CLAIRE RICHARDS CANTA “GLORIA” DI UMBERTO TOZZI: LA STORIA DI UNO DEI BRANI ITALIANI PIÙ FAMOSI AL MONDO (AUDIO)

Dopo essere stato il dominatore assoluto quanto inaspettato dell’estate nel 1977 con “Ti amo” e di quella successiva con “Tu”, nell’inverno 1978 il 26enne cantante torinese decide di non sedersi sugli allori ma di fare un salto di qualità, soprattutto dal punto di vista sonoro.

Tozzi sente che la musica pop italiana ha bisogno di aggiornarsi. Per incidere il disco va a Monaco di Baviera (“Come prima esperienza di incisione all’estero non mi sentivo pronto ad affrontare la traversata dell’oceano”). Lì, guardando al panorama che si presenta sulla scena internazionale, scarta l’ipotesi di sintonizzarsi su quello che resta del punk, e scopre che in California le “buone vibrazioni” degli anni ’60 non hanno mai smesso di echeggiare. Ragion per cui ingaggia uno dei musicisti maggiormente stimati della West Coast. “Quando iniziai a promuovere gli altri due dischi ero un po’ insicuro. Mettendo sul piatto ‘Gloria’ invece mi riconosco moltissimo, sono soddisfatto di tutto, e in modo particolare della collaborazione di un tastierista americano eccezionale, Greg Mathieson, che ha arrangiato tutti i miei pezzi. Creativamente, infatti, mi sento molto vicino alla sua musica, pur restando italiano per moltissime cose; questo contatto con lui mi ha dato modo di aggiungere qualcosa di californiano all’Umberto Tozzi di ieri” (da un’intervista a Simonetta Martellini del “Guerin Sportivo”).

Mathieson è il tastierista della colonna sonora di “Grease” (suo il piano della trascinante “You’re the one that I want”), di “Macarthur Park” di Donna Summer, di parecchi brani di Barbra Streisand, Ringo Starr, e in futuro di Billy Idol, Simple Minds, Al Jarreau. Il suo sodalizio con l’artista italiano porterà fortuna a entrambi: l’americano proporrà “Gloria” al produttore Jack White, che affiderà il brano a una giovane cantante dalla notevole voce, Laura Branigan. Nel 1982 “Gloria”, tradotta in inglese da Trevor Veitch ed arrangiata da Mathieson, scalerà la classifica USA, impresa proibitiva per autori italiani. Qualche mese più tardi otterrà una nominations ai Grammy Awards, e sarà scelta per la colonna sonora di “Flashdance“.

Il primo a tentare di portare “Gloria” all’estero (oltre a Tozzi medesimo, che ne incise una versione in inglese – “Ho provato a entrare negli Usa… ma mi hanno riaccompagnato alla frontiera“, sorrise il cantante all’epoca) è stato Jonathan King, cantante e discografico notissimo in Inghilterra.

https://www.youtube.com/embed/3NN4ERS0FMs?si=BlVco9wjPVYQReyi

Tuttavia la sua versione, con parole diverse da quelle che avrebbe cantato Laura Branigan, non riuscì a entrare nelle charts britanniche. Nel 1982, grazie a Greg Mathieson e al produttore Jack White, la canzone venne fatta interpretare anche alla giovane ex corista di Leonard Cohen, al suo debutto solista.

Quando la gente mi sentì per la prima volta, pensò che la canzone fosse di Donna Summer. Avevamo qualche affinità vocale“, ha spiegato l’interprete newyorchese. Per l’incisione erano stati chiamati tra l’altro musicisti del calibro di Steve Lukather (Toto), Lee Sklar, Michael Landau, Jim Haas. Il risultato fu un disco di platino, un n.2 nella classifica USA (e 22 settimane nella top ten), un n.6 nel Regno Unito e una candidatura ai Grammy Awards come miglior interpretazione vocale per la 25enne Laura.

