Guido Guglielminetti live ad Alessandria con il cantautore Stona

 Lunedì, 21 Gennaio 2019 – 

gugli

ALESSANDRIA – Serata davvero speciale venerdì 25 gennaio nella casa della musica d’autore per eccellenza di Alessandria, con un grande protagonista della musica italiana, Guido Guglielminetti. Bassista, arrangiatore e produttore musicale ormai da oltre trent’anni al fianco di Francesco De Gregori, presenterà il suo libro biografia “Essere..basso” , e racconterà dei suoi ultimi incredibili quarant’anni di musica, dei suoi inizi da Lucio Battisti e Ivano Fossati a Umberto Tozzi, Loredana Bertè, Lucio Dalla, Mina, De Gregori, in un botta e risposta con Enrico Deregibus, giornalista e direttore artistico italiano che si occupa di numerose manifestazioni di carattere musicale in qualità di direttore artistico, consulente o responsabile della promozione. Accompagnato da amici e colleghi musicisti, Guglielminetti ripercorrerà anche in un breve live acustico alcuni passaggi fondamentali della sua carriera di autore e compositore.

Nella seconda parte della serata Stona, presenterà il suo album Storia di un equilibrista, prodotto dallo stesso Guido Guglielminetti. L’album, pubblicato da Volume! Discografia moderna in partership con L’Altoparlante Ufficio Stampa, ha portato Stona in ottima posizione nella Indie Music Like con due singoli come la stessa “storia di un equilibrista” e “santa pazienza”. Stona sarà accompagnato sul palco da Alessandro Toselli al piano, GIanluca Vaccarino alla chitarra, Luca Furfaro al basso e Andrea Dallavalle alla batteria.

GUIDO GUGLIELMINETTI: Inizia a suonare alla fine degli anni sessanta nel Patrick Samson Set, il complesso che accompagna il cantante di Soli si muore, in cui ricopre il ruolo di bassista insieme a Umberto Tozzi alla chitarra ed Euro Cristiani alla batteria. A partire dal 1972 comincia la sua carriera di turnista in supporto di molti rinomati cantautori e interpreti della canzone italiana, tra i quali Lucio Battisti, Ivano Fossati, Umberto Tozzi, Mia Martini, Francesco De Gregori, Luigi Grechi, Giovanna Marini. Ha composto la musica per diverse canzoni tra le quali sono da ricordare Un’emozione da poco (testo di Ivano Fossati) interpretata da Anna Oxa, La nave (Mina), Tivùcolor e Notte che verrà (Loredana Bertè), Anna e Un’altra donna per Carlos Cosmo (con i testi di entrambi i brani scritti da Valerio Liboni), Biancaluna” scritto con e per Gianmaria Testa. Dal 1985 è il “capobanda” dell’ensemble di musicisti che accompagna dal vivo Francesco De Gregori. Insieme ad alcuni di essi ha dato vita al progetto Block Alchimia autori dello spettacolo Luoghi d’affezione.

STONA: cantautore piemontese si fa notare fra i vincitori di “Una voce per Sanremo 2008” venendo inserito nella compilation del contest prodotta da Areasonica; firma quindi per la SongMusicOne di Lisa con cui pubblica il suo primo Ep e nel 2009 è sul palco del Teatro Tenda di Roma insieme a tanti artisti fra cui Riccardo Sinigallia (ex Tiromancino) e la stessa Lisa. Nel 2010 è sul palco dell’Isola in Collina, manifestazione/evento tributo a Luigi Tenco dove apre il concerto della Bandabardo’; sempre nel 2010 è sul palco del Livorno Rock Village e a Milazzo in occasione del Festivalpub Italia.
Pubblica negli anni alcuni singoli per arrivare a Maggio 2017 con le nuove sonorita’ di “Estate senza preavviso”, brano prodotto da Nicolo’ Fragile e Davide Bosio; con il brano “Belladonna” inizia la collaborazione artistica con Guido Guglielminetti, bassista, produttore e capobanda storico di Francesco De Gregori; proprio con “Belladonna” Stona vince il Biella Festival 2017 e il premio “promotour” di Nuovo Imaie.
A Maggio 2018 Stona vince il P.A.E. Premio Autori Emergenti in occasione dei FIM AWARDS 2018 con il brano “Troppo pigro”; a Giugno inizia un tour acustico che lo porta in giro per parecchi locali e club concludendo l’esperienza acustica all’ “Imperia Unplugged Festival “, dove apre il concerto di L’Aura e Nathalie, occasioni queste per presentare le nuove canzoni che andranno a comporre l’album di inediti prodotto dal Maestro Guido Guglielminetti.
Il 16 novembre 2018 esce infatti “Storia di un equilibrista” album di esordio di STONA in partnership con L’Altoparlante Ufficio Stampa/Volume! Etichetta discografica. Il disco è preceduto dai due singoli “Storia di un equilibrista” e “Santa Pazienza” che gli consentono di piazzarsi subito molto bene nella Indie Music Like redatta settimanalmente dal MEI.

