Jack Savoretti al Teatro Romano

LA RECENSIONE

Tra il pubblico si mimetizza anche Umberto Tozzi. «È un piacere inspiegabile essere qui». Successo per la seconda data del Rumors Festival

LA RECENSIONE

Jack Savoretti al Teatro Romano
«La serata migliore di sempre»

Tra il pubblico si mimetizza anche Umberto Tozzi. «È un piacere inspiegabile essere qui». Successo per la seconda data del Rumors Festival

VERONA Con una forte carica di energia e simpatia, Jack Savoretti ha acceso l’entusiasmo degli spettatori che hanno riempito venerdì 17 giugno le gradinate e la platea del Teatro Romano di Verona. È bastato un gesto del cantante, nato e cresciuto a Londra, dalle origini italiane rimarcate con orgoglio durante tutto lo show, che il pubblico è balzato sotto il palco a cantare e ballare. Un pubblico molto eterogeneo, dai 15 anni in su, tra i quali era mimetizzato anche Umberto Tozzi, a confermare il gradimento trasversale del cantante nato nel 1983. Successo pieno dunque per la seconda data del Rumors Festival, organizzato da Eventi con la direzione artistica di Elisabetta Fadini, che si era aperto il 2 giugno, con una serata molto più «composta» dove, sul filo conduttore della voce e della vocalità, il protagonista era stato Rufus Wainwright.

Il concerto di Savoretti si è aperto con «Written in Scars», la canzone che dà il titolo all’album uscito lo scorso anno sulla cui rivisitazione si è basato lo show. Ospite in apertura la giovanissima Violetta Zironi con chitarra e ukulele country, di cui Savoretti ha sottolineato il talento prima di duettare con lei in «Crazy Fool» sul filo di un’emozione che si è scaldata con la ballata «Catapult» e «The hunger» sulle cui note il Romano si è acceso di lucine ondeggianti.

«È un piacere inspiegabile essere qui» ha esclamato con la sua voce profonda e roca nei dialoghi con gli spettatori che ha segnato il concerto. Il suo legame e il suo debito musicale con l’Italia – palese nella rivisitazione di «Ancora tu» -, con la Liguria e con De André in particolare viene ribadito più volte. Ma anche con la musica della west coast americana degli anni ’60. «Davvero questa resterà per noi una serata indimenticabile, so far the best (la migliore che abbia mai avuto ndr)” ripete salutando il pubblico immortalato nella foto ricordo come sfondo per lui e la sua band composta dal brasiliano Pedro Vitor Vieira De Souza (chitarra), l’irlandese John Bird (basso), l’inglese Henry Bowers-Broadbent (tastiere) e il danese Jesper Lind (batteria).

La chiusura della quarta edizione del Rumors Festival al Teatro Romano sabato 18 giugno con le canzoni di De André riviste da Neri Marcorè.

18 giugno 2016 (modifica il 20 giugno 2016)© RIPRODUZIONE RISERVATA
Camilla Bertoni

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.