Nel 1999 la Branigan ha inciso una versione remix della canzone: “Un sacco di gente, in questi anni, mi ha chiesto se non mi sono stancata di cantarla. La verità è che la amo con la stessa intensità di quando l’ho sentita per la prima volta. In seguito mi ha dato qualche problema, perché tutti si aspettavano che continuassi con questo genere, invece io non credo sia onesto dire che ‘Gloria’ è il tipo di canzone che meglio definisce il mio stile: è molto ritmata, mentre io mi trovo meglio con i brani lenti. Ma è un brano grandioso, e si è rivelato perfetto per esporre la mia gamma vocale. Inoltre, tutte le volte che la canto la gente comincia a saltare…Sarei pazza a separarmene”.

Sotto l’ultima versione del brano cantata da Claire Richards, leader e voce del gruppo ingliese Steps, che fa parte di “Euphoria“, il nuovo disco della cantante.

by: https://www.spyit.it/claire-richards-canta-gloria-di-umberto-tozzi-la-storia-di-uno-dei-brani-italiani-piu-famosi-al-mondo-audio/

1977. Ti amo domina la hit parade per 4 mesi e lancia verso il successo Umberto Tozzi, che non avrebbe mai immaginato di cantarla alle nozze di un principe e sentirla in una delle serie tv più famose di sempre

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Nel 1977 Umberto Tozzi (1952) è un cantautore promettente, che ha già composto insieme a Wess (1945-2009) e Dori Ghezzi (1946) Un corpo e un anima, vincitrice di Canzonissima. Tuttavia non è ancora conosciuto al grande pubblico; sarà proprio Ti amo ad inaugurare la sua ventennale carriera di successi, nati in collaborazione con Giancarlo Bigazzi (1940-2012). La fama mondiale di questo brano dura ancora oggi dopo più di 40 anni.

Un exploit inatteso

Ti amo vinse il Festivalbar e divenne il tormentone dell’estate, dominando ininterrottamente la classifica dei singoli più venduti dal 23 luglio al 22 ottobre 1977. Fu un successo inaspettato: “Arrivavo da un primo disco, uscito l’anno precedente, che si era rivelato un totale insuccesso: si intitolava Donna amante mia. Onestamente non pensavo che Ti amo potesse esplodere così”, ebbe a dire lo stesso Tozzi.

Giancarlo Bigazzi Umberto Tozzi Ti amo

Il sodalizio Tozzi-Bigazzi

Fu l’incontro con Giancarlo Bigazzi a fare la differenza. Abbiamo parlato in un precedente articolo delle perle di ermetismo presenti nei testi nati dal loro sodalizio. Esse sono dovute, come raccontò poi il paroliere, soprattutto al suo amore per il suono puro della parola: è la sonorità delle sillabe a guidare il suo estro creativo. Resta il fatto che il guerriero di carta igienica presente nel testo di questa canzone diede poi vita anche a un premio scherzoso nato per incoronare ogni anno il verso più assurdo del pop italiano

L’immediato successo all’estero di Ti Amo

Nato quasi naturalmente su un giro di do con un riff che non si può non cantare né dimenticare, il brano non divenne solo il tormentone dell’estate italiana, ma ebbe anche un immediato successo all’estero. Fu il primo brano, dopo Nel blu dipinto di blu di Modugno, a oltrepassare la frontiera con la Svizzera. Divenne doppio disco di platino in Italia e in Francia e vendette oltre 50 mila copie in Belgio.

Ti amo cover

Le cover straniere

Mentre per la Spagna fu lo stesso Tozzi a realizzare una versione che traduce abbastanza fedelmente il testo originale, tutte le altre cover del brano poco ricalcano il tema della canzone. Ma… qual era appunto il tema?

