UMBERTO TOZZI ON LINE – 12

UMBERTO TOZZI ON – LINE  
   
LUNEDì 05 LUGLIO – GLI ALTRI SIAMO NOI  
   
Ciao ragazzi, questa settimana inizia con la prima pagina musicale degli anni 90 rappresentata da “Gli altri siamo noi”. Quell’anno come ricorderete partecipai al Festival di Sanremo, che fu vinto dal predestinato Cocciante, e che io vissi con il disincanto di chi partecipa sapendo che si trattava di una opportunità per presentare un pezzo importante, e non tanto come una “gara musicale” che era ben distante dalle mie ambizioni di allora .Credo fosse importante lasciare “un segno”, e da questo punto di vista credo di esserci riuscito essendo “Gli altri siamo noi” uno dei successi entrati in maniera stabile nel mio repertorio più conosciuto. Ma fu l’ultimo mia felice apparizione in riviera… le mie successive presenze al Festival furono un disastro…che vi racconterò più avanti! Quel disco rappresentò il termine della mia collaborazione con Giancarlo Bigazzi, e fu importante perche era un disco comunque pieno di idee. Sicuramente oltre al pezzo che dà il titolo al disco, “Gli innamorati” è stato un altro brano che ha riscosso un importante successo, e che molti mi riferiscono essere una canzone che evidenzia in modo molto marcato la mia propensione a destreggiarmi con una certa naturalezza in tonalità piuttosto impegnative dal punto di vista dell’estensione vocale. Pensando a quei titoli non posso non evidenziare “Ciao Lulù” che a mio modo di vedere è una canzone che rappresenta una fusione accattivante tra una idea musicale riuscita, ed un testo significativo che racconta una storia bella soprattutto per l’epoca in cui fu scritta, che la rende ancora molto attuale, molto vissuta. Ecco vedete, questa è una canzone che mi rappresenta moltissimo ma che conoscete solo voi afecionados, ovvero voi che conoscete a fondo la mia produzione. Nessuno dice “guarda che bel pezzo ha fatto Tozzi” pensando a “Ciao Lulù”, ma non importa. Desidero sottolineare quanto gia vi dicevo la settimana scorsa: le canzoni non sono fatte per essere date in pasto al “marketing”, unico mezzo ritenuto “arbitro” di decretare questa canzone un successo, o un’altra un fiasco.
La musica deve arrivare dritta al cuore delle persone senza mediazione, senza manipolazioni restrittive da parte di mezzi comunicatori che si arrogano il diritto di sostituirsi ai fruitori di note musicali per influenzare le scelte a seconda di scelte economiche predeterminate. Qualcuno dirà, ma Umberto perché continui a insistere su questo tasto?? Perché, ragazzi miei, io in fondo dalla musica ho avuto molto, ma le nuove generazioni cosa hanno?? Spesso le illusioni di essere dei geni al primo singolo, anziché essere stimolati a migliorarsi. Troppi soldi girano intorno allo show business, troppi condizionamenti di massa. Ne avrei tante da dire, ma cerco di limitarmi. Ma visto che sto parlando di “Gli altri siamo noi”, mi viene spontaneo pensare al fatto che se oggi un giovane ha del talento finisca per non emergere perché non dichiara pubblicamente di assumere droghe, o non fa foto rock and roll con una chitarra in mano da dare al proprio ufficio stampa. Il vero rock and roll lo fa chi inventa qualcosa di buono, e soprattutto qualcosa di nuovo. Quello che inventarono per esempio negli anni 60 quattro ragazzi inglesi che si facevano chiamare Beatles. Ne vedo poco di Beatles, ne vedo poco di rock and roll. Si vede il fumo, ma non si sente il suono. E questo è un vero peccato, non siete d’accordo???

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