«Yesterday…Today» non tradisce: da «Ti amo» a «Tu» gli ever green fanno da contraltare ai brani inediti cesellando due ore di musica d’autore
Non dovrebbe esserci l’ombra di recriminazioni o malinconici rimpianti, nella vita di una persona come Umberto Tozzi: la vita, con lui, è stata sicuramente generosa, regalandogli un successo rimasto assolutamente al di fuori della portata di molti fra i suoi colleghi più illustri.
EPPURE, ANCOR OGGI, l’impressione è che non vi sia mai stato un adeguato e giusto riconoscimento per il valore indubbio di un artista che ha venduto 70 milioni di dischi, affermandosi a più riprese anche all’estero e scrivendo alcune delle canzoni in lingua italiana tutt’oggi più conosciute nel mondo. È stato, quello di Tozzi, un percorso anomalo, smarcato tanto dal mondo della canzone d’autore cosiddetta «impegnata» quanto da quello del panorama della più paludata tradizione melodica nazionale, e più incline al fascino di un pop marcatamente internazionale: ed in questo sta anche il valore aggiunto di modernità della sua musica, purtroppo non sempre compreso e percepito nella giusta misura.
Ecco quindi che il tour partito ieri sera da Brescia sembra quasi assumere il carattere di una specie di rivincita: vicino al traguardo dei 62 anni, che taglierà il prossimo 4 marzo, Tozzi ha infatti deciso di tornare sui palcoscenici dei teatri d’Italia con una produzione adeguata ad un nome della sua statura, interrompendo così un’assenza dal circuito live che durava da cinque anni.
L’OBBIETTIVO di «Yesterday… Today», il nuovo show al debutto proprio dal palco del Palabanco di Brescia, era del resto palese fin dalla vigilia: riassumere le tappe più importanti di una carriera che conta a tutt’oggi ben pochi paragoni in Italia, includendo tuttavia al tempo stesso nel quadro d’insieme anche il presente ed un pizzico di futuro dell’artista.
La missione, al termine di oltre due ore di musica, può dirsi senz’altro compiuta: dalla Leonessa è ufficialmente partita la riscossa di un Tozzi combattivo e motivato, deciso evidentemente a rimettere in riga chi forse ha avuto troppa fretta di archiviarlo come il «reperto» di un’Italia ormai tramontata. Accolto da una platea certo non da tutto esaurito ma comunque colma di fan fedeli ed affezionati, Tozzi è sembrato quindi inaugurare una specie di nuovo capitolo del suo percorso, segnato dalla determinazione di rivendicare apertamente i traguardi fin qui raggiunti ma anche, forse, dalla voglia di recuperare il terreno perduto, aggiungendo una nuova, significativa pagina ad una storia ancora ben lontana dal capolinea artistico.
CERTO, NULLA POTRÀ probabilmente eguagliare in futuro l’impatto di classici come «Ti amo», «Tu», «Gloria», che anche ieri sera sono stati i momenti in assoluto più applauditi dalla platea. Ma il concerto ha tuttavia dimostrato che il cantautore torinese non ha smarrito né la vena creativa né il suo proverbiale istinto per una melodia incisiva o un ritornello memorizzabile all’istante, come dimostrato dagli inediti «Sei tu l’immenso amore mio» e «Meravigliosa» proposti per la prima volta dal vivo proprio a Brescia. Particolarmente d’effetto «Andrea song», una specie di romanza moderna che Tozzi ha eseguito in duetto con il soprano Roberta Turri toccando le corde delle emozioni del pubblico. Una serata riuscita, finita con tutti gli spettatori in piedi e in festa sotto il palco.
Claudio Andrizzi

