Ciro Castaldo, da Mia Martini a Giancarlo Bigazzi: quando la logica di docente fa spazio al cuore di scrittore

SCRITTO DA ANDREA COSIMINI
 L’EVENTO
 16 AGOSTO 2022

I migliori incontri, nella vita, si fanno sempre un po’ per caso. Così capita che un giorno, seduti al tavolino di un elegante albergo a Lido di Camaiore, ci si imbatta, nel corso di un’intervista ‘contiana’ all’esperto di musica Giorgio Verdelli, in una persona che, a pelle, ispira tutta la nostra simpatia. Discreto, umile, riservato: tempo due minuti e scatta l’intesa.

Lui è Ciro Castaldo, nella vita insegna matematica e fisica, ma il suo cuore si divide tra la passione per i numeri e quella per le lettere. Per Edizioni Melagrana ha pubblicato tre libri a tema musicale, l’ultimo dei quali – dedicato al compianto maestro Giancarlo Bigazzi – è stato presentato anche in Versilia in occasione della rassegna Lido Cult.

Giancarlo Bigazzi – L’artigiano della canzone: questo il titolo scelto per la sua recente fatica letteraria che vanta, tra l’altro, due importanti contributi inediti come pre e post-fazione: il primo, a firma dell’immenso Massimo Ranieri; il secondo, dell’intramontabile Marco Masini. Un piacevole viaggio, tra aneddoti e sorprese, alla scoperta di uno dei più grandi autori che la musica italiana abbia annoverato.

Ciro Castaldo, docente e scrittore: come coniuga la logica dei numeri con l’apparente libertà della scrittura?

“Fin dall’adolescenza ho avuto il pallino dell’insegnamento. Sia alle superiori che all’università mi sono appassionato all’ambito scientifico – perché mi piaceva rendere semplice una cosa complicata – e, contemporaneamente, a quello umanistico – nutrendo vivo interesse per la lettura e la scrittura. Allo stesso esame di stato abbinai la matematica alla letteratura: un fatto che poteva anche apparire strano, ma non per me in quanto rappresentava la mia naturale inclinazione”.

E la musica?

“Dunque, la critica musicale è arrivata col tempo. Fin da piccolo ho coltivato una passione per i cantautori e gli interpreti della cosiddetta “musica d’autore”. Una su tutti: Mia Martini”.

Lei ha anche scritto un libro su Mia. Vuole parlarcene?

“Ho collaborato per anni con il suo fans club ufficiale, “Chez Mimì”, cominciando quando ancora la cantante era in vita. Poi, nel 1995, è avvenuta, purtroppo, la sua prematura scomparsa, che, ovviamente, ha lasciato tutti noi nello sgomento. Il club, comunque, ha deciso di andare avanti e di parlare dell’artista come se fosse ancora viva: promuovendo il suo percorso artistico ed umano attraverso interviste a collaboratori e colleghi che la stimavano. Nel giro di pochi mesi, così, mi sono ritrovato a contatto con personaggi del calibro di Enrico Ruggeri, Lucio Dalla, Mango, Eugenio Bennato ed altri”. 

Ed è così che è nato il libro?

“Sì. Nel 2019 ho voluto riunire tutte queste interviste che avevo realizzato per il fans club, aggiungendone altre scritte ex-novo, tra cui una al maestro Beppe Vessicchio ed una al musicista viareggino Giorgio Dolce. Ne è venuto fuori un libro, Martini cocktail, il cui titolo si può dire sia stato scelto dall’artista stessa perché una volta, in un’intervista, ebbe a dire che, se mai un giorno avesse dovuto scrivere la propria autobiografia, così l’avrebbe chiamata. Tra l’altro, il libro si conclude con un’intervista inedita alla cantante, realizzata (ma mai andata in onda) su Radio Kiss Kiss Napoli e rimasta chiusa nel cassetto per più di 20 anni”.

Che collegamento c’è tra Mia Martini e la Versilia?

“Beh, diciamo che Mia Martini nasce ‘artisticamente’ in Versilia. Lei fu scoperta da Alberigo Crocetta – il talent scout di Patty Pravo – nel 1970 quando vennero organizzati concerti anche al “Piper” di Viareggio, dove Mia si esibiva accompagnata dal gruppo locale de “I Posteri” (tra cui, appunto, spiccava il chitarrista Giorgio Dolce)”.

