colonna sonora della missione “futura” il vincitore sarà l’undicesimo brano a risuonare nella iss nell’ambito dell’iniziativa “sveglia l’astronauta che è in te”, organizzata in collaborazione con l’esa, l’agenzia spaziale italiana e il sito ufficiale della missione “futura” avamposto42. il precedente è stato “the great gig in the sky” dei pink floyd. fino al rientro di samantha cristoforetti sulla terra, con il vostro aiuto, continueremo a scrivere la colonna sonora della sua avventura nello spazio. – See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Una-canzone-per-Samantha-votate-il-brano-che-la-svegliera-sulla-ISS-ef3eb886-3f72-4ca2-a6bd-fefc9715ad56.html

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Tutti gli avvenimenti musicali più importanti del 2012

L’anno 2012 è stato ricco di avvenimenti. Tante belle novità dal punto di  vista discografico, nuovi album, grandi ritorni. Però ci sono stati anche  momenti tristi. Riviviamoli insieme.

Andiamo con ordine. Il 5 Gennaio 2012 Francesca  Michielin, della squadra di Simona Ventura vince la quinta  edizione di X Factor. Il 19 Gennaio 2012 muore Giancarlo  Bigazzi, fondatore degli Squallor e autore di “Luglio” di Riccardo Del Turco, “Lisa dagli occhi blu“, “Montagne verdi” di Marcella, “Erba  di casa mia“, “Gloria” di Umberto Tozzi, “Gente di mare“, “Si può dare di più” di Morandi, Tozzi e Ruggeri. Il 12 Febbraio 2012 muore, all’età di 48 anni, nella vasca da bagno a Los Angeles, la grande Whitney Houston. Il 18 Febbraio  2012 Emma Marrone  vince il festival di Sanremo con “Non è l’inferno” mentre Alessandro  Casillo, con “È vero“, vince la categoria  giovani.

Il 1 Marzo 2012, dopo la partecipazione al Festival di Sanremo, con il  cantante Pierdavide Carone, ci lascia anche il grande Lucio Dalla,  stroncato da un infarto a 69 anni. Il 7 Marzo 2012 a Milano è morta,  all’età di 91 anni, Lucia Vannucci, l’ultima rimasta del  Quartetto Cetra. Il 17 Maggio 2012 muore in Florida Donna Summer  dopo una lunga battaglia contro il cancro. Muore di cancro, il 21 Maggio 2012, a  Londra, anche Robin Gibb dei Bee Gees.

L’8 e 9 Ottobre 2012 Adriano Celentano è tornato a  cantare dal vivo dopo 18 anni in “Rock economy” all’Arena di Verona con boom di  ascolti da oltre nove milioni di spettatori ciascuna per le due dirette su  Canale 5.

Il 23 Ottobre 2012 Franco Battiato ritorna con “Apriti Sesamo“, il 20 Novembre 2012 esce “Sulla strada” di Francesco De  Gregori, il 27 Novembre 2012 Francesco Guccini  dice addio ai dischi con “L’ultima thule“. Da  fine Ottobre a tutto Novembre ci sono stati grandi ritorni nel panorama  discografico italiano. Jovanotti con “Backup  Lorenzo 1987 – 2012“, Eros Ramazzotti con “Noi“, Zucchero con “La sesión  cubana“, Claudio Baglioni con “Un  piccolo Natale in più“, Vasco Rossi con “Live kom011 the complete edition“, gli Stadio con “30 i nostri anni” e   Mina con “12  american song book“.

Lo scorso 7 Dicembre 2012 Chiara  Galiazzo, della squadra di Morgan, ha vinto  la sesta edizione del talent show X Factor.  A 70 anni muore, 21 Dicembre  2012

…clicca per leggere l’articolo su themusik.altervista.org…

 

da: www.ottopagine.net

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