https://www.paviapiu.it/guido-guglielminetti-live-ad-alessandria-con-il-cantautore-stona/

 

 

Un pezzo di storia della musica con il bassista Guglielminetti

Presentazione di “Essere… basso. Piccole storie di musica”

di Angelo Campagna – Venerdì 21 dicembre 2018
La Guida - Un pezzo di storia della musica con il bassista Guglielminetti

Peveragno – “Essere… basso. Piccole storie di musica” è il titolo del libro scritto da Guido Guglielminetti, edito da Largolibro, che sarà presentato venerdì 21, alle 21, presso l’osteria del Macallè, per iniziativa dell’associazione culturale “Gli amici”.
Il volume racconta con umorismo le storie dei più grandi musicisti italiani, ripercorrendo la carriera del celebre bassista di Francesco De Gregrori (ma sono tante le collaborazioni con Umberto Tozzi, Anna Oxa, Ivano Fossati, Alberto Camerini, Mia Martini, Lucio Dalla, Mina, Loredana Bertè, Luigi Grechi, Adriano Pappalardo, Lucio Battisti), protagonista di alcune delle pagine più importanti della musica italiana. Ogni capitolo ricco di aneddoti, rappresenta una testimonianza di ciò che le note possono trasmettere, arrivando a toccare le corde dell’anima. Guido Guglielminetti, che vive a Peveragno, è bassista, compositore, arrangiatore e produttore discografico. La presentazione sarà accompagnata da esecuzioni dal vivo e le interviste curate dalla storica voce di Radio Montecarlo, peveragnese doc, Mauro Pellegrino.

Un pezzo di storia della musica con il bassista Guglielminetti

PEM! 2018: INTERVISTA CON ENRICO DEREGIBUS

PeM! 2018: intervista con Enrico Deregibus

“D’inverno il mio è il paese del fango, come in primavera è il paese dei peschi e dei ciliegi in fiore, d’estate è il paese delle lucertole e delle lepri, d’autunno il paese dell’uva, delle vendemmia nere della Barbera”: così Davide Lajolo, che scriveva a dire il vero dell’Astigiano. Ma la descrizione si attaglia perfettamente a tutto il Monferrato, pronto per diventare anche “il paese della musica”, tra il 24 agosto e il 20 settembre.

Si tratta infatti di ospitare PeM! Parole e musica in Monferrato 2018, che sulle colline tra San Salvatore e Valenza, in provincia di Alessandria, darà spazio a personaggi di tutto rispetto come Nada, Ghemon, Ex-Otago, Frankie Hi-Nrg, Diodato, stelle brillanti del panorama musicale italiano contemporaneo, affiancate da personaggi più per “insider”, ma non meno interessanti, come Armando Corsi, la “chitarra che sorride”, e che ha sorriso accanto a gente come Fossati e De Lucia, oppure Guido Guglielminetti, fido compagno di viaggio di Francesco De Gregori.

enrico deregibus, pem!TRAKS è media partner dell’evento e seguirà il festival con grande attenzione. E per addentrarci meglio nel discorso abbiamo fatto quattro chiacchiere con Enrico Deregibus, direttore artistico del festival, monferrino doc e firma storica del giornalismo musicale italiano.