Vi amo

Tutti hanno sempre pensato che quel “ti amo” fosse dedicato ad una donna in modo unico ed esclusivo. In realtà il testo parla di un triangolo e racconta di un uomo che torna a casa dalla moglie dopo essere stato con l’amante. Il famoso “guerriero di carta igienica” sarebbe dunque il marito infedele. Nonostante ciò di questa canzone resta soprattutto il suo status di intensa dichiarazione d’amore e come tale verrà usata in matrimoni d’eccellenza, reali e fittizi. 

Ti amo, je t’aime

Nella versione francese, interpretata da Dalida (1933-1987) già nel 1977, è la donna che canta il suo “Je t’aime”. Il carisma della cantante e attrice italiana, naturalizzata francese, fruttò alla nuova Ti amo oltre un milione di copie vendute. Niente guerrieri daila consistenza improbabile, ma ritroviamo il “vin léger” che la cantante invita a sorbire dalle sue labbra.

Anche in tedesco

Sempre del 1977 è la versione tedesca, cantata da Howard Carpendale (1946); in questo caso le sonorità teutoniche mettono in scena il triste canto di un innamorato abbandonato: “Il tuo bellissimo “ti amo” era solo musica di sottofondo per i giorni d’estate”

ti amo Laura Branigan

Laura Branigan

Del 1984 è la versione inglese di Laura Branigan (1952-2004) che nel 1982 aveva già avuto un successo mondiale grazie a un altra cover di un brano di Tozzi, Gloria. Troviamo ancora la storia di un’amante che si dispera per essere stata abbandonata: “Non posso credere che tu possa girarti e andartene, l’hai fatto così facilmente, mi hai tolto il mondo da sotto i piedi”

Verso la Gloria…

Il World Music Award, qualche anno fa, nel fare gli auguri a Umberto Tozzi per il suo compleanno l’ha definito “la leggenda italiana che ha cantato i successi internazionali Gloria e Ti amo”. È con Gloria, nel 1979, che Tozzi consolida la sua fama internazionale ottenendo ben sette dischi di platino. 

…e al cinema… 

Due suoi brani sono presenti in film di grande successo: nel 2013 Scorsese ha inserito Gloria nella colonna sonora del suo Wolf of Wall Street e nel 2019 Stella stai è finita in quella di Spider-Man: Far From Home (2019).

…e nei palazzi principeschi

La consacrazione “reale” avviene nel luglio del 2011 quando, in occasione delle loro nozze, i Principi Alberto (1958) e Charlène (1978) di Monaco hanno chiesto a Tozzi  di cantare durante il ricevimento proprio l’intramontabile Ti amo

I duetti 

Già nel 2002 Umberto Tozzi aveva duettato con la cantante francese Lena Ka (1975), mescolando passaggi in francese e in italiano. Nel 2017, per il quarantesimo anniversario del brano, è con Anastacia (1968) che il cantante interpreta un emozionante duetto, a testimonianza di quanto questa canzone sia inossidabile ai tempi e alle mode.

Su Netflix

Recentemente la canzone è stata riportata in auge anche da una delle serie di maggior successo di NetflixLa casa di carta, dove uno dei protagonisti la canta accompagnato nientemeno che da un coro di frati. Nel secondo episodio della quarta stagione un flashback ripropone il matrimonio di Berlino in Toscana. Qui il personaggio interpretato dall’attore Pedro Alonso (1971) la canta al suo matrimonio con la moglie italiana Tatiana (Diana Gomez, 1989) con tanto di sottotitoli per il Karaoke degli spettatori.