Qualche aneddoto?

“Fu proprio in questa fase storica che Crocetta spinse Mimì Berté a cambiare nome perché quello, a suo avviso, non funzionava. Bisognava trovarne uno più internazionale. Così, scherzando, disse: “I prodotti italiani famosi nel mondo sono tre: gli spaghetti, il Martini e la pizza. Scegli un po’…” Mia poi, l’anno successivo (ovvero nel 1971), vinse – inaspettatamente – il primo festival d’avanguardia e nuove tendenze sotto la pineta di Viareggio. La stampa di allora la definì “la sacerdotessa hippie”, un po’ perché si vestiva con scialli, collane e gonne lunghe, e un po’ perché presentò una canzone al cui interno era presente il conflitto generazionale che poi fece epoca (il pezzo, per la cronaca, si chiamava Padre davvero…).

Di recente abbiamo avuto modo di scambiare due parole con Giorgio Verdelli a proposito di un altro grandissimo cantautore, ovvero Paolo Conte. Che rapporto c’era tra lui e Mimì?

“Le racconto due episodi. Il primo: nel 1985 bocciarono a Sanremo un brano scritto da Paolo Conte per Mia Martini. Si chiamava: Spaccami il cuore. La canzone era stata provinata da Caterina Caselli. Il maestro, di questo rifiuto, è venuto a conoscenza solo anni dopo. Il secondo: Roberto Galanti, discografico all’epoca di Mia Martini, portò la sua artista, un giorno, a casa di Paolo Conte. Il maestro andò alla porta, per accoglierla, e la presentò alla moglie come “la più grande interprete che c’era in Italia”. Poi si misero al piano, Conte accennò il brano, e Mia lo fece subito suo cantandolo seduta stante”.

E veniamo, finalmente, a Giancarlo Bigazzi e al suo ultimo libro. Leggendolo si capisce cosa c’è alle spalle di un brano di successo…

“Esatto. Dietro l’interprete che porta alla ribalta una canzone, in certi casi anche all’estero (vedi Gloria di Umberto Tozzi Self Control di Raf), c’è un lavoro fatto con grande spirito di abnegazione da parte di un personaggio importantissimo per la storia della musica italiana: Giancarlo Bigazzi. Oltre ad essere un grande autore, quest’ultimo è stato anche un formidabile produttore e talent scout“. 

In che senso?

Rose Rosse, Se bruciasse la città, Erba di casa mia, Vent’anni… Tutte queste canzoni sono state scritte da Giancarlo Bigazzi per Massimo Ranieri ed hanno decretato il suo successo. E ancora: Marcella Bella non era ancora Marcella Bella prima di interpretare Montagne Verdi, scritta – neanche a dirlo – dallo stesso Bigazzi. Lo stesso Marco Masini ha frequentato per oltre tre anni la casa di Bigazzi (la famosa ‘villa Cingallegra’ sulle colline di Settignano) prima che quest’ultimo scrivesse per lui il brano con il quale poi sbancò Sanremo: Disperato“.

Come lavorava Bigazzi quando scriveva per gli altri?

“Come un vero e proprio sarto della musica (non a caso il sottotitolo del libro: “l’artigiano della musica”). Lui costruiva a tavolino il brano e lo adattava all’interprete che secondo lui lo avrebbe portato al successo. Penso a Luglio di Riccardo Del Turco, o, addirittura, a Gli uomini non cambiano di Mia Martini che fu un’operazione fantastica – peraltro scritta, incredibilmente, da tre uomini. Il fatto strano è che Bigazzi non conosceva il pentagramma, ma componeva ad orecchio. Qualcuno, più che artigiano, lo ha definito “arti-genio”.

Chi sono oggi gli autori italiani che le interessano di più? 

“Mi piacciono molto le performance e i testi di Achille Lauro, apprezzo molto il rock dei Maneskin (Damiano è un grande animale da palcoscenico, come Mahmood), così come mi interessa la penna di Franco126 e credo che Ariete (cantautrice bravissima) farà molta strada…”

Si dice che dietro un grande uomo ci sia sempre una grande donna: quanto deve Bigazzi alla sua dolce metà, ovvero la moglie Gianna Albina?