“Il PeM fa boom!”: questo lo slogan di quest’anno. Al di là dei risvolti onomatopeici, ci puoi spiegare il perché di questa esplosione?

Questa è una manifestazione che esiste da diversi anni. Da tre anni mi è stato chiesto di occuparmi della direzione artistica. Il comune di San Salvatore voleva fare un salto non di qualità, perché era già organizzato splendidamente da Riccardo Massola, che ancora adesso dà una mano; l’idea era però quella di portare qualche nome più conosciuto, in ambito musicale soprattutto.

Quindi ho iniziato questo percorso che nei primi anni ha portato ottimi risultati ma quest’anno abbiamo raddoppiato il numero degli incontri e anche il numero dei nomi conosciuti è cresciuto decisamente. In parte è stata una scelta, in parte ci è capitato, anche per casualità. Resta il fatto che ci siamo trovati davanti questo programma che in parte ha sorpreso anche noi perché riuscire a portare Nada, Ghemon, Diodato, Frankie ma anche altri personaggi come Corsi o Guglielminetti che saranno, per chi non li conosce, delle grandi scoperte, credo che sia un cast decisamente importante e che può servire a far parlare del Monferrato anche al di fuori dei confini del Monferrato.nada, pem! parole e musica in monferrato

Penso che questa rassegna abbia un’importanza non solo artistica ma anche culturale. Ma penso anche che possa avere una risonanza anche dal punto di vista turistico. Io per molti anni ho lavorato a Milano e quando dicevo “Monferrato” si pensava fosse a chissà quanti chilometri di distanza, mentre invece è vicinissimo. Riuscire a portare qualche spettatore da Milano, Torino, Genova o più in là, che voglia venire a vedere una chiacchierata con Nada in un posto bello, magari mangiando un piatto di agnolotti, credo possa avere una certa importanza. Speriamo di fare boom anche da questo punto di vista.

Ci sarà sempre il connubio “parole & musica”, in tutte le serate?

Gli appuntamenti sono proprio strutturati in questo modo: c’è un intervista, una chiacchierata con l’artista che in mezzo farà qualche canzone. Qualcuno farà più pezzi, qualcuno di meno, in qualche caso ci sarà un piccolo set vero e proprio di mezz’ora o tre quarti d’ora. Alcune cose dobbiamo ancora un po’ tararle. In linea di massima però l’idea è di portare gli artisti a svelarsi, a raccontarsi, anche in modo un po’ informale.

L’idea è proprio quella della chiacchiera fra amici in cui si cita una canzone e allora l’artista prende la chitarra e fa un pezzo. E’ un po’ questo il core della manifestazione. Ci saranno anche altri momenti come una passeggiata sulle colline, la presentazione di un libro su Radio West, la radio storica alternativa di Alessandria.

Sulla scelta degli artisti: c’è una ghemon, pem!commistione tra nuovo e classico. Come sei arrivato alla composizione del cartellone?

L’idea è quella di portare cose differenti e cercando sempre un livello di qualità e di interesse alto. In futuro mi piacerebbe portare qualche personaggio molto pop ma che abbia qualcosa di interessante da raccontare. L’attenzione è sulla chiacchierata e sul racconto.

Insomma proporre stili differenti, artisti differenti per genere musicale, anagrafe, approccio, con la speranza che chi viene a vedere Nada poi possa anche andare a vedere Ghemon o viceversa. Io credo nella necessità di non mettere troppi paletti artistici, poi per comodità si mettono e a volte li metto anch’io. Però credo sia importante offrire qualcosa di qualità andando anche al di là dei generi e dell’anagrafe.

PEM! 2018: PEZZI GROSSI DI STORIA DELLA MUSICA ITALIANA

Scegliendo un solo evento che non vorresti perdere, su quale andresti?