Un amore senza fine

La popolarità di questa canzone sembra dunque non avere mai fine e probabilmente sentiremo pronunciare quel “Ti amo” ancora molte altre volte e in sempre nuove interpretazioni, che renderanno questa dichiarazione assai più longeva di qualunque storia d’amore mai esistita. (A.F. per 70-80.it)

ANTONELLA FAVA

Fotografa, insegnante di yoga, curatrice d’arte e appassionata di scienza (il corso di studi in lingue e letterature straniere le stava un po’ stretto). Vive a Nizza, dove tra l’altro collabora con Radio Nizza, un portale di informazione per gli italiani in Costa Azzurra e, ovviamente, 70-80.it

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Un viaggio stupefacente (2018)

Boundaries (original title)R | 1h 44min | ComedyDrama | 13 September 2018 (Brazil)

Un viaggio stupefacente Poster

Laura, insieme al figlio di quattordici anni Henry, è costretta ad occuparsi del padre Jack, un uomo spensierato che fa fatica a riconoscere. Jack è stato cacciato per l’ennesima volta da una casa di cura, la figlia lo coinvolgerà quindi in un viaggio in macchina che si rivelerà utile per conoscersi a vicenda.

Director:

Shana Feste

Writer:

Shana Feste

Stars:

Vera FarmigaChristopher PlummerLewis MacDougall |

Soundtracks (tra gli altri)

Gloria
Written by Giancarlo BigazziUmberto TozziTrevor Veitch (as Trevor Stanley Veitch)
Performed by Laura Branigan
Published by Sugar Song Publications Inc.
Courtesy of Atlantic Recording Corp
By arrangement with Warner Music Group Film & TV Licensing

https://www.imdb.com/title/tt5686062/soundtrack?ref_=tt_trv_snd

https://www.mymovies.it/film/2018/boundaries/

26 Agosto: nel 2004 moriva Laura Branigan

Oggi, ma nel 2004, a Southampton, moriva stroncata da un aneurisma cerebrale non diagnosticato, in casa sua, nel sonno, la cantante statunitense, ma di origine italiana, Laura Branigan, nata a New York, nel 1952. Aveva avvertito mal di testa nei giorni precedenti, ma non aveva dato troppa importanza al fastidio. Era stata una vera e propria icona musicale internazionale degli anni ’80, molto apprezzata dal pubblico del Belpaese, anche per il legame professionale con big del panorama tricolore. Aveva iniziato ad esibirsi a livello professionale nel 1979 ed era stata anche corista del jazzista canadese Leonard Cohen. Nella sua carriera discografica aveva inciso 20 singoli. Sue erano anche le colonne sonore di pellicole cinematografiche particolarmente rilevanti come Imagination, inserita nel film icona Flashdance, del 1983, canzone prodotta dall’italiano Giorgio Moroder, insieme all’americano di origine sudafricana Phil Ramone. Ma anche Hot Night, del 1984, infilata nella colonna sonora del lungometraggio cult Ghostbusters. Soprattutto la Branigan era stata consacrata dalla versione, in inglese, di Gloria, di Umberto Tozzi (nella foto, l’articolo di Peppe Delconte, del 14 aprile 1983, del settimanale Tv sorrisi e canzoni, con i due artisti, lei di 23 anni e lui di 31), rimasta nella “Billboard hot 100” per 36 settimane e inserita nella “Top 100 singoli” del 1983. Nel 1984, proprio dopo aver considerato gli apprezzamenti ricevuti per Gloria, aveva anche re-interpretato, sempre in inglese, Self control di Raf, Raffaele Riefoli, da Margherita di Savoia, in provincia di Barletta, trasformando anche in quel caso il pezzo del cantautore italiano in un altro successo planetario, rimasto per sei settimane in cima alle classifiche mondiali, con particolare riferimento alla classifica della Germania. Era stato Greg Mathieson, collaboratore di gran pregio del torinese Tozzi, a proporre Gloria al produttore a stelle e strisce Jack White, che aveva affidato, azzardando, il brano alla Branigan, scelta per la potenza della sua voce. Il testo era stato tradotto in inglese da Trevor Veitch e la musica era stata ri-arrangiata da Mathieson. Il risultato aveva prima scalato la classifica Usa, impresa proibitiva per autori italiani in quel tempo, e poi aveva conquistato il globo.