Gianna gli ha fatto da moglie, da madre e da segretaria. Era lei che accoglieva gli artisti, rispondeva al telefono, portava i provini a Giancarlo. Molti artisti passavano prima da lei – che, in qualche modo, faceva da filtro – per poi arrivare al marito.

Tra due giorni il grande Umberto Tozzi sarà ospite in Garfagnana. Vuole dirci quanto deve quest’ultimo a Giancarlo Bigazzi?

“I sodalizi artistici più importanti per Bigazzi sono stati proprio quelli con Tozzi e Masini. Specialmente con il primo si è instaurato un rapporto di profonda amicizia col tempo. Giancarlo ha scritto con Umberto, oltre alla già citata Gloria, brani iconici come Ti Amo, Eva, Donna amante mia, Io camminerò, Qualcosa Qualcuno, Notte Rosa… Ecco, una cosa che non tutti sanno è che Tozzi, inizialmente, non voleva cantare; voleva solo affinare le sue doti di autore. Fu proprio Bigazzi a spronarlo a provare la carta di interprete. E, col senno di poi, possiamo dire che ci avesse visto lungo…”

Parliamo del rapporto tra Bigazzi e il cinema

“A tal proposito ho intervistato il produttore cinematografico Claudio Bonivento, che sollecitò Bigazzi a collaborare col grande schermo, e Marco Risi, che è stato il regista di due pellicole cult che hanno avuto la colonna sonora scritta da Giancarlo Bigazzi: Mery per sempre e Ragazzi fuori. Anni dopo, poi, Bigazzi chiese allo stesso Risi di curare la regia del videoclip Pensa di Fabrizio Moro negli ambienti palermitani dove è stato girato il film. Infine Bigazzi ha messo la firma anche sulla colonna sonora di Mediterraneo, il capolavoro di Gabriele Salvatores che vinse l’oscar come miglior film straniero, e su …E mi alzo sui pedali, la fiction televisiva sul ciclista Marco Pantani”.

Capitolo Squallor: quanto ha inciso questo gruppo nel panorama culturale italiano?

“Giancarlo Bigazzi era il principale paroliere del gruppo. Un gruppo censuratissimo, eppure fortunatissimo nel mercato discografico. Geniali le copertine di Luciano Tallarini, alcune delle quali hanno fatto epoca: da Tromba a Pompa. Cos’erano gli Squallor per Bigazzi… Beh, essenzialmente, un modo per staccare la spina e divertirsi anche in maniera irriverente. Erano un po’ la trasposizione discografica del film Amici Miei di Mario Monicelli”. 

Giancarlo Bigazzi si è spento il 19 gennaio 2012 all’ospedale di Lido di Camaiore. Qual era il suo rapporto con la Versilia? 

“Gianna comprò la casa a Lido di Camaiore, proprio a due passi dall’ospedale dove Giancarlo era ricoverato, proprio per facilitargli questa sua lungo-degenza. La malattia, infatti, lo ha portato via in maniera moto lenta e graduale nel giro di 10 anni. Era un modo per farlo vivere in un clima mite, con vista mare, che gli ricordasse la serenità degli anni ’60 e ’70. Oggi è possibile ammirare una statua, nel Parco Bussoladomani, che la moglie ha voluto fortemente per ricordarlo. In termini artistici, Bigazzi è stato l’autore del brano Versilia per Mia Martini: un affresco della vita estiva sul litorale”.

Per concludere: qual è la canzone scritta da Bigazzi che più sente sua?

“Nella mia nota d’autore di introduzione al libro scrivo che “la canzone diventa di chi la ascolta e la canta”. Una frase che ho preso in prestito da Gino Paoli. Ed è vera. Per quanto mi riguarda, che dire… Di recente ho avuto questa sensazione con Luglio di Riccardo Del Turco, un brano in cui mi sono riconosciuto molto”.

by: https://www.lagazzettadiviareggio.it/levento/ciro-castaldo-da-mia-martini-a-giancarlo-bigazzi-quando-la-logica-di-docente-fa-spazio-al-cuore-di-scrittore

Sanremo 2019, Serena Rossi canta Mia Martini con Claudio Baglioni

Sanremo 2019, Serena Rossi canta Mia Martini con Claudio Baglioni

L’attrice napoletana, protagonista nei panni del biopic ‘Io sono Mia’, salirà sul palco dell’Ariston per un omaggio alla cantautrice


Sanremo 2019, Serena Rossi canta Mia Martini con Claudio Baglioni

Serena Rossi nei panni di Mia Martini, un’immagine tratta dal film ‘Io sono Mia’

 

 

Cosa resterà di quegli anni… La musica di Giancarlo Bigazzi.