Mi verrebbe da dire quello con Guido Guglielminetti. Credo sia uno dei nomi meno conosciuti tra quelli che abbiamo quest’anno, però è veramente un pezzo grosso di storia della musica in Italia. Parliamo di uno che ha iniziato suonando all’oratorio a Torino con Umberto Tozzi, fine anni ’60, con i capelli lunghi.

ex-otago, pem!Poi a 22 anni ha suonato il basso in un disco di Lucio Battisti, è stato uno dei compagni di strada musicali di Ivano Fossati per tantissimi anni, ha suonato con la Berté, con Mia Martini e da trent’anni suona con De Gregori e da più di venti è il suo braccio destro musicale.

Ha mille altre esperienze da raccontare. Ha fatto perfino un disco con Nilla Pizzi, anzi due, in contemporanea: uno di successi di Nilla e un altro di tanghi. E’ anche l’autore di Un’emozione da poco cantata da Anna Oxa. Ha fatto questo libro l’anno scorso, che presenteremo, che si chiama Essere… basso visto che è un bassista… Penso possa essere una bella serata anche perché mi ha detto che sta preparando una sorpresa fatta apposta per noi.

Si scorge qualche segnale di risveglio musicale nella zona, sia a livello di produzione musicale sia di manifestazioni. Tu che ci sei nato e l’hai vissuta nel corso degli anni, che cosa ne pensi?

Fammi dire prima di tutto che sindaco e vicesindaco di San Salvatore sono le persone straordinarie che hanno creato questa manifestazione. Tra l’altro con l’idea di non fermarsi a San Salvatore ma provando ogni anno a coinvolgere altri comuni della zona. Questa potrebbe essere un’iniziativa diffusa, con un mese e mezzo di eventi su un territorio che va da Casale ad Acqui. Con artisti i più diversi possibili, dalla band indie appena nata al mostro sacro.diodato, pem!

Penso che dobbiamo imparare tantissimo dalle Langhe: li considero i nostri cugini con la vista più lunga. Nonostante nell’immediato dopoguerra fossero in condizioni anche peggiori delle nostre. Se leggi certe cose di Pavese… Ma hanno capito e sono anni luce davanti a noi. Dobbiamo recuperare questo gap. Vedo qualche segnale, non tantissimi: io sono un po’ più pessimista rispetto alla tua valutazione, parlando soprattutto della zona del Monferrato casalese.

Questo festival può essere una base per mille cose. Se pensiamo che in Monferrato sono nati Paolo Conte e Luigi Tenco, vuol dire che qualcosa nel sangue e nella terra c’è…

Anche quest’anno sei direttore del Forum dei giornalisti musicali al MEI di Faenza. A che punto siamo?

Il forum nasce da un’idea di Giordano Sangiorgi che tre anni fa era partito da un Festival del Giornalismo. Poi l’abbiamo chiamato Forum per trovare dei momenti di confronto tra giornalisti tra loro, e fra giornalisti e altri addetti ai lavori. Volevamo ragionare un po’ su che cosa vuol dire fare oggi giornalismo musicale e critica musicale, per capire quali sono le problematiche, tante e accentuate.

Ogni anno è strutturato in modo un po’ differente: il primo anno c’è stata una serie di tavoli di confronto su temi differenti. Mi ha sorpreso il numero dei feedback ricevuti. Alla fine eravamo più di cento. Uno dei temi nati subito era la necessità di fare un’associazione per mettere insieme questo mondo molto variegato. La speranza era proprio quella di mettere insieme le esigenze del giornalista che lavora nel quotidiano e quindi ha uno stipendio fisso con il free lance che ha appena iniziato.

frankie hi-nrg, pem!L’anno scorso ci siamo confrontati con manager, editori, uffici stampa. Quest’anno abbiamo iniziato un percorso, per merito di Michele Manzotti de “La Nazione”, che ringrazio enormemente. Ha fatto una bozza ispirandosi agli statuti delle associazioni di giornalisti di musica classica e quello di teatro. Abbiamo portato la bozza in un incontro a Roma, a fronte di un’ottima partecipazione, abbiamo fatto dei cambiamenti. Ci sono ancora due punti controversi, ma in linea di massima c’è uniformità di idee. Durante il MEI vogliamo far nascere l’associazione, eleggere un direttivo. Ci tengo a far capire comunque che un conto è il Forum e un conto è l’Associazione. Tanto è vero che non voglio essere eletto nel direttivo.

