«Artisti di spalle», 50 storie di artisti famosi: si presenta libro

Sabato 16 gennaio alle ore 17,30 – PISTOIA – «Artisti di spalle», 50 storie di artisti famosi raccontate dal loro promoter, Marco Stanzani. Sabato 16 gennaio, con inizio alle ore 17.30  la presentazione del libro alla Book Caffè Libreria del Globo a Pistoia, con la partecipazione di Elisabetta Branchetti, talent scout / organizzatrice d’eventi pistoiese nonché amica dell’autore. Nel volume vizi e virtù, sui nostri idoli, da Lucio Dalla a Umberto Tozzi, passando per Renato Zero,  Mogol, Pino Daniele, Vasco Rossi, Lucio Battisti, Celentano per arrivare a Ramazzotti, Gino Paoli e tanti altri ancora. L’appuntamento sarà reso ancora più intrigante dalla partecipazione degli Street Clerks, i musicisti fiorentini del team di Simona Ventura finalisti a «X-Factor 2013», che eseguiranno dal vivo alcuni brani portati al successo dai protagonisti del libro.

by tuttopistoia.com

Umberto Tozzi: “Voglio un mondo gestito dalle donne”

by: il giornale.it

Umberto Tozzi si racconta in un’intervista a Radio Club 91: parla di donne, delle sue origini, del nuovo disco, ma non dimentica il collega scomparso Pino Daniele

Prima le ha cantate – e le canta ancora – attraverso l’amore, il rispetto, la passione.

Oggi le mette su un piedistallo per la loro forza. In un’intervista per Radio Club 91, il cantautore Umberto Tozzi si è raccontato attraverso una serie di pensieri e dettagli inediti sulla sua vita. Primo tra tutti il desiderio che il mondo venga gestito dalle donne.

Voglio un mondo gestito dalle donne, quello degli uomini ha fallito e non mi piace più. Chi partorisce ha rispetto degli altri – ha detto l’autore di GloriaLe donne hanno un’umanità che travalica quella degli uomini. Le donne che hanno la facoltà di partorire conoscono il valore di avere un figlio e credo che abbiano più rispetto agli altri. Sono più vicine alla pace che alla guerra“.

Il cantautore è reduce dall’Australia ed è tornato a fare musica dopo tre anni di silenzio. Il nuovo album si intitola “Ma che spettacolo“. Tuttavia, i fan dovranno attendere per il suo tour la prossima primavera: ci sono scalette da riordinare ma anche nuovi pezzi che si avviano a diventare nuovi classici della canzone italiana che vale la pena inserire, oltre agli immancabili evergreen che hanno reso Tozzi un pezzo fondamentale del cuore degli italiani.

Tozzi ha raccontato anche delle sue origini: nato a Torino da madre beneventana e padre pugliese, si sente più del sud che del nord, e si sente anche un po’ superstizioso. Ma quando pensa a Napoli, la mente corre al collega scomparso Pino Daniele. “Pino Daniele – ha aggiunto – ha scritto le canzoni più belle di sempre e penso che lui abbia avuto il cuore e la sensibilità più vicina alla città.

 

 

un’umanità che

Musica, l’ombra di tangenti e ricatti per andare in radio

leggi l’articolo su lettera43.it

Massimo Del Papa

CORRUZIONE

Musica, l’ombra di tangenti e ricatti per andare in radio

Non paghi? Non ti trasmettono. E resti muto. L’ultima denuncia è di Caputo. Come lui tanti boicottati: Finardi, Conte, Bennato. Riecco il fantasma mazzette.

di

13 Aprile 2015

Sergio Caputo.

Sergio Caputo.