by: https://www.ilcentro.it/blog/26-agosto-1.2485093

Come “Gloria” è diventata la “Seven nation army” dell’hockey

La canzone di Umberto Tozzi, nella versione di Laura Branigan, ha avuto un revival in America grazie all’impresa dei St. Louis Blues: un inno, sul modello del brano dei White Stripes. La storia di una delle “più strane saghe musicali del 2019″

Come “Gloria” è diventata la “Seven nation army” dell’hockey

Uno stadio di hockey e, contemporaneamente, due band come i Phish e i Vampire Weekend, che cantano in coro una canzone di Umberto Tozzi. È successo in America quando i St. Louis Blues hanno vinto la Stanley Cup, il campionato della NHL, la lega di hockey.
La canzone è “Gloria”, scritta dal cantante nel ’79 assieme a Giancarlo Bigazzi. Nell’82 venne portata al successo in America da Laura Branigan, tradotta da Jonathan King: arrivò in cima alle classifiche e ci rimase per ben 36 settimane. La versione della Branigan è considerata un classico della musica anni ’80 americana e periodicamente ritorna in serie TV e film (venne usata da Scorsese in “The Wolf of Wall Street”), per esempio.

Ma il revival del 2019 è diverso: più simile alla storia di “Seven Nation army”, diventata un inno delle squadre di calcio. Il tutto è avvenuto qualche mese fa, ma in Italia praticamente nessuno ha raccontato questa storia – definita “una delle più strane saghe musicali del 2019”. Lo facciamo noi ora.

La storia è quella di una squadra di hockey che ha vinto un campionato contro ogni pronostico. All’inizio della stagione i St. Louis Blues erano la peggior squadra. Una sera, in questo periodo difficile, un giocatore dei Blues ha sentito “Gloria” in un bar a Filadelfia, mentre stava guardando una partita di football americano. Ha visto la gente ballare, e ha chiesto al DJ di metterla di nuovo. Così tornato a St. Louis ha pensato di proporre alla squadra di usarla come canzone per un’eventuale vittoria. I Blues hanno vinto la partita successiva, e usato la canzone ad ogni vittoria. Da lì in poi hanno continuato a vincere fino a terminare la stagione con il miglior record della lega. Sono arrivati prima ai playoff poi in finale, battendo i Boston Bruins in gara 7: il 12 giugno hanno vinto la prima Stanley Cup della loro storia. Sempre suonando “Gloria” a fine partita, diventato l’inno della squadra e un fenomeno virale a cui sono stati dedicati molti articoli in America. “Play Gloria!” era diventato il grido di battaglia dei Blues.

La sera della vittoria i Vampire Weekend suonavano a St. Louis. Per celebrare la vittoria hanno suonato “Gloria”. Non è la prima cover italiana: avevano già interpretato “Con te partirò” di Bocelli. Ma questa aveva un sapore diverso.

La stessa sera anche i Phish suonavano a St Louis: la band di Trey Anastasio è tra le più popolari del circuito live americano. E ha suonato Gloria: era la prima volta nella loro lunga storia, ricca di cover.

Alan Jones reveals the story behind his famous theme song

Alan Jones has revealed how he chose his famous theme song, Gloria, on the anniversary of singer Laura Branigan’s death.

The American singer died on this day 15 years ago after a brain aneurysm at the age of just 47.

Her song Gloria, which has been the theme music for The Alan Jones Breakfast Show for over 30 years, stayed on the US Billboard Hot 100 for 36 weeks in 1982.

Alan paid tribute to her on his show this morning, revealing he chose the song after they had dinner together.

“She actually suggested to use the song! And it just seemed to have this particular ring to it.”

Click PLAY below to hear the full story

 

TECHETECHETE’/ ‘Cantavamo così’: gli anni Novanta da Raf a Ligabue

Techetechete’ chiude con Cantavamo così: è l’ultima puntata prima della stagione invernale. I protagonisti sono numerosi, e vanno dagli anni Sessanta al 1999.