Il futuro potrebbe essere trasformare il Forum in un Festival del giornalismo musicale, però a questo punto fuori dal MEI. C’è anche un vago interesse da parte di una città ma è ancora tutto in divenire. Certo se si trasformasse in un vero e proprio festival dovrebbe cambiare un po’ natura, prevedere incontri anche “tecnici”. Potrebbe essere un evento ispirato ad altre iniziative come il Festival del giornalismo di Perugia.

L’appuntamento con il PeM! è per il 24 agosto a San Salvatore Monferrato con la serata dedicata ad Armando Corsi. Per ingannare l’attesa, TRAKS dedica ai protagonisti del festival una playlist costruita ad hoc.

https://open.spotify.com/embed/user/koufax73/playlist/3qLb3rP8WVZ9lrUgWEh6Fg

CALENDARIO PEM!

24 agosto: Armando Corsi
26 agosto: Ex-Otago
28 agosto: Frankie Hi Nrg Mc
2 settembre: Radio West
9 settembre: “Passeggiata da cani”
11 settembre: Diodato
12 settembre: Ghemon
13 settembre: Giuseppe Festa
16 settembre: Guido Guglielminetti
20 settembre: Nada

PeM! 2018: intervista con Enrico Deregibus

 

GUIDO GUGLIELMINETTI: UNA VITA A “ESSERE … BASSO”

Uno dei bassisti più  importanti in Italia ha scritto un piccolo racconto della sua vita professionale: dall’esordio agli incontri, i grandi dischi e le collaborazioni, da Umberto Tozzi a Francesco De Gregori, dagli anni ’70 ad oggi

di Paolo Tocco – 21 maggio 2018

Credo che la nostra più grande conquista non sia scoprire di aver ragione, ma capire di avere torto
Non penso serva faticare troppo per comprendere la ricchezza di questa frase di Guido Guglielminetti. Ritrovo il “capobanda” a portata di telefono e mail, pronto a partire anche con il nuovo tour estivo di Francesco De Gregori. Ma non è questo l’argomento. L’occasione invece è ghiotta per parlare di un libro, il suo libro: si intitola Essere… bassoPiccole storie di musicaedito da Largolibro. In queste 140 pagine, sono come panni stesi al sole di primavera i racconti della sua vita professionale, leggeri e spesso divertenti, una carriera all’insegna di quella grande musica che ha reso celebre la nostra tradizione e che ancora oggi contamina la produzione di tantissime nuove voci.

 

La copertina del libro

 

Essere “basso” per Guido Guglielminetti non è affatto soltanto una questione di come suonare uno strumento, il basso per l’appunto, non è questione soltanto di tecniche e di accordature. Essere “basso” significa per lui vivere da artista, essere protagonisti di ogni singola nota, di ogni cucitura, di quell’antico mestiere artigiano che sa di concedere anche al silenzio lo spazio e il rispetto dovuto per fare la differenza. Significa anche mettere in valigia tutti i chilometri di strada rubati al caso, significa esserci e non solamente passarci. Un libro che mi lascia scoprire quante cose di lui avevo perduto e probabilmente neanche avevo mai saputo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E quindi non solo De Gregori, probabilmente il ruolo principale di questo presente, ma tra dischi e live possiamo liberamente citare nomi come Tozzi, Oxa, Fossati, Camerini, Mia Martini, Dalla, Mina, Bertè, Luigi Grechi, Pappalardo, Battisti e tanto altro ancora, mille altri fuori pista che farli stare tutti dentro ad un libro diventerebbe assai impegnativo. Che poi lui non è uno scrittore, non si atteggia ad essere tale e non è questo lo scopo di una simile lettura. Per fortuna, dico io, tra la plastica musicale che ormai sta seminando adepti in ogni angolo delle nuove generazioni, esistono testimonianze preziose come questa, esiste ancora il modo di ascoltare la voce di chi forse non ti dirà mai di essere stato un “pittore” ma che probabilmente può ben alzare la voce dalla cattedra dei maestri. Guido Guglielminetti non fa neanche questo anche se potrebbe permetterselo senza troppo ingigantire la storia. Ed è vero che tra le righe di questo libro dovremmo, anzi dobbiamo, prendere e portare a casa lezioni di vita utili a lavarci di dosso questa gratuita facilità con cui ci crediamo artisti arrivati. Tanto di cappello maestro Guido, che poi tu e la tua banda di cappelli ne usate parecchi. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Incontro: ecco la prima parola che mi arriva forte al cuore dopo aver letto questo lungo racconto di vita. Ti lancio un “La” per un’analisi. La tua vita professionale, in questo “breve riassunto”, è costellata di incontri. Come dici tu: non è solo duro mestiere, non è solo fortuna. Io aggiungo che si tratta anche di incontro. Oggi invece i computer ci restituiscono tanta solitudine… anzi forse puntano proprio a quello…
“Non sono del tutto d’accordo riguardo ai computer, dipende sempre dall’uso che se ne fa. Certo è che la cosa veramente preoccupante dei social network in questo caso, è che ognuno si senta legittimato a pontificare, che pensi di avere gli strumenti per farlo e che altri li seguano, creando così un circolo vizioso di ignoranza dal quale difficilmente usciremo. Riguardo gli “incontri”, se usati bene, gli strumenti di comunicazione, aiutano, perché ti permettono di entrare in contatto con persone lontane nel tempo e magari di “incontrarle” fisicamente”.