La musica di Giancarlo Bigazzi. Concerto alla Tenuta Carlini a Fiorenzuola di Focara (PU), nel Parco Naturale San Bartolo

Giovedì 18 Agosto 2016, ore 21.
Bologna, 11/08/2016 – 11:55 (informazione.it – comunicati stampa – arte e cultura)

Cosa resterà di quegli anni…
Concerto alla Tenuta Carlini – Fiorenzuola di Focara (PU).
Giovedì 18 Agosto 2016, ore 21,00.
Secondo appuntamento con i concerti all’Anfiteatro Naturale della Tenuta Carlini – Fiorenzuola di Focara.
Cosa resterà di quegli anni…

Giancarlo Bigazzi.
Bastano nome e cognome per identificare un repertorio che rappresenta la Musica italiana.
Una carriera lunga 40 anni che ha permesso al Maestro di lasciarci un patrimonio musicale con oltre 1.300 testi e 32 partecipazioni a Sanremo, firmando i più grandi successi di Umberto Tozzi (“Ti amo” e “Gloria”), Marco Masini (“Ci vorrebbe il mare”), Massimo Ranieri (“Erba di casa mia”, “Vent’anni”, “Rose rosse”), Gianni Bella (“Non si può morire dentro”), Marcella Bella (“Montagne verdi”) Mia Martini (“Gli uomini non cambiano”). E ancora “Lisa dagli occhi blu” di Mario Tessuto, “Luglio” di Riccardo Del Turco e “Self Control” di Raf fino all’Oscar nel 1992 per la colonna sonora di “Mediterraneo” di Gabriele

Salvatores.
Il cantautore Franco Fasano: “Sono entrato in casa di Giancarlo ed ho riconosciuto subito il fuoriclasse che era… Mi sono subito riconosciuto nelle copertine dei dischi, nel pianoforte… Ho un rimpianto molto grande, quello di non aver collaborato con lui. Il fatto di curare questo evento in sua memoria mi riempie di orgoglio. Prendere “Vent’anni”, legata al mio primo amore… Approfondirla e farla diventare quasi un pezzo classico per quartetto d’archi e fisarmonica arricchisce al punto tale da rendere più maturo anche un autore navigato”.

Cosa resterà di quegli anni... La musica di Giancarlo Bigazzi. Concerto alla Tenuta Carlini a Fiorenzuola di Focara (PU), nel Parco Naturale San Bartolo
Alla serata parteciperanno autori, giornalisti, scrittori, amici e familiari di Giancarlo e non mancheranno grandi sorprese per tutti i presenti.
Lo scenario del Parco Naturale del monte San Bartolo si pregerà della presenza di ben dodici musicisti pronti ad omaggiare con la loro arte le indimenticabili parole di Giancarlo Bigazzi. Un incanto di musica e natura per un avvenimento che vi colpirà nel profondo, un’occasione imperdibile per tutti quelli che lo hanno amato, conosciuto, ascoltato in ogni sua forma e che si sono riconosciuti in parole e musica, ma soprattutto l’opportunità di far scoprire ai giovanissimi la musica italiana di anni in cui si poteva urlare al vento: “E me ne andai verso il destino con l’entusiasmo di un bambino”.

Musicisti ed interpreti:

Franco Fasano.
Massimo Tagliata.
Sonia Cavallari.
Emanuela Saponieri.
Angela Benelli violino
Elena Majoni violino.
Nicoletta Bassetti viola.
Cecilia Biondini violoncello.

La Tenuta Carlini, situata nel Parco Naturale San Bartolo, rappresenta l’espressione della produzione di vino italiana di nicchia da agricoltura biologica.