Sylvie Vartan a Techetechete'Sylvie Vartan a Techetechete’

“Qual era la canzone più cantata e gettonata nei Juke Box del 1969? E quale quella più passata dalle radio nel 1979?”. Ultimo appuntamento con Cantavamo così, il capitolo musicale di Techetechete’ dedicato alle canzoni dello scorso millennio. Di seguito alcuni titoli: si parte dal Buonasera di Sylvie Vartan, per chiudere, retoricamente cantando, con Cosa resterà degli anni 80. Di mezzo ci sono esattamente due decenni di musica. E in particolare: Lisa dagli occhi blu di Mario Tessuto, Quella carezza della sera dei New Trolls, Pensami di Julio Iglesias, Ti lascerò di Anna Oxa e Fausto Leali. Si chiude con le hit del ’99 di Alex Britti, Jovanotti e Ligabue. Senza dimenticare i Lunapop di 50 special, la più iconica delle canzoni di fine anni Novanta.

RAF E I “SUOI” ANNI 80

Se i Lunapop e Cremonini hanno segnato un’epoca, lo stesso di può dire di Raffaele “Raf” Riefoli. È suo il brano più rappresentativo di quegli anni, un titolo che dà il nome a un intero album. Per non parlare di Self Control, che con Cosa resterà segna il punto più alto della sua carriera. A dire il vero, il suo primo successo risale a qualche anno prima. Era l”83 quando Raf debuttava con la cover di Laura Branigan, in un album interamente in inglese. Sempre in quell’anno, scrisse insieme a Bigazzi Il principe di Claudia Mori, utilizzata come sigla di chiusura di Hit Parade. Nell”87 fu l’autore di Si può dare di più, canzone vincitrice del Sanremo di quell’anno. Allora partecipò all’Eurovision con Gente di mare, classificandosi terzo in coppia con Umberto Tozzi.

http://www.ilsussidiario.net/News/Cinema-Televisione-e-Media/2018/9/6/TECHETECHETE-Cantavamo-cosi-gli-anni-Novanta-da-Raf-a-Ligabue/837698/

 

That’s A Cover?: Gloria (Laura Branigan / Umberto Tozzi)

That’s A Cover? explores cover songs that you may have thought were originals.

laura branigan gloria cover

I played a tiny part in unleashing Laura Branigan’s “Gloria” on the world in 1982. Fresh out of college, I landed a paid summer job working in the Atlantic Records promotions department. I spent the summer doing things like going to record stores and hanging up posters. It was a fascinating and fun summer, but it also confirmed that I didn’t want to spend my career trying to figure out what kind of music teenagers would buy. Mostly because it seemed like the senior execs were unhappy, divorced men who smoked and drank too much. Instead, I ended up in law school while another guy my age there became a very major record executive.

Like any good former college radio program director at that time, I had strong opinions about what was “good” music, and what “sucked.” And clearly, disco/dance music sucked. That summer, a number of albums I liked were being promoted to some degree by my department, including Adrian Belew’s Lone Rhino, Genesis’ Three Sides Live, Steve Winwood’s Talking Back To The Night, Jon Anderson’s Animation, and CSN’s Daylight Again. But there were offices filled with men and women promoting these rock releases, and only one guy, Rafael, promoting the dance music. As a result, I ended up working with him a lot, despite my lack of knowledge about – and general contempt for – dance music. I even tried to convince Rafael to remix one of Adrian Belew’s songs for the dance floor, which he briefly considered before thinking better of it.

Hearing “Gloria” for the first time, I dismissed it as a piece of fluffy dance-pop that never would have gotten played once on my college station. That being said, it was catchy for its genre, and Branigan had an excellent voice. It was clear in the office that it was a priority, and we worked hard to promote the hell out of the song. Doug Morris, the big boss at Atlantic then, had helped persuade Branigan to cover “Gloria,” which may explain why it was promoted so heavily. It didn’t hurt that Branigan came by the office a few times that summer, and she was both beautiful and pleasant, even to the grunts like me working the phones.