 

Maestri. Questa è la seconda grande parola che mi hai regalato. In questo libro ci viene forte l’insegnamento di quanto sia stato importante per te avere e incontrare riferimenti professionali da cui rubare e imparare i segreti del mestiere. Tu, anzi direi ovviamente voi tutti di quella generazione, avevate la fortuna di inseguire i maestri. Veniamo ad oggi. Parliamo delle nuove generazioni, quelle dei computer, della trap di Sfera Ebbasta o di Fedez e tanto altro… che maestri possono incontrare? Ce ne stanno secondo te?
“I miei “maestri” sono state le persone, ognuna a modo proprio, che ho incontrato per strada. Non mi sono mai approcciato ad una persona facendo dei distinguo, perché appunto ho sempre pensato che da tutti c’è qualcosa da imparare. Un esempio lampante che cito nel libro è proprio Oscar Prudente. Se avessi voluto prendere lezioni di basso, probabilmente non avrei scelto Oscar, perché non è un insegnante di basso, anzi neanche lo suona, ma è stato proprio lui a fornirmi la chiave di lettura che mi ha accompagnato per tutta la mia vita professionale, cosa che forse un insegnante di basso vero e proprio, non avrebbe saputo fare. Sicuramente non in quel modo. Gli artisti che tu citi, se solo sapessero guardarsi intorno, e non è detto che non lo facciano, avrebbero da imparare da chiunque. Chi vuole crescere, in ogni attività, deve rimanere sempre acceso e non avere preconcetti, ma soprattutto avere grande grandissima umiltà, cosa quest’ultima, che mi pare manchi oggi, in parte anche perché, come dicevo prima, tutti pensano di poter intervenire su tutto, di poter dire tutto, di sapere tutto”.

   

Che poi levami una curiosità davvero istintiva e forse anche sciocca: è un’impressione sbagliata o è vero che con queste iperconnessioni sociali talmente immediate e onnipotenti, si sia tolta alla crescita e alla formazione il dono dell’attesa e della lotta al raggiungimento anche di un semplice numero di telefono? Insomma, quanto era importante per voi non poter contattare qualcuno?
“Sinceramente non credo siano cambiate molto le cose, perché chi era irraggiungibile ieri lo è comunque anche oggi, sembra che sia tutto a portata di mano, ma non è proprio così. Non ci dimentichiamo, tornando ai social, che tu credi, ti illudi di comunicare con qualcuno, ma non è detto che l’interlocutore sia chi credi tu. Pensiamo davvero che un artista famoso passi il suo tempo a rispondere a migliaia di messaggi al giorno su FB, fra i quali il tuo? Quando noi mandavamo le nostre cassette alle case discografiche, queste finivano, assieme ad altre centinaia, sulla scrivania di qualcuno che non le ascoltava. Quindi “contattare qualcuno” nel senso utile del termine, rimane un’impresa ancora oggi”.

