CLAIRE RICHARDS CANTA “GLORIA” DI UMBERTO TOZZI: LA STORIA DI UNO DEI BRANI ITALIANI PIÙ FAMOSI AL MONDO (AUDIO)

Dopo essere stato il dominatore assoluto quanto inaspettato dell’estate nel 1977 con “Ti amo” e di quella successiva con “Tu”, nell’inverno 1978 il 26enne cantante torinese decide di non sedersi sugli allori ma di fare un salto di qualità, soprattutto dal punto di vista sonoro.

Tozzi sente che la musica pop italiana ha bisogno di aggiornarsi. Per incidere il disco va a Monaco di Baviera (“Come prima esperienza di incisione all’estero non mi sentivo pronto ad affrontare la traversata dell’oceano”). Lì, guardando al panorama che si presenta sulla scena internazionale, scarta l’ipotesi di sintonizzarsi su quello che resta del punk, e scopre che in California le “buone vibrazioni” degli anni ’60 non hanno mai smesso di echeggiare. Ragion per cui ingaggia uno dei musicisti maggiormente stimati della West Coast. “Quando iniziai a promuovere gli altri due dischi ero un po’ insicuro. Mettendo sul piatto ‘Gloria’ invece mi riconosco moltissimo, sono soddisfatto di tutto, e in modo particolare della collaborazione di un tastierista americano eccezionale, Greg Mathieson, che ha arrangiato tutti i miei pezzi. Creativamente, infatti, mi sento molto vicino alla sua musica, pur restando italiano per moltissime cose; questo contatto con lui mi ha dato modo di aggiungere qualcosa di californiano all’Umberto Tozzi di ieri” (da un’intervista a Simonetta Martellini del “Guerin Sportivo”).

Mathieson è il tastierista della colonna sonora di “Grease” (suo il piano della trascinante “You’re the one that I want”), di “Macarthur Park” di Donna Summer, di parecchi brani di Barbra Streisand, Ringo Starr, e in futuro di Billy Idol, Simple Minds, Al Jarreau. Il suo sodalizio con l’artista italiano porterà fortuna a entrambi: l’americano proporrà “Gloria” al produttore Jack White, che affiderà il brano a una giovane cantante dalla notevole voce, Laura Branigan. Nel 1982 “Gloria”, tradotta in inglese da Trevor Veitch ed arrangiata da Mathieson, scalerà la classifica USA, impresa proibitiva per autori italiani. Qualche mese più tardi otterrà una nominations ai Grammy Awards, e sarà scelta per la colonna sonora di “Flashdance“.

Il primo a tentare di portare “Gloria” all’estero (oltre a Tozzi medesimo, che ne incise una versione in inglese – “Ho provato a entrare negli Usa… ma mi hanno riaccompagnato alla frontiera“, sorrise il cantante all’epoca) è stato Jonathan King, cantante e discografico notissimo in Inghilterra.

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Tuttavia la sua versione, con parole diverse da quelle che avrebbe cantato Laura Branigan, non riuscì a entrare nelle charts britanniche. Nel 1982, grazie a Greg Mathieson e al produttore Jack White, la canzone venne fatta interpretare anche alla giovane ex corista di Leonard Cohen, al suo debutto solista.

Quando la gente mi sentì per la prima volta, pensò che la canzone fosse di Donna Summer. Avevamo qualche affinità vocale“, ha spiegato l’interprete newyorchese. Per l’incisione erano stati chiamati tra l’altro musicisti del calibro di Steve Lukather (Toto), Lee Sklar, Michael Landau, Jim Haas. Il risultato fu un disco di platino, un n.2 nella classifica USA (e 22 settimane nella top ten), un n.6 nel Regno Unito e una candidatura ai Grammy Awards come miglior interpretazione vocale per la 25enne Laura.

Nel 1999 la Branigan ha inciso una versione remix della canzone: “Un sacco di gente, in questi anni, mi ha chiesto se non mi sono stancata di cantarla. La verità è che la amo con la stessa intensità di quando l’ho sentita per la prima volta. In seguito mi ha dato qualche problema, perché tutti si aspettavano che continuassi con questo genere, invece io non credo sia onesto dire che ‘Gloria’ è il tipo di canzone che meglio definisce il mio stile: è molto ritmata, mentre io mi trovo meglio con i brani lenti. Ma è un brano grandioso, e si è rivelato perfetto per esporre la mia gamma vocale. Inoltre, tutte le volte che la canto la gente comincia a saltare…Sarei pazza a separarmene”.

Sotto l’ultima versione del brano cantata da Claire Richards, leader e voce del gruppo ingliese Steps, che fa parte di “Euphoria“, il nuovo disco della cantante.

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26 Agosto: nel 2004 moriva Laura Branigan

Oggi, ma nel 2004, a Southampton, moriva stroncata da un aneurisma cerebrale non diagnosticato, in casa sua, nel sonno, la cantante statunitense, ma di origine italiana, Laura Branigan, nata a New York, nel 1952. Aveva avvertito mal di testa nei giorni precedenti, ma non aveva dato troppa importanza al fastidio. Era stata una vera e propria icona musicale internazionale degli anni ’80, molto apprezzata dal pubblico del Belpaese, anche per il legame professionale con big del panorama tricolore. Aveva iniziato ad esibirsi a livello professionale nel 1979 ed era stata anche corista del jazzista canadese Leonard Cohen. Nella sua carriera discografica aveva inciso 20 singoli. Sue erano anche le colonne sonore di pellicole cinematografiche particolarmente rilevanti come Imagination, inserita nel film icona Flashdance, del 1983, canzone prodotta dall’italiano Giorgio Moroder, insieme all’americano di origine sudafricana Phil Ramone. Ma anche Hot Night, del 1984, infilata nella colonna sonora del lungometraggio cult Ghostbusters. Soprattutto la Branigan era stata consacrata dalla versione, in inglese, di Gloria, di Umberto Tozzi (nella foto, l’articolo di Peppe Delconte, del 14 aprile 1983, del settimanale Tv sorrisi e canzoni, con i due artisti, lei di 23 anni e lui di 31), rimasta nella “Billboard hot 100” per 36 settimane e inserita nella “Top 100 singoli” del 1983. Nel 1984, proprio dopo aver considerato gli apprezzamenti ricevuti per Gloria, aveva anche re-interpretato, sempre in inglese, Self control di Raf, Raffaele Riefoli, da Margherita di Savoia, in provincia di Barletta, trasformando anche in quel caso il pezzo del cantautore italiano in un altro successo planetario, rimasto per sei settimane in cima alle classifiche mondiali, con particolare riferimento alla classifica della Germania. Era stato Greg Mathieson, collaboratore di gran pregio del torinese Tozzi, a proporre Gloria al produttore a stelle e strisce Jack White, che aveva affidato, azzardando, il brano alla Branigan, scelta per la potenza della sua voce. Il testo era stato tradotto in inglese da Trevor Veitch e la musica era stata ri-arrangiata da Mathieson. Il risultato aveva prima scalato la classifica Usa, impresa proibitiva per autori italiani in quel tempo, e poi aveva conquistato il globo.

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