We were remarkably successful in our endeavors, with the song topping various charts, and earning Branigan a Grammy nomination. But what I didn’t know at the time was that “Gloria” was a cover. And that the original was sung by a man, in Italian.

Umberto Tozzi is an Italian singer-songwriter and producer who began his career at 16, and achieved success as a songwriter, composer, producer, and performer in the mid-1970s. He released the original version of “Gloria,” a fairly conventional pop love song (although addressed to an imaginary woman) in 1979, and it was a hit across Europe:

Later that year Jonathan King, a songwriter, musician, producer (he is credited with discovering and nurturing Genesis, and was the first to add “Ooga Chaka”s to “Hooked on a Feeling”), and – the world later learned – a child sexual abuser, translated the song into English, releasing his own version:

Several translated versions came out before Branigan’s, including ones in Czech and Estonian. Even Umberto Tozzi semi-covered his own song, releasing an English version using King’s translated lyrics:

Branigan had started singing as the lead in her high school production of The Pajama Game, before moving to New York to study singing, and, of course, work as a waitress. She joined a band, and even got a gig backing Leonard Cohen.

Branigan met and impressed legendary manager Sid Bernstein, who agreed to work with her, and after auditioning for the at least equally legendary Ahmet Ertegun, Atlantic Records signed her in 1979. She released a few singles to little notice, before her debut album, Branigan, came out in 1982. Somehow, the experts in the big offices at Atlantic decided to release a not-“Gloria” balladas the first single, and it peaked at 69 on the charts. But next up was the song that was to become Branigan’s signature.

Originally, she and her producer Jack White (the German one, not the one from The White Stripes), and arranger Greg Mathieson, who had worked on the original, tried to translate it into a love song titled “Mario.” But they weren’t happy, and the song was reimagined by lyricist Trevor Veich (and likely an uncredited Branigan) as a song about a girl, Gloria, who as Branigan said, was “running too fast for her own steps.” Those lyrics, Branigan’s voice, and a new, more dance-friendly production (and the hard work of many promotion people way more talented than me), led to the success of this version of “Gloria.”

Since then, there have been numerous covers of the songin various languages, including English. Tozzi himself even released a cover of Branigan’s version.

In the early and mid-1980s, Branigan had more synth-pop hits, including an English cover of the French song “Solitaire” (which was the first major hit for Diane Warren), “How Am I Supposed to Live Without You,” (the first major hit for its co-writer, Michael Bolton), another Tozzi song, “Ti Amo,” and her biggest hit, “Self Control.” By 1994, changing musical tastes, and the illness of her husband, led Branigan to retire from the industry. While she occasionally dipped her toes back into performance, she never really returned. In 2004, at age 52, Branigan died in her sleep of an undiagnosed brain aneurysm.

You can get the best of Umberto Tozzi here, and the best of Laura Branigan, here.

GLORIA 2011

Il 2011 è un anno di grandi ritorni, ma quello di oggi è del tutto eccezionale. Affidata alle sapienti mani di Alex Gaudino & Jason Rooney la produzione delle versioni club 2011 ed a Carmine Sorrentino e Micky Zara quella delle versioni più commerciali, di una delle canzoni italiane più belle ed importanti di sempre: GLORIA.
Scritta da Bigazzi e Tozzi e portata la successo dallo stesso UMBERTO TOZZI, “Gloria” (tratta dall’album omonimo del 1979) è una delle canzoni in lingua italiana più famose e vendute nella storia della musica, e ne è stata realizzata una famosa cover negli Stati Uniti registrata nel 1982 da Laura Branigan, che otterrà il primo posto nella classifica dei singoli americana (Billboard Hot 100). Risultato prestigioso, riuscito solo ad un altro italiano: Domenico Modugno con Nel blu dipinto di blu.
GLORIA 2011 sarà disponibile in digitale a partire dalla prima settimana di giugno.

leggi l\'articolo…

http://youtu.be/XM1zrwBRauk