Senti Guido, tra i mille racconti ce ne sta uno davvero esilarante che non hai riportato (certo è impossibile parlare di tutto, me ne rendo conto) ma se vuoi e se fosse possibile mi piacerebbe lo facessi ora. Non ricordo l’anno. Parliamo di un Wind Music Awards (credo). Francesco De Gregori rigorosamente dal vivo ma con la base musicale registrata e quindi la band in playback come di routine per molte trasmissioni come questa. E voi? Voi quindi vi siete scambiati i ruoli e gli strumenti e per chi vi conosce come me non immagini che risate… sbaglio o tu eri alla batteria???
“Mi pare io fingessi di suonare la chitarra, alla batteria c’era Alessandro Arianti, poi non mi ricordo gli altri ruoli, perché furono improvvisati. Fingere di suonare, anche se quello che fingi è ciò che hai suonato tu, è una delle cose più imbarazzanti che ci siano. La gente non è al corrente di tutte le difficoltà tecniche che suonare “live” comporta, quindi i più pensano che sei tu che non ne sei capace. Quindi quello fu un modo per sdrammatizzare e per rendere palese la finzione. Purtroppo comunque ci fu anche chi poi disse: “allora non è che suoni solo il basso!”.

 

Questo racconto l’ho voluto sottolineare per lasciarti evidenziare un aspetto assai interessante: quanto è importante per te e per tutta la band, quel piglio ironico, quel divertirsi prima di tutto? La musica è anche questo non è vero? Che poi pensando ad un artista come De Gregori non lo diremmo mai e invece…
“Io sono diventato un musicista perché spinto da una forte passione, non ho mai pensato alla musica come ad un lavoro. Ancora oggi, quando salgo sul palco, quelle due ore, sono la mia ricreazione. Nel corso  di questi anni ho sempre cercato di circondarmi di persone che avessero questo mio stesso entusiasmo e, grazie a Francesco, ci sono riuscito. I nostri tour sono più paragonabili ad una gita scolastica che ad una tournèe di professionisti. Naturalmente questo non deve mai andare a discapito della serietà professionale, anche perché, in quanto “gioco”, deve essere trattato con grande serietà! Voglio aggiungere ancora per tutti quelli che: “… E ma come sei serio! – oppure – ma Francesco non sorride mai?” che divertirsi non significa fare i buffoni e che “ridere” non è necessariamente divertirsi”.

 

E se Scacchi e Tarocchi in qualche modo segna l’inizio dell’ultima parte di questo libro, direi che la vera ricchezza è aver ritrovato e riscoperto segni altrettanto importanti come Ventilazione di Ivano Fossati. Sono dischi che hanno segnato un vero passaggio culturale in quel certo modo di fare e di pensare alla musica leggera. Eppure li stiamo perdendo di vista, anzi i più non sanno neanche di cosa parliamo. Quanto è grave per la nostra cultura tutto questo?
“Molti ragazzi stanno scoprendo ora queste cose, questi dischi importanti che appartengono ad un periodo in cui era possibile lavorare in quel modo, perché i budget lo permettevano, in quanto i dischi si vendevano ancora. Io preferisco essere contento del fatto che molti giovani conoscono ed apprezzano questa musica, piuttosto che rattristarmi perché molti altri non lo fanno. In fondo quello che succede oggi non è molto diverso da quello che succedeva quando ero giovane io. Ciò che ascoltavo io, per quelli che allora avevano l’età che ho io adesso, era musica di merda. Non mi pare che le cose siano cambiate molto oggi. Io ho i miei gusti, ma mi guardo bene dal giudicare, anzi tornando all’inizio della nostra intervista, ascolto con attenzione e curiosità, perché c’è sempre da imparare da chiunque”.