Si chiamava payola.
Significa pagare per trasmettere: è una lunga storia di tangenti d’etere. La corruzione dei dee-jay per decadi si è sospettata, a volte tollerata. Scoppiò in America e adesso sembra essere tornato con modi più sfumati, più complicati.
Ma è sempre la solita vecchia storia: tu mi paghi, mi garantisci entrate e io ti sparo nell’etere oppure niente, sei fuori, sei muto e se sei muto e fai il cantante allora non esisti, non hai speranze.
LE EMITTENTI BOICOTTANO. Una decina d’anni fa ci fu uno scandalo anche qui, lambì quasi tutti i principali network, poi nessuno ne parlò più.
Sergio Caputo, quello del Sabato italiano, il continuatore dello swing all’italiana dei Carosone e dei Johnny Dorelli, è tornato ad agitare il fantasma: ha fatto un disco nuovo, ma le radio lo boicottano.
E allora lui ha detto quello che tutti mormorano, ma non confermeranno mai: la radiopoli, la solita cara vecchia payola.
«PORTE CHIUSE IN FACCIA». L’ha detto in giro, ha concesso una intervista al sito Rockol, continua a sbottare: «Quelli come me, come Finardi, come Conte, sono morti? Fanno i pizzaioli? No, facciamo sempre musica, ma ci chiudono le porte in faccia».
Caputo non salva nessuna emittente, neanche la tanto decantata Radio Italia che per missione avrebbe quella di divulgare il canto tricolore.
LE RADIO: «QUESTIONI DI GUSTI». Le radio non rispondono oppure oppongono ragioni d’etere, si appellano ai gusti dei giovani, ma si sa che sono invece i gusti di chi trasmette e ha buone ragioni per le sue scelte.
Sullo sfondo, tutto un complicato giro di cessioni di diritti di edizione, di pacchetti “musica-pubblicità”, di sinergie radiotelevisive, di business dei concerti che sono ormai l’unico grande affare rimasto alla musica.
Ma insomma si capisce che stringi stringi chi non respira etere sospetta la solita vecchia payola, agevolata da una crisi musicale ormai endemica, conclamata.

Pino Daniele, Umberto Tozzi e Renato Zero big ridimensionati

Edoardo Bennato.

(© Getty Images) Edoardo Bennato.

I grossi calibri sono scarichi.
Il povero Pino Daniele del suo ultimo e non disprezzabile La Grande Madre, autoprodotto, aveva venduto poco più di mille copie.
Umberto Tozzi, che tra fine Anni 70 e inizio 80 macinava milioni di copie, con l’ultimo Yesterday, Today si è fermato a meno di 7 mila e poi ha sospeso ulteriori pubblicazioni, perché anche lui si autoproduce.
Renato Zero – che l’ostracismo delle radio aveva denunciato in diverse canzoni – è passato dai 600 mila cd ai 70 mila risicati dell’ultimo doppio Amo, e ce l’ha fatta solo raddoppiando il numero dei concerti perché il primo capitolo aveva fatto segnare una imbarazzante quota 19 mila. Imbarazzante e preoccupante, avendo lui investito alcuni milioni di euro nella realizzazione.
BENNATO SOTTO «RICATTO». Edoardo Bennato, per diretta ammissione, ha un album pronto, un doppio con 20 brani, ma «non trova cane che gli abbai»: gli avevano proposto, racconta Edo, di andare a Sanremo, ma per lui era un ricatto inaccettabile e allora i brani restano nel cassetto. Destino che aveva già segnato Enzo Jannacci.
Non c’è niente da fare, la geografia musicale è proprio cambiata.
Per una Nannini che fa 100 mila copie con una raccolta (e non ci si crede), per un Vasco Rossi che tiene botta, anche se non più ai livelli del passato (circa 300 mila copie dell’ultimo Sono innocente), ce ne sono tanti, troppi che ammainano le vele.
E NEL 2014 MERCATO A +7%. E nel 2014, secondo dati ufficiali Fimi, il mercato è risalito del 7% rispetto al 2013 grazie anche all’espansione del digitale e dello streaming (legale). Mentre non fa testo il reparto nostalgia del vinile, cresciuto sì del 36%, ma all’interno di un irrisorio 2,6% globale.

Oggi tirano rapper e finti artisti dei talent

Lorenzo Fragola sul palco dell'Ariston durante la terza serata del Festival di Sanremo.

(© Ansa) Lorenzo Fragola sul palco dell’Ariston durante la terza serata del Festival di Sanremo.