“Quando Andrea Carlini, ancora studente, interessato ad esperire il mondo della viticultura, decideva di impiegare ad uso sperimentale di studio e di ricerca una vecchia vigna, da tempo ereditata, per osservare direttamente sul campo le cognizioni acquisite e verificare le forme dei processi della produzione e della trasformazione delle uve. In

seguito, spinto dal desiderio di creare un’azienda vinicola e dalla passione nel frattempo insorta, decise di impiantare nuovi vigneti, utilizzando le marze dei vitigni autoctoni del vecchio vigneto, che risultavano conservare ancora i migliori cloni delle uve Sangiovese, Montepulciano ed Albanella. Nel frattempo il suggestivo promontorio spiovente a picco sull’Adriatico, che da Gabicce Mare porta alla città di Pesaro e nel cui ambito insisteva la tenuta, veniva dichiarato Parco Naturale Regionale del Monte San Bartolo per la sua alta biodiversità e per l’amenità del paesaggio collinare. I vini in esso prodotti ottenevano il riconoscimento della qualità DOC “sottozona” dei Colli Pesaresi, nella constatazione di un territorio particolarmente vocato per morfologia e clima alla coltivazione della vite. L’ampio consenso acquisito dai suoi vini ha infine spinto l’azienda a spiegare la medesima passione nella promozione e nella coltivazione selezionata del Pinot Nero, forse il più nobile dei vitigni, riconosciuto anch’esso come “sottozona” Focara dal Decreto Ministeriale del 13/10/2011, ottenendo un brut d’eccellenza, vinificato con metodo classico”.

INFO:
Strada Fontanelle, 3 – 61121 Fiorenzuola di Focara (PU)
info@tenutacarlini.it
Tel. 0721 27555

INTERVISTA A GUIDO GUGLIELMETTI

by Sara Grillo

Guido Gugliemetti, arrangiatore, compositore e musicista, ha collaborato con molti importanti nomi della musica italiana, come Lucio Battisti, Umberto Tozzi, Ivano Fossati, Mia Martini, Mina, Anna Oxa, Lucio Dalla. (…)

Guido, cominciamo dall’inizio e raccontaci i tuoi esordi…

Dobbiamo andare molto indietro nel tempo. Circa 45 anni fa ho iniziato a suonare in parrocchia con un gruppo di amici, uno dei quali era Umberto Tozzi. Successivamente ho avuto l’opportunità di partecipare alla registrazione di “Il mio canto libero” di Lucio Battisti; è stato il mio debutto come professionista, avevo solo 19 anni. Circa 30 anni fa ho conosciuto De Gregori e ho iniziato a esibirmi sul palco con lui, dal 2000 sono anche produttore di tutti i suoi dischi e band leader durante i suoi concerti

(…)

clicca per leggere l’intera intervista su unfoldingroma.com

 

 

Gianni Morandi omaggia a Sanremo Mia Martini e Giancarlo Bigazzi

Il grande compositore e produttore Giancarlo Bigazzi, scomparso di recente, sarà ricordato al Festival con alcuni omaggi musicali, anche in coincidenza del ventennale de “Gli uomini non cambiano”, uno dei suoi ultimi successi, firmato per Mia Martini.

Gianni Morandi lascerà giovedì 16 febbraio i panni del conduttore, per riappropriarsi del suo ruolo congeniale di interprete, in coincidenza della serata dedicata ai successi italiani nel mondo. E lo farà omaggiando Mr Volare Domenico Modugno con la celeberrima “Nel blu dipinto di blu” e il Maestro Bigazzi con “Gloria”, brani che hanno spopolato all’estero. Eseguirà anche “Gli uomini non cambiano”.

‘Giancarlo, commenta Morandi, ha composto centinaia di canzoni e con molte ha avuto successo nel mondo intero.

Tra l’altro la mia unica vittoria al Festival di Sanremo, insieme a Tozzi e Ruggeri, è legata a una sua canzone, “Si può dare di più”. In quel periodo, nel 1987, abbiamo passato molte giornate insieme nella sua casa di Firenze, anche con sua moglie Gianna’.

25 anni per “Si può dare di più”, una vittoria contrassegnata dalla triste notizia, data pochi minuti prima dalla proclamazione, legata alla morte di Claudio Villa.

Ricorre, in questa edizione, anche il ventennale de “Gli uomini non cambiano”, l’ultima grande affermazione di Mia Martini alla Kermesse canora, ottenendo il secondo posto.

…leggi l’articolo su chez-mimi.it