C’è un tema assai interessante che vorrei affrontare con il Guido Guglielminetti autore/produttore più che “semplice” musicista. Spieghi bene come secondo te il testo di una canzone non è fatto solo di parole ma anche e soprattutto di musica. Dunque un testo disegnato e composto pensando tanto alla metrica, al suono delle parole stesse e al sono della voce che le dovrà cantare, suono che deve ovviamente incontrare e accordarsi a quello che ha la canzone in quel preciso momento… eccetera… Insomma, un cocktail artigianale assai pregiato e delicatissimo. Mi pare di capire allora, correggimi se sbaglio, che un testo di una canzone non ha senso di essere e di esistere se privato di tutto il corredo musicale di cui sopra. Sbaglio? Se così fosse, ti chiedo (porta pazienza per la domanda iper inflazionata ormai): cosa ne pensi di dare il Premio Nobel alla Letteratura ad un cantautore com’è accaduto a Dylan? Un premio che non solo riconosce il testo di una canzone come entità letteraria in se ma la pone sullo stesso piano di testi generati e pensati solo per essere tali e non – appunto – canzoni…
“Visto che non esiste un Nobel ai testi di canzoni, va bene che a Bob Dylan venga assegnato questo riconoscimento, fermo restando però che, per me, un testo è tale solo se c’è una musica. Devo dire comunque che, nel caso di Dylan, lui spesso ha piegato la musica al servizio del testo, quindi il suo caso potrebbe essere un’eccezione. Però per favore non chiamate “poesia” il testo di una canzone! Io lo so che chi lo dice intende fare un complimento, ma sarebbe come elogiare una buona carbonara dicendo: che bontà! sembra un minestrone!“.


Anna Oxa, Discoring 1978, Un’emozione da poco  (Ivano Fossati/Guido Guglielminetti)

Questo libro, a dispetto dal titolo, non ci restituisce affatto piccole storie ma anzi sono numerose le lezioni di vita che dovremmo custodire con gelosia. Tra queste cito l’esortazione nel provare sempre tutte le soluzioni musicali possibili durante la creazione di un brano. Ma io direi, restando con intelligenza nel romantico di questo concetto, che questa bellissima lezione si può estendere alla vita di tutti noi, ogni giorno… non credi?
“Sì certo. Ciò che inoltre voglio dire è che non bisogna aver paura di scoprire cose nuove, anche se queste potrebbero contraddire il nostro pensiero, ma soprattutto bisogna lavorare molto, bisogna essere curiosi e sempre pronti a mettersi in discussione. Non ci dimentichiamo che nessuno ha la verità in tasca e neanche la “conoscenza”. Infatti io credo che la nostra più grande conquista non sia scoprire di aver ragione, ma capire di avere torto. È così che si impara”.

 

Ma sarà capitato anche a te di dire qualche no importante nella vita o sbaglio? C’è ne sta uno che ha segnato tanto la tua carriera? Uno di quelli che dici se tornassi indietro…
“No, per mia fortuna non ho rimpianti importanti, se tornassi indietro farei le stesse cose, perché le esperienze negative mi hanno insegnato molto”.

E tra le mille cose che non conoscevo di te (e non smetterò mai di chiederti scusa per questo), è proprio la pittura. Vorrei farti quindi una domanda assai marzulliana. Non so se ha troppo senso ma mi “suona bene” e questo conta: hai trasportato o tradotto qualcosa dal mondo della pittura a quello della musica?
“Grazie! È una bella domanda. Quando facevo il Liceo Artistico, poi interrotto a malincuore, mi sono trovato ad un bivio: da una parte la musica e dall’altra il lavoro di grafico pubblicitario, che mi sarebbe piaciuto diventare. Sono due grandi passioni che hanno molte cose in comune: la cura del particolare, il senso della proporzione e della prospettiva sono alcune di queste. Ad un certo punto però, dedicandomi alla musica ho trascurato il disegno, ma ancora oggi impugnare una matita e sentirne l’odore mi da le stesse emozioni che provo quando indosso il basso, e fa molto meno rumore!”.

Per chiudere: ti prego dimmi che l’intervista finale è uno scherzo. Ti prego…
“L’intervista è un gioco. Se ci fai caso non si capisce se sono le risposte ad essere cretine o se lo sono le domande. Di solito è buona la seconda. 
Il Lumaco invece è assolutamente vero!”.

Guido Guglielminetti: una vita a “Essere … Basso”