È proprio la morfologia a essere diversa. Oggi tirano – ma per quanto?, una stagione, due – i rapper che piacciono alle radio, balbettanti erogatori di concetti elementari, tirano le boyband che piacciono alle ragazzine e i falsi artisti dei talent.
Mentre i festivalbar istituzionali come Sanremo o l’alternativo Primo maggio non spostano più niente e l’autoproduzione, che fino a 15 anni fa era la lettera scarlatta, è diventata per tutti l’ultima thule.
MONDO ALLA ROVESCIA. Sono usciti «da soli», dopo anni di latitanza, Alberto Fortis e, da pochissimo, Gianni Togni, mentre Eugenio Finardi col nostalgico Fibrillante ha ritrovato visibilità più che altro per essere prodotto da Max Casacci dei Subsonica.
Come a dire il mondo alla rovescia, i maestri al traino degli epigoni.
Qualcuno attinge dal crowfunding, altri fanno i salti mortali, vanno a registrare in Est Europa o se la cavano con quello che hanno in casa.
MOSSE ONLINE SBAGLIATE. Ma i senatori non possono cambiarsi la testa. C’è chi, come Baglioni, sbaglia le mosse, libera in Rete un nuovo disco “spacchettato”, un brano alla volta, ma non è una gran trovata.
Altri preferiscono togliere il disturbo: Ivano Fossati si è ufficialmente ritirato così come Guccini, ma chissà se è davvero una faccenda di età, di saturazione o non la vita grama del cantautore tornato musicante con le difficoltà, le precarietà, i rischi del caso.
ORA FANNO GOLA 30 MILA COPIE. Non si sa più come fronteggiare un passaggio irreversibile e strano, le 30 mila copie dei Subsonica le invidiano tutti quelli che 30 anni fa ci avrebbero sputato sopra.
Di colpo “indie” non è fico, non è sfigato, è solo obbligato. Tutti a disputarsi le 5 mila copie che tirano su le spese e consentono un giro di concerti, tutti anche a fare meno gli schizzinosi di prima, se invece delle solite stamberghe mascherate da locali capita un teatro come Dio comanda, con camerini riscaldati e un pranzo da cristiani, è già grasso che cola.
UN’EPOCA MUSICALE È FINITA. Anche lo stagno alternativo è in prosciugamento. La livella è arrivata per tutti, un’epoca musicale, quella dei grandi dischi, dei grandi ingaggi, dei passaggi radio a raffica, dei miliardi facili (in lire), delle folle oceaniche si è davvero chiusa, almeno in Italia.
Perché anche i cari fan alla fine son sempre gli stessi, seguono il gruppo, diventano parte della strada, diventano quasi parenti. E intanto i Caputo passano, ma la payola, o almeno il suo sospetto, resta. Una lunga sporca storia che è vecchia come la radio.

RIP Grande Pino!

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Addio Pino Daniele: un cuore aperto, fragile e troppo pieno di cose

” ‘a pucundria me scoppia ogne minuto ‘mpietto ” : Pino Daniele non c’è più. – See more at: http://www.corsoitalianews.it/pino-daniele-05012014/#sthash.zC51tP1K.dpuf

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Se n’è andato il nero a metà, quello che mentre l’America s’ha pigliat’ e megl’ post e chesta città, le strappava la rabbia del blues, la mescolava con l’energia del funky e dava ‘n faccia senza ce penza’. “Uagliù” come avrebbe detto con quella vocina che risaliva dal fondo di un omone col cuore di cristallo, uagliù, che brutto risveglio stamattina.

E il mare, e il mare sta semp’ llà tutt sporco e chino ‘e munnezz’… e stamattina non si può fare a meno di guardarlo il mare di Napoli e pensare che col cuore di Pino Daniele se n’è andato un pezzo fondamentale di quello di tutti i napoletani.Troppe canzoni, troppi ricordi, il ragazzone del centro storico spaccava con quella chitarra, sudava e sputava tutto il male della città madre strafottente, tanto bella da guardare, così amara da vivere.

Il suo primo gruppo si chiamava “Batracomiomachia” come la guerra tra rane e topi, parodia delle lotte tra gli eroi epici della Grecia classica; e di epica musicale italiana, non se ne abbia nessuno a male, Napoli ne ha saputo tantissimo: ne è un esempio quel miracolo degli Showmen, dal cui scioglimento presero forma la leggenda progressive degli Osanna e dall’altro lato i Napoli Centrale- guidati da quel personaggio formidabile e incazzoso che respingeva a colpi di insulti un surreale Lello Arena in “No grazie, il caffè mi rende nervoso”: James Senese. E poi ovviamente Pino Daniele, che- ormai suona come una leggenda bellissima- contattò proprio il sassofonista “ngazzate nire” : «Ciao, sono Giuseppe Daniele, mi piace la musica che fai, te vulesse incuntra’». Sodalizio generosissimo per gli appassionati di musica ai piedi della sirena addormentata, mentre nel resto d’Italia andavano per la maggiore Umberto Tozzi e Claudio Baglioni. Sul serio, eh.

Ma le incursioni musical-socio-antropologiche di Pinuccio e sodali, davano svariate piste ai canzonettieri dello stivale e qualcuno cominciava ad accorgersene.Agosto 1983, Zurigo, Esposizione Internazionale delle Telecomunicazioni e Hi-Fi. Sullo stesso palco dove tre anni prima si era esibito in diretta sulla tv svizzero-tedesca, Pino Daniele ritorna per un intero concerto, accompagnato in quasi tutti i brani da Toni Esposito alle percussioni e Tullio De Piscopo alla batteria.Quel concerto è una pietra miliare, ripreso dalla Rai e trasmesso a eterna memoria del genio e della sensibilità napoletani, con quel Pulcinella appesantito che si dà senza risparmiarsi, che si diverte a improvvisare e rivedere, sospendere e ripartire, supportato da musicisti fortissimi. E non si stancano, no, perché la rabbia è una vendetta smargiassa su quel palco, e ce n’è per tutti, co’ blues astregne e rient’ e sone mò.

Poi insomma, la discografia e le tappe della sua carriera, quelle basta andarsele a cercare su Wikipedia, ma emozionarsi, oggi, per la leggerezza dei lazzari felici, per tutto quello che hanno rappresentato Pino Daniele, i film di Massimo Troisi, Maradona e la favola napoletana degli anni ’80 divisi tra guerre di camorra e poesia- sì oggi si può dire anche poesia senza sfociare nella bieca retorica- emozionarsi oggi, raccogliersi e riempire il vuoto di musica, è non solo inevitabile, ma un tributo dovuto. Non è la vocazione del napoletano al martirio oggi, non è il dolore stupido per la morte di qualcuno che non si conosceva. E’ la storia di ognuno di noi, è la consolazione che tanti momenti hanno accompagnato la musica e la voce di Pino Daniele; le sigarette fumate lasciandosi cullare da una solitudine accogliente; i sogni di libertà; le storie; l’energia e un calore di sottofondo: tutto quanto ha saputo fare un cuore aperto, fragile e troppo pieno di cose.

Simona Ciniglio

by corsoitalianews,it

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il messaggero: video: i big della musica al funerale di Pino Daniele

I concerti di gennaio 2014 da non perdere, da Michael Bublé a Pino Daniele, da Violetta a Baglioni

TV Sorrisi e Canzoni ‎- 4 ore fa
Anno nuovo, concerti nuovi: ecco quali sono tutti gli eventi live italiani da non perdere in giro per la penisola durante il mese di gennaio…
Oltre ai cantanti attualmente in tour, ci sono alcuni artisti italiani che si esibiranno in concerti unici.
Si possono vedere anche Amedeo Minghi atteso il 13 gennaio a Roma al Teatro Brancaccio, e Umberto Tozzi, che si esibirà il 31 gennaio al PalaBanco di Brescia…

leggi l’intero articolo su tv sorrisi e canzoni

Programmi tv di stasera, 6 giugno 2012

Su Rai 1, Carlo Conti conduce, dalla Piazza Inferiore della Basilica di San Francesco d’Assisi, Con il Cuore. Ospiti musicali: Antonello VendittiUmberto TozziPino DanieleEmma MarroneAntonino Spadaccino.

da tvblog.it

In attesa dello spettacolo da Assisi domani “Con il cuore”

Umberto Tozzi e Pino Daniele saranno ospiti domani a  “Con il cuore” spettacolo condotto da Carlo Conti su Rai 1 alle ore 21.20.

Assisi, spettacolo con Venditti, Emma e Tozzi per missioni e terremotati

ASSISI – Cresce l’attesa per lo spettacolo ma anche per la solidarietà. Quelli promessi per oggi dai frati del sacro convento di Assisi che hanno organizzato il concerto «Con il cuore» a favore delle missioni francescane in Africa e per i terremotati dell’Emilia.«Con il cuore – spiegano i frati – è un evento benefico che noi consideriamo di grande importanza e di enorme valore, per tutta la comunità francescana conventuale di Assisi».
La manifestazione sarà condotta per il quinto anno da Carlo Conti e andrà in onda dalla piazza Inferiore della Basilica di San Francesco.

Uno spettacolo che unisce «momenti di riflessione e solidarietà in favore delle popolazioni più disagiate» più esibizioni di grande musica: con le voci di Pino Daniele, Antonello Venditti, Emma, Umberto Tozzi e Antonino.

Sarà il coro dei Piccoli Cantori
di San Francesco ad aprire la serata. Il coro, della Basilica di San Francesco di Ferrara, è composto da ragazzi che hanno vissuto il dramma del terremoto in Emilia e sono venuti per portare la loro voce, che possa sensibilizzare alla solidarietà. Fondato e diretto da Padre Orazio Bruno, il coro dei Piccoli Cantori «è nato dall’esigenza – ricordano i frati di Assisi – di creare un’attività di comunione e di svago per i bambini che frequentano il convento di San Francesco a Ferrara».

…clicca per leggere l’intero articolo su il messaggero…